Impianto di compostaggio in Cilento: il “no” di Potere al Popolo

Costabile Pio Russomando
Castelnuovo Cilento - __anna_di_santi__

Fermo e incondizionato “no” all’impianto di compostaggio di Castelnuovo Cilento. Ad esprimerlo Potere al Popolo Cilento. “Il sito interessato dall’intervento è ubicato a 1 km dal centro abitato di Castelnuovo Cilento, a 2 km dal centro abitati di Salento, a 5,70 km dal centro abitato di Vallo della Lucania, a 1, 5 km dall’abitato di Pantana (frazione di Castelnuovo Cilento), a 3,6 km dall’abitato di Velina (frazione di Castelnuovo Cilento), e a 1,6 km dall’area SIC (Sito di interesse comunitario) ed infine a 195 m dall’alveo del Torrente Fiumicello”, evidenziano.

Impianto di compostaggio: le conseguenze per l’uomo e l’ambiente

Ciò implica la necessità di considerare le possibili criticità che l’impianto di compostaggio potrebbe determinare e le conseguenze per persone, animali e per l’ambiente in generale. Il sito, infatti, porterà all’immissione nell’atmosfera di varie sostanze chimiche e “all’esposizione prolungata della popolazione, della flora e della fauna a tali agenti chimici; a emissioni di rumore legato dal ciclo di funzionamento dell’impianto, alla fase di costruzione e all’aumento di traffico veicolare sulla SS 18; a scavi di sbancamento, tagli stradali, disboscamento durante la fase di costruzione dell’impianto; impermeabilizzazione del suolo dopo la costruzione del sito di compostaggio”.

Il no all’impianto di compostaggio

Insomma una situazione che potrebbe determinare, secondo Potere al Popolo “alterazione delle specie faunistiche presenti nell’area SIC con gravi conseguenze sulla biodiversità dell’area” e alla “rottura dell’equilibrio idrogeologico con possibilità di riattivazione di fenomeni franosi altrimenti quiescenti e possibilità di innesco di frane di neoformazione”.

“La scelta di costruire un grande impianto di compostaggio nel cuore di un parco naturalistico in un’area a forte vocazione ecoturistica, ci sembra una scelta scellerata. Il Cilento a nostro parere deve puntare su un tipo di sviluppo centrato sul turismo culturale, ambientale ed enogastronomico. Non ha bisogno di megaimpianti costosi (il progetto costerà circa 11 milioni di euro), con impatti disastrosi su di un territorio già potenzialmente fragile e vulnerabile di suo”.

Le proposte alternative

Potere al Popolo, quindi, rigetta l’ipotesi di realizzazione dell’impianto e propone soluzioni alternative come “l’autocompostaggio di comunità e/o domestico”. “Basta politiche contro l’ambiente e le persone! Lottiamo per una politica al servizio dell’ambiente, dei territori e dei cittadini”, concludono dal partito.

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