Capaccio Paestum: la rucola della Piana del Sele verso il riconoscimento Igp

Katiuscia Stio

La rucola coltivata a Capaccio Paestum, ma anche negli altri comuni della Piana del Sele, attende l’ambito riconoscimento di Igp, Indicazione geografica protetta. Nei giorni scorsi il presidente di Coldiretti Salerno, Vito Busillo, in un’intervista alla Rai, ha riconosciuto l’importanza delle produzioni di rucola. I numeri parlano chiaro: di 6.500 ettari di serre nella Piana del Sele, circa la metà sono destinati a rucola. Nel 2018 le 430 aziende impegnate in questa produzione hanno coltivato circa 400 milioni di chili di rucola, destinata per il 75% all’estero.

“Sono numeri eccezionali – ha detto Busillo alla Rai – Il futuro consorzio potrebbe diventare il terzo o il quarto per fatturato a livello nazionale. Il 60% delle aziende sono guidate da giovani con una forte propensioni all’innovazione e ai processi di internazionalizzazione”.

L’areale di produzione dell’Igp vede coinvolti, oltre Capaccio Paestum, i territori di Eboli, Battaglia, Pontecagnano Faiano, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, Bellizzi. Le coltivazioni di rucola sono anche ad alta sostenibilità ambientale, con risparmio idrico, e si sta facendo spazio anche il prodotto bio.

La rucola

La rucola, detta anche rugola o rughetta, è una pianta erbacea dal particolare sapore piccante e dalle spiccate proprietà digestive e terapeutiche. Dal punto di vista nutrizionale è ricca di sali minerali: magnesio, calcio, potassio, ferro e di fibre. Inoltre contiene una buona quantità di vitamina A, vitamine del gruppo B: B6 e B9 (acido folico), vitamina C e K. La rucola ha proprietà depurative e drenanti: ci libera da tossine e liquidi in eccesso, ha proprietà tonificanti e digestive: aiuta a prevenire gastrite, ulcera e problemi al fegato. Inoltre il beta carotene e il sulforafano sono elementi validi per la prevenzione dei tumori. Contiene poche calorie (25 per 100 grammi di prodotto) e, assunta sotto forma di tisana svolge anche un’azione calmante. In passato si riteneva che fosse una pianta afrodisiaca: nell’antica Roma veniva utilizzata per la preparazione di filtri d’amore. Questa pianta può essere coltivata o selvatica: la coltivazione è molto veloce, dopo 40 giorni è già possibile raccoglierla per preparare gustose insalate. La rucola selvatica ha un sapore più piccante e le sue foglie sono più scure e un po’ più dure. Il periodo migliore per coltivarla va dall’inizio della primavera fino a settembre.

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