Capaccio Paestum entra nell’Unione Comuni Alto Cilento

Gennaro Maiorano

CAPACCIO PAESTUM. L’esito della votazione era scontato. Il Comune di Capaccio Paestum, guidato dal sindaco Franco Alfieri, entra nell’Unione dei Comuni Alto Cilento. Giovedì il consiglio generale dell’Ente con sede a Torchiara ha dato il via libera. Si attendevano polemiche per questa decisione e non sono mancate.

Il consigliere dell’Unione dei Comuni, rappresentante del Comune di Agropoli, Agostino Abate, si è mostrato molto critico con la scelta. “A nulla sono valse le mie contrapposizioni finalizzate alla prioritaria revisione dello Statuto Unionale che così come in vigore costituisce una vera e propria negazione della democrazia e legittimo sistema di controllo che caratterizza i comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti – dice – E’ notorio che in questi comuni la carica di assessore comunale è incompatibile con la carica di consigliere comunale e ciò proprio perché è opportuno evitare un conflitto tra le diverse funzioni di componente dell’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo e quella di componente dell’organo esecutivo dello stesso comune (controllore e controllato nella stessa persona). Ebbene lo Statuto dell’Unione comuni alto Cilento, redatto nel lontano anno 2004 e cioè quando l’Unione era costituita da comuni con popolazione nettamente inferiore a 15.000 abitanti, prevede che il Consiglio unionale è costituito da tutti i Sindaci dei vari comuni e dai consiglieri nominati dai vari comuni (1 di maggioranza ed 1 di minoranza). Lo stesso Statuto prevede che la Giunta unionale è costituita da tutti i Sindaci dei vari comuni.Quindi i Sindaci dei vari comuni appaiono sia nella Giunta che nel Consiglio e questa doppia apparizione viene ampiamente giustificata non solo dai Sindaci ma ovviamente anche dai consiglieri di maggioranza nominati dai vari comuni. La frittata è bella e pronta”.

Abate evidenzia: “Con questa frittata c’è ancora qualcuno che quando parla di ingresso del comune di Capaccio nell’Unione dei comuni , parla di governance di area vasta. In parole povere un Ente comunale che per Statuto e per legge opera con la netta distinzione fra organo di indirizzo e di controllo (consiglio comunale) ed organo esecutivo (Giunta comunale) , con l’ingresso nell’Unione dei comuni e con la cessione all’Unione stessa di una pluralità di funzioni e servizi perde definitivamente anche l’ultimo barlume di democrazia vera”, conclude.

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