Agropoli, Tar dichiara abusive alcune strutture del Lido Azzurro

Sergio Pinto

Continua la querelle a suon di carta bollata tra il Lido Oasi ed il Lido Azzurro le due strutture presenti nell’area denominata Lido Azzurro, ad Agropoli. A dichiararsi guerra da anni sono i due proprietari dei lidi presenti nella porzione di spiaggia che dal fiume Testene arriva sino alla Licina; ogni motivo sembra essere buono per proporre un giudizio contro l’altro e tra una stagione estiva e l’altra sono numerose le sentenze intervenute.

Nei giorni scorsi è arrivata l’ennesima decisione del TAR che mette un punto sulla situazione ma non la parola fine. È il 2017, quando Lucia Di Nardo del Lido Oasi propone un ricorso contro Carlo Scalzone, proprietario del Lido Azzurro, e contro anche il comune di Agropoli, il primo per aver innalzato delle presunte opere abusive compiute dopo il 1967, il secondo per aver rilasciato una licenza a costruire sulle opere suddette.

La sentenza del T.A.R. è inequivocabile, la sezione di Salerno del tribunale amministrativo ha disposto l’annullamento della licenza a costruire rilasciata a Scalzone, poiché tre delle cinque opere sono ritenute abusive, per vari motivi, dalla stessa corte. Il TAR ha stabilito che le opere ex-novo sono state costruite sul demanio marittimo, precludendo ogni tipo di condono. Certo questo non è l’epilogo i proprietari del lido Azzurro possono ricorrere al Consiglio di Stato per ribaltare la sentenza, qualora ciò non fosse l’amministrazione comunale di Agropoli dovrebbe chiedere il ripristino dei luoghi.

Il sindaco di Agropoli ha voluto stemperare gli animi: “Dispiace molto che queste vicende giudiziarie colpiscano attività storiche del comune di Agropoli. Ci rimettiamo a quelle che saranno le decisioni dei giudici, voglio sottolineare la natura della questione che attiene più ad un profilo tecnico che politico”.

Condividi questo articolo
Exit mobile version