Sala Consilina: bollette pazze per il consumo idrico, ma tanti avevano già pagato e molte sono prescritte

Erminio Cioffi

A distanza di 5 anni dal primo sollecito sono arrivate a centinaia di aziende e famiglie salesi delle ingiunzioni di pagamento da parte del Comune per consumi idrici effettuati e, secondo il Comune, non non pagati nel periodo compreso tra gli anni 2008 e 2011. In moltissimi casi le richieste in questione non hanno alcun fondamento perché le ingiunzioni sono state fatte a persone che hanno regolarmente pagato le fatture per i consumi avvenuti negli anni in questione e già nel 2014, anno in cui era stato fatto un primo sollecito di pagamento avevano esibito le ricevute dei pagamenti fatte negli anni precedenti. A rendere la vicenda particolarmente singolare c’è però un aspetto paradossale: le ingiunzioni, come ha spiegato uno degli avvocati che si è occupato della questione, sono state spedite quando erano già trascorsi 5 anni, ossia il tempo massimo prima dell’intervento della prescrizione del debito. Le ingiunzioni spedite quando già erano prescritte hanno di fatto provocato un danno alle stesse casse comunali perché chi invece non a aveva pagato adesso avvalendosi della prescrizione non pagherà più nemmeno un centesimo e pare che i crediti andati in fumo siano anche abbastanza consistenti. Ad ammettere l’errore nella richiesta di pagamento a chi già aveva pagato ci ha pensato nei giorni scorsi la stessa amministrazione comunale, guidata dal sindaco Francesco Cavallone, che con una delibera di giunta ha ammesso che nel caso di 6 persone, che hanno deciso di citare il Comune dinanzi al Giudice di Pace, c’è stato un errore e che il Dirigente dell’Area Finanze ha provveduto ad annullare le ingiunzioni “ingiuste” di pagamento impugnate. Ingiunzioni con le quali venivano richiesti pagamenti di somme che vanno da un minimo di 200 ad un massimo di 700 euro, ma ci sono casi di persone che si sono viste richiedere il pagamento di cifre superiori anche ai mille euro. Il primo sollecito di pagamento era stato fatto tra l’8 ed il 9 gennaio del 2014 come primo atto interruttivo della prescrizione. A luglio dello scorso anno il Comune ha dato ad una società esterna l’incarico per provvedere alle ingiunzioni di pagamento, ma non è chiaro come e perché, moltissime ingiunzioni, forse tutte, siano state spedite da Caserta il 23 gennaio 2019, ossia quando già erano prescritte, visto che il termine ultimo era tra l’8 ed il 9 gennaio 2019 per poter rientrare nel tempo massimo dei 5 anni dall’ultimo atto interruttivo ed evitare così la mannaia della prescrizione.

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