Italia Nostra sul Puc di Pisciotta: “pretesto per intaccare e trasformare nuove aree naturali nell’interesse di pochi privati”

Luisa Monaco
Pisciotta - @italo_orlando

“Il PUC del Comune di Pisciotta, adottato e pubblicato lo scorso 1° aprile 2019, dopo l’interruzione del 2017, prevede – nuovamente – 920 posti letto per la ricettività turistica, 30 abitazioni per la domanda abitativa “pregressa” oltre un notevole allargamento delle zone B e stabilisce che tutta l’esigenza edilizia, in particolare quella turistica, sia costituita da nuovi volumi da collocare in aree agricole, costiere e vincolate. Tutto questo in uno dei tratti di mare del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni ove è più forte un prezioso binomio tra paesaggio naturale ancora intatto e urbanizzazione storica, sovvertendo così in pieno le indicazioni del Piano Territoriale Regionale”. Lo dicono da Italia Nostra, l’associazione che già in passato ha fortemente contestato il piano urbanistico del Comune cilentano

Secondo Massimo Maresca di Italia Nostra Campania, Teresa Rotella del gruppo Cilento Lucano e Raffaella Di Leo, del gruppo di Salerno, “Il PUC appare non uno strumento di valorizzazione ma un pretesto per intaccare e trasformare nuove aree naturali, peraltro tra le più pregiate della costa, nell’interesse di pochi privati, moltiplicando il fenomeno dello sprawl edilizio e della creazione di seconde case. Proprio quelle aree caratterizzate dalla presenza di uliveti secolari (la cultivar pisciottana), che il PRG correttamente indica “aree da tutelare”, in accordo ad un vincolo paesaggistico emesso con DM del 8 novembre 1968”.

Da Italia Nostra ricordano che “proprio per questa palese emergenza ambientale il Ministero dei Beni Culturali, il 16 aprile scorso, ha notificato al Comune una integrazione al suddetto vincolo del 1968, che stabilisce che le aree agricole costiere non possono essere edificate o modificate”. “Il Comune – aggiungono – non ha mostrato (ad oggi) l’intenzione di voler aderire pienamente a tale disposizione chiudendo (il 31 maggio) senza nessun avviso il periodo di pubblicazione del PUC”.

Di qui una serie di interrogativi: “ci chiediamo perché, di fronte a tanto clamore e al perdurare di forti appelli, il Comune punti ancora, ostinatamente, a trasformare la Marina di Pisciotta e i suoi dintorni naturali formati da spiagge ed aree pluri-vincolate. Ci chiediamo perché 920 (ulteriori) posti letto, destinati al turismo, non possano trovar luogo nelle abitazioni o nei casali esistenti da ristrutturare (generalmente abbandonati). Oppure in alternativa edificando zone più consone, come la frazione di Caprioli. Ma soprattutto ci chiediamo perché, ancora oggi, si punta ad altro consumo di suolo e a nuova offerta edilizia laddove le case sono vuote 11 mesi all’anno, deprezzando il paesaggio di una regione ricercata per la bellezza della natura e non si punti al recupero e alla conservazione, come disposto dai piani territoriali della Regione e della Provincia e come ben indicato dalla Soprintendenza e dal MiBAC”.

“Attendiamo una risposta”, concludono da Italia Nostra.

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