Cilento, Strategia dell’Area Interna: ecco la bozza definitiva

Katiuscia Stio
Roccadaspide

E’ convocato per lunedì prossimo, 25 marzo, un incontro per approvare la bozza definitiva del Preliminare di Strategia dell’Area Interna “Cilento Interno”. Si tratta di un documento che costituisce una tappa decisiva per l’attivazione della strategia necessaria alla valorizzazione delle aree interne del comprensorio cilentano. L’appuntamento è alle 17 presso l’aula consiliare del Comune di Roccadaspide. Coinvolti Aquara, Bellosguardo, Castelcivita, Controne, Corleto Monforte, Ottati, Roscigno, Sant’Angelo a Fasanella, Campora, Castel San Lorenzo, Felitto, Laurino, Magliano Vetere, Monteforte Cilento, Piaggine, Sacco, Valle dell’Angelo, Castelnuovo Cilento, Ceraso, Gioi, Moio della Civitella, Novi Velia, Orria, Perito, Salento, Vallo della Lucania, Cannalonga e Stio.

Ciò permette agli Enti coinvolti di avviare un percorso di condivisione della strategia di sviluppo sociale ed economico sostenibile e duraturo nella quale risulta decisiva l’elaborazione di soluzioni ai problemi e alle carenze rilevate nei campi della sanità, dell’istruzione, della mobilità e della connettività, oltre che progettare la realizzazione di un sistema di azioni di crescita e sviluppo dei settori economici rilevanti del territorio cilentano. La strategia permetterà agli Enti coinvolti di avviare un percorso di condivisione della strategia di sviluppo sociale ed economico sostenibile e duraturo nella quale risulta decisiva l’elaborazione di soluzioni ai problemi e alle carenze rilevate nei campi della sanità, dell’istruzione, della mobilità e della connettività, oltre che progettare la realizzazione di un sistema di azioni di crescita e sviluppo dei settori economici rilevanti del territorio cilentano.

Per un approfondimento ecco la bozza di strategia dell’area interna

1          IDEA GUIDA, FILIERA COGNITIVA E PRINCIPALI INTERVENTI

Il Cilento Interno, per accessibilità  e lontananza può essere considerata un’isola, diversa dal Cilento della costa ma ugualmente bella e unica, fatta di chi ci vive da sempre, di chi ha deciso ostinatamente di restare e di chi è tornato perché non si rassegna a non poter coniugare in modo semplice conservazione della bellezza e sviluppo.

Il Cilento interno è territorio schivo e riservato che ha preservato tradizioni e bellezze paesaggistiche che sono intatte e che conservano ancora oggi una strettissima connessione tra le culture delle comunità e il paesaggio, specchio dell’uso millenario del capitale territoriale composto da tre essenze: uomo, natura, e lavoro che l’uomo compie su di essa.

Per questa  forte connotazione naturalistica e ambientale, che delinea un’armatura territoriale ad elevato grado di diversità eco-sistemica, tutti i 29 Comuni dell’Area Progetto ricadono nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e Alburni, in un territorio che si estende per circa  949 km2 con una densità pari a 53,2, la più bassa delle aree interne della Campania.

Lo spopolamento progressivo, finora inarrestabile, e l’invecchiamento della comunità superstite minaccia questo patrimonio territoriale in quanto lo lascia al degrado e all’abbandono.

Frenare lo spopolamento significa, dunque, contrastare tale abbandono creando opportunità lavorative legate all’uso sostenibile dell’enorme patrimonio naturale del Parco, valorizzando e interpretando in maniera innovativa le pratiche di una cultura materiale che, nella sua storia millenaria,  ha “costruito” paesaggi, culture e stili di vita, riconosciuti oggi patrimonio dell’umanità.

L’eccezionale valenza di questa risorsa territoriale è, infatti, certificata da prestigiosi riconoscimenti: 1998, sito iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco; 2007, qualifica Unesco MAB – Riserva della biosfera; inserito nella lista Unesco Global Geo-parks Network; unica comunità emblematica in Italia del Patrimonio immateriale Unesco “Dieta Mediterranea”.

Questo “capitale” presenta un potenziale ancora da valorizzare appieno.

 

La sfida è, dunque, trasformare quella che è considerata dai più “arretratezza” in opportunità, in fattore competitivo di sviluppo, puntando sul paradigma identitario, espresso nell’assioma “prodotto/territorio”, come leva di sviluppo per la rigenerazione  delle filiere produttive storiche,  da valorizzare in maniera integrata e da rimodulare in chiave contemporanea operando interventi mirati in grado di rimettere in circolo i flussi vitali per l’economia dei borghi più interni.

Il territorio possiede ancora le conoscenze e gli elementi di base per mettere in campo una strategia capace di invertire alcuni fenomeni diseconomici come:

  • la limitata fruibilità/valorizzazione economica delle risorse territoriali;
  • le scarse opportunità di applicazione per i saperi e l’artigianato locale di eccellenza,
  • la rarefazione umana,
  • l’insufficiente dotazione di infrastrutture e servizi,
    • la difficoltosa mobilità interna e basso grado di sicurezza delle strade interne;
  • la debolezza delle strutture amministrative.

 

Questi ostacoli possono essere superati progettando e applicando il modello di sviluppo place-based proposto dalla SNAI che si basa sull’assunto che sono i fattori di contesto a costituire i prerequisiti essenziali per la crescita e lo sviluppo economico.

Punto di partenza è la ricostruzione delle reti economiche che per millenni hanno garantito la tenuta  e tutela dei territori, attraverso i connotati della resilienza rurale, e che possono continuare ad essere il substrato originario sul quale modellare concrete e durature linee di sviluppo.

All’interno di questo paradigma, pertanto, prioritariamente, si concentreranno strategicamente gli investimenti e le energie sulle filiere identitarie dell’area che non possono che vertere sul concetto olistico di Dieta Mediterranea e  sulla necessità di preservare il capitale di biodiversità con attività ecocompatibili e connesse al concetto di green economy.

  • la dieta mediterranea

La forte caratterizzazione espressa dal concetto di “dieta mediterranea” deve opportunamente essere riagganciata ai valori ancestrali della stessa che conducono al Cilento come origine di questo stile di vita che è declinato attraverso i prodotti e il “modus vivendi”, ancora visibile e fruibile nei borghi di questo territorio ma bisognoso di supporto e riattualizzazione.

Tra i motivi che concorrono a rendere il Cilento un territorio di grande interesse ai fini della DM, vi è quello che i prodotti sono ancora coltivati e lavorati con metodi assolutamente non intensivi, che conservano l’impronta delle tradizioni locali. Ciò fa sì che in esso siano presenti alcune importanti produzioni agricole che hanno ottenuto riconoscimenti di qualità e che vanno sostenute ed incrementate incentivando e facilitando lo sviluppo di filiere corte. Nonostante ciò, l’80% dei prodotti agricoli consumati nel Cilento proviene da altri territori e solo il 20% deriva da questo territorio. Occorre, dunque, attuare strategie di sostegno alle produzioni locali  del “paniere mediterraneo” , tarate sulla fisionomia delle piccole aziende agricole presenti sul territorio che svolgono, tra l’altro, un ruolo fondamentale nel preservare il sistema dei piccoli orti, aspetto peculiare del paesaggio e dell’agro-bio-diversità del Parco.

Per conformazione e morfologia territoriale del Cilento, in coerenza con una strategia di posizionamento del territorio, difficilmente si potranno garantire volumi e quantità tali da prevedere una diffusione su larga scala, per contro bisognerà posizionarsi su nicchie di mercato, garantendo qualità ed eccellenza, costruendo innanzi tutto un mercato interno.

Alla luce della crescente attenzione internazionale alla Dieta Mediterranea come paradigma di dieta sostenibile(FAO e altre pubblicazioni) questo approccio permetterebbe al Cilento di diventare un modello di rilevanza nazionale ed internazionale, favorendo la creazione e la ritenzione dei valori immateriali espressi nel riconoscimento UNESCO.

  • il bosco

Altra risorsa, ad oggi scarsamente valorizzata economicamente, è quella legata alla gestione dell’enorme patrimonio forestale che attende solo di essere messo a valore ed utilizzato in modo razionale e sostenibile. Le foreste preservano la biodiversità, prevengono l’erosione del suolo, e costituiscono la base per nuove economie locali, sia per la loro funzione nell’ambito di una complessa filiera produttiva ed energetica del legno, sia per il loro uso in chiave turistica, ricreativa e culturale. Per un  territorio ricadente al 100% in un’area Parco Nazionale, è fondamentale ampliare l’utilizzo sostenibile del bosco puntando sulla filiera corta agro-forestali e della bio-edilizia, sull’utilizzo degli scarti di lavorazione a fini energetici ed investire sulla qualità e la certificazione dei prodotti forestali.

  • i lavori tradizionali

La valorizzazione delle risorse territoriali significa anche  recuperare e valorizzare il sapere non codificato insito nelle tradizioni locali e nel lavoro artigiano che rivestono un’importanza strategica, oltre che dal punto di vista economico, anche sul piano sociale in quanto  permettono di rafforzare, quando non di ricostruire, il legame con il territorio di riferimento.

Nel Cilento riscoprire il saper fare tradizionale rappresenta una sfida da raccogliere. Ma tecnica e tradizione possono non essere sufficienti: per affrontare la sfida occorrono una forte consapevolezza degli effetti della globalizzazione e la capacità di valorizzare, se necessario, il ruolo dell’arte e  delle nuove tecnologie, come di immaginare nuovi campi di applicazione per antichi mestieri, rifunzionalizzandoli nell’ambito degli odierni mercati del consumo ed aumentandone il capitale culturale. Salvare le attività artigianali di eccellenza dal rischio di scomparsa che le minaccia, puntando in primis sulle nuove generazioni e sulle fasce deboli, può rappresentare un modo vincente per costruire coesione sociale e sviluppo locale. Detti mestieri, soprattutto se attualizzati, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, la formazione e la contaminazione con nuovi linguaggi artistici e forme di fruizione, possono ancora rappresentare delle validissime opportunità occupazionali e di sviluppo dell’imprenditorialità giovanile oltre che occasione di rilancio dell’offerta culturale dell’area.

In questa ottica, progetti culturali e tecnologici innovativi come le residenze artistiche e i fab-lab potrebbero risultare interessanti mezzi di recupero del sapere, delle tecniche e dei luoghi di produzione tradizionali oltre che incubatori di nuove idee e realtà imprenditoriali.

Infine la riattualizzazione degli antichi mestieri

può essere un ponte di raccordo sia intergenerazionale tra passato, presente e futuro, sia tra gli ambienti rurali ed urbani, oltre che strumento per la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio culturale cilentano da un lato, e per lo stimolo all’innovazione e alla creatività dall’altro.

  • i nuovi abitanti

Il radicamento di nuove attività economiche, allo stesso tempo,  presuppone e costituisce  un “antidoto” allo spopolamento in atto. Una opportunità è sicuramente da ricercare nella presenza dei migranti nei centri e nei borghi del Cilento interno, che nel 2017 rappresentavano il 4,1% della popolazione e che risultano in aumento, visto che nel 2011 rappresentavano il 2,8%. Inseriti nel circuito del mercato del lavoro, contribuirebbero ad arrestare la “rarefazione umana” e la desertificazione delle attività economiche tradizionali, in primis  delle produzioni agricole di pregio.

I centri e i borghi dell’Area Progetto dovrebbero, pertanto, trasformarsi sempre più in luoghi capaci di presentarsi come spazi sociali aperti, dinamici e capaci di partire da chi ha deciso di restare, da chi è ritornato per realizzare il proprio progetto di vita in questi luoghi e capaci di accogliere nuovi abitanti come i migranti  e coloro che cercano casa, anche temporaneamente, attratti dalla ricchezza del patrimonio di cultura materiale, come giovani creativi, o semplicemente come persone che aspirano ad un ritmo di vita slow.

Per ripopolare i borghi, avamposti identitari di connessione tra il territorio, la sua storia, la cultura dei suoi abitanti e le produzioni tipiche, occorre pensare a nuove forme dell’abitare creando un ambiente ospitante pronto ad essere tanto meta di un turismo “rurale/esperienziale” basato su natura, tradizioni, artigianato ed enogastronomia, quanto di nuove modalità di residenza, attratte anche da forme di incentivazione economica che rimettono in un circuito  e a valore il vasto patrimonio immobiliare esistente in disuso per l’accoglienza di giovani famiglie,  per attività  di micro ricettività diffusa o per il co-housing sociale, volto anche alle fasce deboli quali anziani o migranti. Nel patrimonio da mettere a frutto per incentivare lo sviluppo di tali forme di residenza innovative vi sono anche i terreni demaniali comunali che rientrano nell’iniziativa regionale “Banca della terra” e che possono contribuire a incrementare le produzioni di eccellenza del territorio.

  • in viaggio nel Cilento interno

I borghi possono essere anche i nodi di una rete di fruizione volta  valorizzare la connettività storica culturale, costituita dalla rete viaria storica e dai sentieri, in modo che questa diventi un momento qualificante e distintivo di un’originale offerta turistica tematica del Cilento Interno. Infatti, l’elemento centrale del sistema insediativo (ma anche del paesaggio nel suo complesso) è la rete arcaica dei percorsi. Il loro ruolo paesistico è dovuto ad una molteplicità di fattori, riconducibili alla specificità orografica del territorio appenninico e sub appenninico e al ruolo che vi hanno svolto i sistemi di crinali nell’antropizzazione protostorica e successiva.

La valorizzazione delle bellezze dei borghi rurali cilentani passa anche attraverso l’attualizzazione delle modalità di racconto e (rap)presentazione nel pieno rispetto delle tradizioni locali; un ruolo importante in questo senso può essere svolto dalle comunità itineranti di artisti/artigiani contemporanei.

 

Per contrastare e bloccare lo spopolamento e per attrarre nuovi abitanti nell’Area Progetto è però indispensabile,  riuscire a garantire  condizioni di vita sostenibili. Per abitare ci vogliono servizi, che rispondano ai fabbisogni delle famiglie giovani, e siano qualificanti rispetto al territorio nel quale si approda. Bisogna tentare una ricalibratura del welfare locale, nella logica dell’investimento sociale, sperimentando servizi nuovi per popolazioni nuove, sui quali fare partire un moto di inclusione e di integrazione. In primis occorrerà garantire ai cittadini adeguati livelli dei servizi per l’istruzione, la mobilità, la salute.  Il  territorio e le c

omunità locali richiedono sempre più servizi pubblici su scala territoriale, progettati ed erogati sulla base delle reali esigenze, in grado di adattarsi con flessibilità alle diverse esigenze dei cittadini.

  • competenza e consapevolezza

Per favorire la crescita economica e socioculturale occorre prioritariamente fornire una risposta coerente ai fabbisogni formativi e professionali del territorio, legame attualmente molto debole, al fine di un inserimento efficace dei giovani nel mondo del lavoro e nel contesto sociale locale.

La presenza professionale e il permanere di antichi mestieri nel territorio può essere garantita anche mediante associazioni di scopo tra professionisti  utili ad assicurare e  trasferire conoscenza  anche nel settore dei servizi, compresi quelli sanitari, svolgendo un’attività essenziale per la crescita del capitale umano o per la rigenerazione del capitale umano esistente residuo. Il ruolo di queste figure esperte consentirebbe di formarne  altre più ricche di competenze, capaci di avvalersi dell’innovazione ma rimanendo ancorati ai saperi tradizionali del passato,  al fine di proporre in modo più adeguato ai nuovi tempi di vita economici e sociali e culturale connessi con la strategia.

Inoltre si avverte forte l’esigenza  di costruire la consapevolezza  del valore e il senso di appartenenza al territorio, sia potenziando i programmi scolastici con una maggiore attenzione alle vocazioni e al patrimonio di valori locali partendo sin dalla scuola primaria, sia formando operatori dell’accoglienza e figure professionali in grado di mettere a valore il filone della Dieta Mediterranea che trova nel Cilento la sua terra di elezione.

I temi da affrontare, dunque, anche in una prospettiva di comparazione con le altre aree della SNAI , sono i seguenti:

  • partecipazione degli studenti in azioni di sviluppo locale e in esperienze progettuali nelle scuole o in altri contesti culturali, in termini di adeguamento e convergenza fra attività didattiche e sistema produttivo locale;
  • impegno delle scuole, dei programmi didattici e degli operatori culturali in progetti di costituzione di comunità, in termini di tutela del paesaggio, delle specificità storico-culturali, dell’ambiente e delle riserve energetiche di contrasto al cambiamento climatico;
  • scelte di policy e co-progettazione della SNAI, in particolare sulla convergenza fra i progetti didattici/formativi e il disegno di sviluppo delineato dalla Strategia d’area e da altri progetti di sviluppo locale.
  • la domanda di accessibilità

Vera criticità dell’area è la problematica della mancata accessibilità, dovuta ad una rete viaria spesso in dissesto e da servizi di TPL che non riescono a mettere in relazione e garantire la completa percorribilità del territorio pilota. Un miglioramento dell’accessibilità è vitale per tutte le categorie sociali presenti, lavoratori, studenti, anziani, ecc

Si possono delineare due direttrici di intervento: l’una diretta a migliorare le connessioni funzionali tra i comuni agendo sulla viabilità esistente per limitare l’impatto ambientale che eventuali nuove infrastrutture viare potrebbero determinare, l’altra volta a studiare e razionalizzare il servizio di TPL, integrandolo con iniziative quali servizi di minibus ad alimentazione sostenibile, servizi di mobilità condivisi e sostenibili quali, ad esempio, il car sharing o lo  share n’go

  • salute e benessere

Anche per quanto concerne i servizi sanitari si è riscontrata una iniquità nell’accesso ai servizi, considerata la tipologia di abitanti (spesso anziani, distanti dai servizi non raggiungibili con mezzi propri, a basso reddito).

Dopo la costruzione di una base di conoscenza comune, che consenta di valutare priorità e strategicità degli interventi, attraverso un lavoro effettuato a livello  dei due distretti territorialmente interessati, si punta  all’avvio di una medicina d’iniziativa prevedendo investimenti nella dotazione di dispositivi e per il supporto all’attivazione di servizi ad hoc, come l’infermiere di comunità, per rispondere meglio ai bisogni della popolazione. Inoltre, necessaria una riorganizzazione del servizio puntando anche sulle opportunità offerte dall’innovazione digitale in sanità.

L’azione strategica si completa con interventi capaci di impatto positivo sulla salute e il benessere della popolazione, in connessione con il driver istruzione: educazione alimentare nelle scuole primarie, prevenzione di patologie derivanti da stili di vita sedentari, da videodipendenze attraverso l’educazione ad attività e stili di vita a contatto con la natura, e, approfittando della presenza dell’IPSSAR a Castelnuovo Cilento, sviluppando nell’IPSSAR menù e ricette adatte a integrare e sostenere anche dal punto di vista nutrizionale la popolazione più fragile.

 

  1. TERRITORIO INTERESSATO E ASSOCIAZIONISMO DEI COMUNI

2.1  Descrizione del Sistema Intercomunale Permanente

2.1  Descrizione del Sistema Intercomunale Permanente

L’area interessata è composta da 29 comuni, dei quali 14 in area periferica e ultra-periferica. I comuni sono: Aquara, Bellosguardo, Castelcivita, Controne, Corleto Monforte, Ottati, Roscigno, Sant’Angelo a Fasanella — Campora, Castel San Lorenzo, Felitto, Laurino, Magliano Vetere, Monteforte Cilento, Piaggine, Sacco, Stio, Valle Dell’Angelo,  Cannalonga, Castelnuovo Cilento, Ceraso, Gioi, Moio della Civitella, Novi Velia, Orria, Perito, Salento, Vallo della Lucania Roccadaspide.  La popolazione vive per il 59% in aree interne, con paesi che non raggiungono i 600 abitanti e con indici di spopolamento che raggiungono il -5.9%.  dei 29 comuni, 14 sono classificati come ultraperiferici.

Il comune con il maggior numero di abitanti è Vallo della Lucania con 8.668, seguito da Roccadaspide con 7.354. Il comune più piccolo è Valle dell’Angelo con 277 abitanti, preceduto da Campora con 462 abitanti. 

La variazione demografica di molti centri del Cilento interno dimostra che la diminuzione della popolazione negli anni è costante al – 5,9% degli 2001-2011 si registra una continuità nel 2011/17 con un – 4%  . In termini assoluti, si passa dai 50.493 abitanti del 2011 ai 48.440 del 2017 con una perdita di popolazione di 2.053 abitanti  in 7 anni. Aumenta la popolazione over 65, passando da 24,9% a 26,0%, diminuisce la popolazione giovane, in particolare nella fascia di età 0-16 anni, passando dal 13,8 al 12,8 con tutto quanto ne consegue sulla sostenibilità di alcuni servizi come la scuola e poi la forza lavoro.

Secondo il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale PTCP della Provincia di Salerno, il territorio ricade nell’Ambito Identitario n° 7 – Cilento, Calore, Alento, Mingardo, Bussento e Alburni sudest, che comprende gli STS[1] A1 Alburni, A2 Alto Calore Salernitano, A3 Alento – Monte Stella, A4 Gelbison Cervati, A5 Lambro‐Mingardo, A6 Bussento, tutti a dominante naturalistica.

Il comune con la superficie minore risulta Aquara, seguita da Bellosguardo e Castelcivita. Quello con l’estensione maggiore risulta Laurino, seguito da Roccadaspide. Il comune con la minore estensione è Controne, preceduto da Castel San Lorenzo.  La superficie di tutti i comuni è di 948.75 KM2.

Lo spopolamento dei comuni è sicuramente il fenomeno più rilevante dell’area, che ha determinato nel tempo  l’insediamento lungo le dorsali di collegamento stradale. I sistemi edificativi sono sparsi nell’area e questo ha determinato costruzioni su terreni agricoli con una perdita significativa di SAU (la variazione percentuale di SAU tra il 1982 e il 2010 è -22%), una concentrazione di servizi in pochi centri polarizzanti, la dislocazione lungo il fondovalle del Vallo di Diano di attività commerciali e produttive il cui eccessivo sviluppo continua a produrre un profondo spaccamento tra questa zona e le zone più interne. 

Dall’analisi dei dati si rileva un sistema economico fragile, non ben identificato e, soprattutto, non consapevole. La dominante naturalistica dell’area, pregio di questo territorio, non è mai stata valorizzata e non sostiene l’economia dei territori, che vanno spopolandosi, anche per la perdita graduale dell’identità territoriale.

L’agricoltura e la forestazione, grandi risorse del territorio (come si evince dalle tabelle allegate), non sono sufficientemente strutturanti l’economia del luogo, non vengono né sfruttate, né valorizzate, e non sono opportunità né per le comunità residenti, né tantomeno per quelle “giovani”. Questi ultimi, non avendo grandi opportunità occupazionali, decidono di migrare ove, almeno potenzialmente, possono intravvedere un futuro e opportunità di sviluppo personale.

L’offerta formativa, peraltro, non corrisponde alla valorizzazione delle potenzialità dell’area: non sono presenti indirizzi formativi consoni alle vocazioni territoriali come l’agricoltura o il turismo (ad esempio non vi sono istituti agrari, e pochissimi sono gli alberghieri, mentre numerosi sono i licei che non forniscono opportunità immediate di occupazione, ed inoltre costringono comunque gli studenti ad allontanarsi dal proprio paese, aumentando così lo scollamento dalla propria identità territoriale).

Dal focus group sull’istruzione emerge che gli studenti delle scuole lamentano soprattutto la mancanza di una offerta formativa che sia interessante e soprattutto lamentano la mancanza totale di strutture aggregative che possano essere di attrattiva per loro e che non li costringa a recarsi altrove anche per la visione di un film. Il passaggio generazionale nei mestieri antichi, come in quello dell’agricoltura è reso complicato dalla burocrazia, dalla mancanza di agevolazioni (agevolazioni che potrebbero incentivare la realizzazione di nuove aziende produttive) e dalla mancanza totale di innovazione nelle aziende di famiglia che rendono poco attrattivo il mestiere di agricoltore.

Se interpretiamo i dati statistici a supporto notiamo (oltre alla perdita consistente di SAU) che l’età dei conduttori di terreni è altissima (supera i 65 anni di età) e che tra gli imprenditori agricoli, pochissimi hanno un titolo di studio e, tra coloro che lo possiedono, pochissimi hanno conseguito un diploma agrario. Ciò a conferma della situazione di stallo dell’economia, fondata sul solo sostentamento, e non sulla produttività delle aziende agricole presenti. Produttività ridotta, mancanza di innovazione e di ricambio generazionale, queste le criticità delle imprese agricole. A ciò si unisce la mancanza totale dello “sfruttamento” della enorme risorsa che è la foresta. Questo grandissimo polmone campano (se si consultano le tabelle allegate, si nota l’assenza totale di imprese produttive nelle aziende agricole a comparto delle legnose) non solo non fornisce alcun tipo di produttività aziendale, ma rischia oramai di diventare un problema ambientale di non poco conto, in quanto non curato, né regimentato.

Il comparto turistico è pressoché inesistente. I dati statistici confermano una concentrazione delle aziende ricettive e ristorative nell’area della vicina costiera cilentana, che, comunque, risente di una fortissima stagionalizzazione dell’offerta turistica e che, neanche nei mesi estivi di alta stagione, costituisce una economia sostenibile per lo stesso Cilento costiero. I collegamenti tra le cittadine di mare, i parchi naturali e le aree interne dell’alto Cilento sono molto problematici, e per questo, non il turismo costiero non ha ricadute economiche per i territori più interni. 

I servizi territoriali di base, in conseguenza allo spopolamento dell’area sono rarefatti. Sono presenti due ospedali (Roccadaspide e Vallo della Lucania) ed i territori più periferici dell’area sono scoperti nelle emergenze. I dati statistici e il Focus group sulla sanità confermano la necessità di una copertura maggiore di servizi territoriali di cura.

Infatti i tassi di ospedalizzazione con codice giallo sono altissimi (il Tasso di ospedalizzazione della popolazione ultra 75enne è del 499.34 %, il Tasso di ospedalizzazione evitabile (composito) è del 997.55%) . Ciò a conferma della necessità di attivare servizi territoriali di cura soprattutto per le comunità anziane ed infantili. La mancanza di strutture territoriali di base e di emergenza, fa si che la popolazione, vada altrove anche per le cure minime. Infatti dovendosi spostare, chi ha necessità di cura, preferisce curasi altrove, ed evitare il sovraffollamento presente negli unici due presidi ospedalieri presenti.

L’assenza di servizi di cura territoriali è aggravata dal problema della mobilità nel Cilento interno che incide considerevolmente anche sugli altri servizi di cittadinanza, sanità e istruzione. In ogni focus group è emerso  che il problema principale sta nella viabilità angusta e, a volte, impraticabile, e nell’assenza di servizi di TPL che garantiscano i trasporti all’interno delle piccole comunità.

La mobilità e la viabilità, all’interno del comparto sanitario, significano impossibilità di gestione delle emergenze. In questi paesi si può morire di infarto a causa della viabilità che costringe anche le ambulanze a percorsi impervi e lunghissimi, molte volte interrotti per frane o per altri tipi di dissesti idrogeologici (il tempo di percorrenza che intercorre tra l’inizio della chiamata telefonica alla centrale operativa e l’arrivo del primo soccorso sul posto è stimato in 16  minuti). La distanza media in minuti dei comuni “non polo” dal polo più vicino è di 55 Km; la distanza media in minuti dei comuni non polo dal polo più vicino  ponderata per la popolazione è di 48 Km.

L’analisi dell’offerta di servizi del TPL su gomma di connessione al capoluogo regionale mostra una percentuale dello 0,09% (unità di misura  corse medie giorno ogni 1000 abitanti) quale numero medio  giornaliero di servizi su gomma ponderati  per la popolazione residente nel comune, dai comuni dell’area di riferimento al capoluogo regionale.

L’offerta di servizi del TPL su gomma di connessione al polo locale presenta una percentuale 2,79% (unità di misura  corse medie giorno ogni 1000 abitanti) quale numero medio  giornaliero di servizi su gomma ponderati  per la popolazione residente nel comune, dai comuni dell’area di riferimento al polo territoriale.

La percentuale di Accessibilità alla stazione ferroviaria più vicina  (servizi regionali o nazionali) è del  48,26 % (% di popolazione residente  entro un raggio di 15 minuti dalla stazione di riferimento).

Il problema della viabilità e della mobilità incide anche sul servizio scolastico e si aggiunge al più ampio problema del ridimensionamento dei presidi scolastici. La compressione delle nascite ha determinato in moltissimi paesi l’organizzazione delle pluriclassi (notiamo i risultati INVALSI: essi sono al di sotto della media campana). Queste ultime, oltre ad avere effetti negativi sull’apprendimento dei piccoli alunni, costringe questi ultimi e le famiglie a spostamenti quotidiani per raggiungere le scuole, materne o elementari. Ciò oltre a rappresentare un costo economico per le famiglie interessate, costituisce un altissimo costo sociale, che, a lungo andare, determina la scelta di emigrazione da parte delle famiglie, che preferiscono andare altrove piuttosto che sopportare lunghi spostamenti , ed in più, una scarsa offerta formativa.

Ai problemi enunciati si aggiungono quelli della connettività: solo il 31% della popolazione residente è raggiunta da banda larga. Il digital divide interessa nel totale il 53% della popolazione. L’impatto di questo grosso Gap è sia sull’effetto isolamento (che aumenta distanze, disinformazione, e scollamento), sia sulla competitività delle imprese, sul loro potenziale sviluppo, sia sulle numerose applicazioni che potrebbero essere utilizzate in campo sanitario (per esempio con la telemedicina).

2.2 Motivazione di scelte di condivisione di Funzioni e Servizi

La gestione associata è considerata sintomo dell’esistenza di quella maggiore capacità di progettazione e attuazione di un’azione collettiva di sviluppo locale, nel senso richiesto dalla strategia nazionale per le “aree interne”.

Pertanto lagestione in forma associata di funzioni (fondamentali) e di servizi è assunta dall’Accordo di programma quale requisito essenziale della strategia di sviluppo in quanto segnala l’esistenza di un assetto continuativo ed efficiente per l’erogazione di suddetti servizi (ambiti ottimali) nonché un livello più appropriato di esercizio delle funzioni fondamentali.

Con  la volontà di pervenire ad un miglioramento dell’efficacia ed efficienza dei servizi erogati, i comuni dell’area progetto hanno individuato, in questa prima fase, nella Convenzione la forma più efficace per la gestione associata delle seguenti funzioni fondamentali:

  • pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi per una gestione coordinata e solidale delle eventuali emergenze che dovesse interessare l’area pilota;
  • Catasto per l’incremento dell’efficientamento dei servizi mediante un unico data-base catastale per la conservazione, l’utilizzazione e l’aggiornamento degli atti catastali che integri
  • servizi informatici e telematici (ITC) nell’ottica della semplificazione e dello snellimento delle funzioni amministrative e alle attività di promozione dell’e-government e della realizzazione del sistema e-territory e di gestione di reti multimediali per l’implementazione della gestione associata delle infrastrutture e dei servizi

La vastità del territorio dell’area pilota, la sua complessità orografica,che storicamente ha creato “enclavi”,  e la numerosità dei comuni che ricadono nella perimetrazione, hanno suggerito di valorizzare le forme associate già esistenti ed operanti, 2 unioni di comuni (Alto Calore e Valle Alento) e 3 comunità montane (Alburni, Gelbison Cervati e Calore salernitano) e di rispondere al requisito associativo con la seguente soluzione:

  • i Comuni che fanno parte di una delle tre Comunità Montane presenti nell’Area conferiscono, ai fini dell’esercizio associato, alla Comunità Montana di appartenenza le funzioni da associare (Catasto, Protezione Civile e ICT);
  • i Comuni dell’Area che fanno parte di una delle due Unioni di Comuni presenti nell’Area conferiscono, ai fini dell’esercizio associato, alla Unione di appartenenza le funzioni da associare;
  • i Comuni dell’Area che non aderiscono ad alcuna Comunità Montana o Unione di Comuni stipuleranno una convenzione, ai sensi degli artt. 30 e 32, 2 comma, del D.Lgs. n. 267/2000, con una delle Unioni o delle Comunità Montane presenti nell’Area per l’esercizio associato delle funzioni da associare.

Una volta perfezionato il conferimento delle funzioni da parte dei Comuni, le due Unioni di Comuni e le tre Comunità Montante presenti nell’Area stipuleranno tra di loro una convenzione di secondo livello, ai sensi dell’art. 32, 2 comma, del D.Lgs. n. 267/2000 e dell’art. 15 della Legge n. 241/90 e nel rispetto della Legge Regionale n. 12/2008 e dei rispettivi Statuti, ai fini dello svolgimento coordinato delle medesime funzioni conferite loro dai Comuni di appartenenza.

 

  1. DESCRIZIONE DEGLI ATTORI RILEVANTI

Il preliminare è il risultato di un  percorso di ascolto e confronto al quale hanno partecipato attori istituzionali e soggetti privati.

I soggetti che hanno partecipato attivamente al processo di elaborazione della Strategia sono oltre al Comitato Nazionale per le Aree Interne e ai Ministeri competenti, la Regione Campania, la Provincia di Salerno –  settore trasporti, l’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, i Comuni dell’Area pilota, le Istituzioni Scolastiche, l’ASL di Salerno e i Direttori Sanitari dei 2 distretti di riferimento, le imprese e le reti di imprese che operano nelle filiere (culturali, sociali, etc.) agroalimentari e nel turismo sostenibile, i cittadini, inclusi gli studenti che hanno partecipato ad un laboratorio di ascolto e progettazione) e le Associazioni attive sul territorio.

Particolarmente proficuo il confronto in tema di sviluppo locale con gli agricoltori cui è stato dedicato un focus specifico, per la rilevanza di questo settore economico nell’area pilota.

Le attività di confronto partenariale sono state realizzate attraverso incontri specifici con i Sindaci dell’Area Progetto e con forum aperti sui temi dello sviluppo locale, dell’istruzione, della salute e della mobilità.

Nella tabella sono riportati gli attori più rilevanti intervenuti nel processo, che hanno prestato il loro contributo al percorso di co-progettazione della Strategia.

Ente

Ruolo

Regione Campania

Dirigenti e funzionari degli assessorati regionali

Provincia di Salerno

Competenze su Trasporto pubblico Locale

Istituti di Istruzione Primaria e Secondaria Superiore di Vallo della Lucania e di Roccadaspide

Dirigenti Istruzione primaria e secondaria superiore

Studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Parmenide” (istituto tecnico e Liceo Scientifico) di Roccadaspide

Partecipanti al Laboratorio di ascolto e progettazione

Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di diano e Alburni

Direttore e V/Presidente Gestione  e promozione della risorsa parco

ASL Salerno

Soggetto gestore dei presidi sanitari e dei Distretti sociosanitari dell’area.

Distretti Sanitari n. 69 e 70

Direttori sanitari

Ambiti sociali di zona S07 e S08

Responsabili  dei servizi sociali

Comunità Montane

Rappresentanti  e tecnici Calore Salernitano, Gelbison, Alento

UNCEM Campania

Presidenza Unione delle Comunità montane della Campania

Associazione medici di medicina generale “Parmenide”

Soggetti erogatori di servizi sanitari

Consorzio di bonifica Velia

Capofila rete di imprese FILIERA CILENTO

Sistema Cilento spa

Agenzia di sviluppo locale eredità di un Patto territoriale

Biodistretto Cilento

Associazione di  imprese agricole biologiche, amministrazioni locali, operatori del turismo, commercio e artigianato, associazioni ambientaliste, culturali e sociali

Gruppo d’Azione Locale CILENTO ReGeneratio

GAL promosso dal Piano di Sviluppo Rurale Regionale

Gruppo di azione Locale Casacastra

GAL promosso dal Piano di Sviluppo Rurale Regionale

Gruppo di azione locale I Sentieri del Buon Vivere s.c. a r.l.

GAL promosso dal Piano di Sviluppo Rurale Regionale

Coldiretti Salerno

Presidenza e Direzione dell’associazione dei coltivatori diretti

AIAB, Associazione Italiana Agricoltura Biologica

Rappresentanza dei produttori biologici

CIA Salerno

Presidenza dell’Associazione professionale agricoltura

Consorzio Vini Salerno

Presidente  del Consorzio di produttori vitivinicoli

Slow Food Condotta Cilento

Associazione non-profit che si pone l’obiettivo di promuovere nel mondo il cibo buono, pulito, giusto e sano.

Azienda  “Monacelli”

Produttori di olio con frantoio

GSE gestore energie sostenibili

Azienda sulle energie rinnovabili ed efficientamento energetico

Fondazione Ampio Raggio

Ecosistema di innovazione pmi

Azienda “Tempa del Fico”

Azienda agricola e agrituristiche

Cooperativa Sociale “Capovolti”

Cooperativa sociale che si occupa di agricoltura sociale

Rehub Alburni

Associazione che valorizza antiche tecniche agricole con le nuove tecnologie

Cooperativa LINK

Cooperativa sociale

Cooperativa Namastè

Cooperativa sociale

BCC Acquara

Istituto di credito

 

 

  1. RISULTATI ATTESI, INTERVENTI E TEMPISTICA

L’obiettivo generale della Strategia è arrestare e invertire il processo di spopolamento della popolazione residente nei Centri e nei Borghi Interni dell’Area Progetto.

Per raggiungere tale obiettivo, i  29 Comuni dell’Area interna intendono valorizzare ciò che più li rappresenta e caratterizza: il  paesaggio; rendendo una vera opportunità ciò che è stato vissuto per anni come un limite. L’idea guida della strategia parte dalla consapevolezza che oggi, per bloccare lo spopolamento e riabitare il Cilento interno, non è solo garantire i principali diritti di cittadinanza agli abitanti dei Centri e dei Borghi interni dell’Area Progetto ma creare le condizioni per la modernizzazione e lo sviluppo di attività economiche sostenibili, centrate prioritariamente sulle risorse del territorio a partire dai valori della dieta mediterranea e dalla green economy.

Questo comporta l’attuazione di interventi e di incentivi per riattivare l’economia locale mediante la modernizzazione e reinterpretazione di attività tradizionali con una particolare attenzione alla  valorizzazione del Patrimonio materiale e immateriale UNESCO legato al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in cui ricade  80,6 % del territorio.

 

Per ogni ambito di intervento sono stati individuati obiettivi,  risultati attesi, interventi con cui si intende raggiungerli e gli indicatori di riferimento con la direzione del cambiamento auspicato al 2020 e al 2023.

 

4.1 Sviluppo locale

 

OBIETTIVO

Sviluppare in modo sostenibile la risorsa bosco e la filiera legno e, nel contempo, migliorare la qualità dei prodotti

RISULTATI ATTESI

Rilancio della filiera bosco

Miglioramento della manutenzione del patrimonio forestale e del territorio

INDICATORI

•       Tasso di utilizzazione delle risorse forestali;

•       Indice di specializzazione nelle filiere agricole, agroalimentari e forestali;

•       Percentuale di terreni forestali oggetto di contratti di gestione che contribuiscono al sequestro o alla conservazione del carbonio;

     

La superficie forestale costituisce il 52,9%  del territorio del Cilento interno e rappresenta una grande opportunità in quanto una quantità consistente di ettari di bosco privato abbandonato ha un prezzo di mercato e una opportunità di utilizzo.

Occorre operare prioritariamente  per una ricomposizione fondiaria, che permetta di valorizzare anche i piccoli appezzamenti di bosco attraverso una rete di imprese capace di connettere le parti più pregiate della filiera del legno. Le azioni da perseguire:

  • Realizzazione di un sistema che faciliti la gestione associata delle proprietà forestali tramite un sistema di accordi e procedure che facilitino e rendano trasparente la relazione tra proprietari forestali, imprese e cooperative agro-forestali e tecnici. Lo scopo è condividere spese e utili e migliorare attività fondamentali come la mobilizzazione del legname e il marketing dei prodotti forestali (piattaforma informatica che consenta ai proprietari di ottenere servizi connessi alla gestione forestale, ai tecnici e agli operatori locali di erogare servizi nel contesto di un sistema partecipato e condiviso)
  • collaborazione con l’Università per l’individuazione di modelli innovativi ed ecocompatibili di gestione e razionale utilizzazione della risorsa legno nei  sistema abitativi;
  • Attivazione un sistema di certificazione (con gli schemi di certificazione FSC e/o PEFC) su tutte le proprietà pubbliche e sulle principali proprietà private, per una gestione ecologicamente appropriata e in linea con la mission del Parco, ma anche mirata al conseguimento di benefici sociali ed economicamente valida.
  • Incremento delle competenze del personale delle imprese di utilizzazione attraverso attività di formazione volte alla qualifica secondo standard europei (abilitazione EFESC)
  • Utilizzo di sotto-prodotti forestali per la produzione di bioenergie e energie rinnovabili

OBIETTIVO

Sviluppare e valorizzare le micro-economie locali basate sulle produzioni del “paniere mediterraneo”

RISULTATI ATTESI

Salvaguardia delle produzioni tipiche, delle modalità di produzione sostenibili, dell’armatura sociale e del paesaggio agrario caratterizzante il territorio del Parco.

Sviluppo di un protocollo di produzione condiviso per aumentare la sostenibilità del processo di produzione del “paniere mediterraneo”.

INDICATORI

•       Percentuale di aziende agricole che ricevono un sostegno per la partecipazione a regimi di qualità, mercati locali e filiere corte, nonché a gruppi/organizzazioni di produttori;

•       Incidenza dei giovani conduttori agricoli;

•       % di aziende agricole che ricevono un sostegno per la partecipazione a regimi di qualità, mercati locali e filiere corte, nonché a  gruppi/ organizzazioni di produttori.

Le aree a coltivazione promiscua dei “piccoli campi” rappresentano un paesaggio agrario caratterizzante il territorio del Parco. La sua genesi ci riporta alla struttura del nucleo familiare cilentano, dove la produzione agricola veniva per lo più finalizzata all’autoconsumo. I caratteri distintivi di tale paesaggio sono:

  • La presenza quasi costante di vigneti e oliveti;
  • la dimensione del campo commisurata alle “forze” familiari disponibili;
  • il mosaico di colture legate alla produzione tipica della dieta mediterranea (legumi, ortaggi, cereali, ecc.)
  • la delimitazione dei fondi con siepi miste e muretti a secco, elementi tutelati e recentemente dichiarati patrimonio Unesco
  • l’accurata sistemazione del terreno per la regimazione delle acque, contributo fondamentale alla manutenzione del territorio.
  • gestione integrata della fertilità dei suoli in sistemi integrato agro-silvo-pastorali.

Il declino demografico sta minacciando non solo i volumi della produzione agricola di pregio legata alla Dieta mediterranea, spesso dotati di marchi  di qualità che ne riconoscono e valorizzano la qualità, la tradizione del processo di produzione  e la cultura, ma soprattutto i virtuosismi legati alle caratteristiche del paesaggio Cilentano sopra elencate. All’interno  dell’area, infatti,  oltre numerosi prodotti tipici vi sono filiere di qualità certificate quali:

  • Filiera del Vino con il Marchio DOC Colline del Cilento
  • Filiera olivicolo olearia con il Marchio DOP Cilento
  • Filiera lattiero-casearia con il Marchio DOP Caciocavallo Silano
  • Filiera ortofrutticola con il Marchio DOP Fico Bianco del Cilento

Occorre agire per lanciare a livello diffuso, nelle sue reali dimensioni, l’importanza  e la potenzialità delle produzioni locali, e per supportare la rete di piccole aziende, spesso a carattere individuale, prima che scompaiano nel momento in cui il titolare smetta di lavorare.  Bisogna ripartire dal territorio, dimostrando i vantaggi della filiera corta, diffondendo e consolidando prima di tutto l’utilizzo e il consumo interno dei prodotti agroalimentari locali, in modo da rispondere in maniera adeguata alla domanda proveniente dal territorio cilentano, sia esterna (strutture ricettive e servizi di ristorazione privata) sia interna (ristorazione pubblica: scuole, istituti, ecc.).

Le azioni da perseguire,  e che saranno meglio messe a fuoco nella fase A dell’attuazione della misura 16.7  del PSR, sono:

  • divulgazione e graduale introduzione di disciplinari di produzione e trasformazione, condivisi e sostenibili, per puntare sulla qualità che il salubre contesto ambiente trasferisce ai prodotti della terra preservando/arricchendo allo stesso tempo la fertilità del suolo;
  • incentivi per gli agricoltori che restaurano e/o mantengono in uso le microarchitetture e gli elementi tipici del paesaggio agrario cilentano, contribuendo alla manutenzione del territorio, al contrasto del dissesto idrogeologico e all’impoverimento dei suoli;
  • cooperative di comunità in agricoltura, che impieghino giovani e migranti, per incentivare l’Associazionismo tra produttori, attraverso azioni di cooperazione, creazione di OP (organizzazioni di produttori) e di reti di imprese, che assicurino mutuo sostegno nelle attività legate alle produzioni stagionali con la fornitura di mano d’opera “itinerante”, che rivalorizzino gli scarti delle produzioni agro-alimentari trasformandoli in compost, che agevolino la commercializzazione e distribuzione del surplus di produzione costruendo filiere corte o intercettando canali di consumatori consapevoli.
  • gestione integrata e sostenibile della lotta fitosanitaria.
  • potenziamento del Centro Sperimentale di Compostaggio (CESCO) di Laurino per il riutilizzo degli scarti agro-alimentari, importante sia sotto il profilo economico che ambientale per la produzione di compost di qualità e per la chiusura di un ciclo di produzione sostenibile.
  • Creazione e sviluppo di mercati locali anche con la costituzione di un patto, ad esempio un S.A. o un club di prodotto, tra produttori e operatori dell’accoglienza del Cilento costiero, che garantisca un mercato alle produzioni di qualità locali e preservi nei menù le ricette della tradizione, raggiungendo il risultato di coniugare produzione, offerta e domanda.
  • Sviluppo di meccanismi di sostegno e tutela della produzione nel Cilento interno in grado di stabilire una connessione tra urbano e rurale.
  • Sensibilizzazione sui benefici della “Dieta Mediterranea” e sul vantaggio di utilizzare i prodotti  locali sostenibili, con interventi di divulgazione in ambito didattico e accordi con le mense scolastiche per proporre  una sana alimentazione tramite le realtà produttive locali.
  • Creazione di centri comuni e multifiliera per la trasformazione e rivalorizzazione scarti gestiti da reti di impresa e/o partenariati pubblico/privati.
  • immissione dei prodotti tipici locali in percorsi di qualità come i Prodotti agroalimentari tradizionali (ai sensi del DGR 570 del 25/10/2016)
  • ridefinizione in modo concertato con Regione, Parco e gli allevatori le aree da destinare a pascolo in riferimento alla tutela della biodiversità e del presidio territoriali costituito dai piccoli appezzamenti gestiti a conduzione familiare
  • centri servizi pubblici senza lucro ma con sola copertura spese, gestiti dalla Comunità Montane per la meccanizzazione in agricoltura (acquisto in comune di macchinario troppo onerosi per piccole aziende
  • attività formative destinate agli operatori del centro servizi pubblico e/o la cooperativa di comunità (azione da realizzare nell’ambito dei SSL finanziati con misura 19 del PSR)

 

OBIETTIVO

Salvaguardare antichi mestieri valorizzandoli  con l’arte e l’innovazione

RISULTATI ATTESI

Nascita e Consolidamento di Micro Imprese nei settori dell’artigianato di qualità, della cultura e nel terziario innovativo

INDICATORI

•       Valore della produzione locale commercializzata per le filiere produttive;

•       Numero di imprese del terziario innovativo, culturali e dell’economia sociale attive sul totale delle imprese (%)

La permanenza di mestieri  tradizionali e lo sviluppo culturale ad essi legato  è un fattore fondamentale di coesione in quanto, collegando i bisogni ai servizi, intreccia il tessuto produttivo con il tessuto sociale, attraverso una rete di aziende di piccolissima dimensione, distribuite in modo estremamente capillare su tutto il territorio cilentano.

Inoltre, l’artigianato agisce come ponte generazionale, altro fattore estremamente importante nelle aree interne, perché contribuisce a formare i giovani all’interno delle imprese, dando loro una prospettiva di inserimento all’interno della realtà produttiva e del mondo del lavoro, perpetuando determinati saperi e assicurando la conservazione di una comunità storico-culturale, anche perché, in molte imprese artigiane, esiste la capacità di innovare creativamente  tradizioni artistiche.

Ma l’artigianato è estremamente importante anche ai fini della manutenzione del territorio e del paesaggio, sia esso urbano che naturale, basti pensare all’impatto dell’artigianato edile sulla struttura dei centri storici, o sulla conservazione e gestione dei beni ambientali con la manutenzione, ad esempio, della sentieristica.

Inoltre, strategia d’area vuole sfruttare il  trend in atto che vede i prodotti di nicchia, fatti a mano e su misura, sempre più apprezzati e destinati a soddisfare le esigenze di un numero sempre maggiore di persone grazie alle possibilità di commercializzazione online  che favoriscono la vendita dei manufatti artigianali e delle produzioni anche su piccola scala, aprendo agli artigiani nuovi sbocchi occupazionali e interessanti fonti di reddito. Le azioni previste sono:

  • incentivi rivolti ai giovani per interventi di rivitalizzazione dell’artigianato tipico e di qualità anche con immissione di elementi di innovazione, modernizzazione e ibridizzazione del sapere locale
  • formazione mirata all’innalzamento qualitativo delle produzioni artigianali e la costituzione di micro impresa.
  • Favorire la conoscenza e attualizzare la fruizione degli attrattori culturali, naturali e ambientali.

 

OBIETTIVO

Attrarre nuovi abitanti

RISULTATI ATTESI

Rivitalizzazione dei borghi cilentani, avamposti identitari dello stile di vita legato alla Dieta Mediterranea

INDICATORI

•       Accoglienza migranti offerta in strutture diffuse/ di non grande dimensione unitaria;

•       N. di immobili riutilizzati

L’azione del Parco  in questi anni ha contribuito, tra l’altro, a ristrutturare e qualificare molti beni culturali minori e piccoli centri e a realizzare piccole strutture di accoglienza e servizi, riqualificando il tessuto edilizio dei piccoli borghi dell’area pilota. Alcuni di questi (Stio e Gioi) sono entrati a far parte della rete CITTÀ SLOW , rete internazionale delle città del buon vivere, nata per allargare la filosofia di Slow Food alle comunità locali e al governo delle città, applicando i concetti dell’ecogastronomia alla pratica del vivere quotidiano, di cui la Dieta Mediterranea è espressione.

Sul territorio è presente e distribuito un consistente patrimonio immobiliare sottoutilizzato che occorre rendere “appetibile” e mettere a valore, attraendo “nuovi abitanti” per rinsaldare, o talvolta ricostruire, un’identità cittadina che i mutamenti demografici degli ultimi decenni hanno talvolta compromesso.

La strategia vuole attuare una politica di sostegno alle famiglie e ai giovani che vogliono tornare o restare, tenendo conto anche dei “nuovi arrivi” costituiti dai migranti, da vedere come una risorsa per questi territori così fragili.

Da studiare soluzioni adeguate e diversificate, sperimentando sia pratiche di inclusione ed accoglienza che forme di agevolazione come impegno prioritario e diffuso a favore dei residenti ma anche di abitanti temporanei, che si nutrono di tempo ritrovato e qualità della vita, utilizzando  e armonizzando le grandi opportunità tecnologiche e culturali del nostro tempo con il patrimonio di cultura materiale della comunità locale. Le azioni possibili sono:

  • incentivi economici e/o defiscalizzazione, riducendo gli oneri comunali, per chi recupera ad uso residenziale il patrimonio edilizio abbandonato;
  • incentivi per artigiani e attività economiche di vicinato/ricettive che si insediano nei centri del Cilento interno;
  • Attivazione di una rete di residenze artistiche diffusa sul territorio che permetta di rivitalizzare la vita culturale nei paesi, di valorizzare l’artigianato locale e di sperimentare nuove forme di sinergia tra il sapere tradizionale e le tecniche contemporanee
  • creazione di un centro culturale diffuso a partire dal recupero e la riattivazione di spazi produttivi non utilizzati o abbandonati per la rifunzionalizzazione in laboratori/atelier polifunzionali per le arti e per l’artigianato che possano essere utilizzati per la produzione artigianale e per l’organizzazione di residenze, workshop, mostre o altri eventi culturali.
  • “baratto amministrativo” con riduzioni o esenzioni di tributi, interventi di recupero e riuso di aree e beni immobili pubblici inutilizzati, sulla base di contratti di “partenariato sociale” stipulati con cittadini, singoli o associati, proponenti di progetti di valorizzazione con finalità di interesse generale;
  • consorzio per la gestione dei terreni demaniali incolti in modo che vengano messi a disposizione di giovani e di cooperative di giovani che, da un lato siano motivati a restare e, dall’altro, possano contribuire a portare il livello di produzione e di offerta al di sopra della necessaria soglia critica affinché poi si incontri con la domanda, nel rispetto dei criteri di sostenibilità e rigenerazione della fertilità del suolo propri delle modalità di produzione del paniere mediterraneo. Vallo della Lucania, Castelnuovo, Cannalonga, Piaggine e Novi Velia già operano in tal senso mettendo a disposizione le aree demaniali.
  • wi-fi diffuso e gratuito
  • ristrutturazione di alloggi, sperimentali e replicabili, con standard destinati a migliorare la qualità di vita ad anziani autosufficienti con una formula di ospitalità parasanitaria che associa attività di assistenza e di cura, programmi di prevenzione e riabilitazione e iniziative di intrattenimento.
  • sviluppo di un’accoglienza turistica fondata sulla ricettività in abitazioni già esistenti, di più facile gestione per una popolazione prevalentemente anziana, ma anche di maggiore semplicità per giovani che possono avviare attività in modo veloce e con risorse economiche di minore entità.
  • creazione di una agenzia di servizi per la gestione delle residenze abbandonate dagli emigrati da affittare a prezzi ragionevoli a turisti o ai migranti
  • riapertura del cinema teatro a Roccadaspide

 

 

 

OBIETTIVO

Promuovere il turismo del benessere

RISULTATI ATTESI

Incremento dei flussi turistici sia in termini di presenze sia in termini di durata dei soggiorni e integrazione del reddito degli abitanti con fondi complementari

Valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche

INDICATORI

Tasso di turisticità nei parchi nazionali e regionali;

La varietà dei paesaggi e il loro livello di apprezzabile conservazione costituiscono un potenziale attrattivo difficilmente rinvenibile in altri contesti territoriali ma ciò nonostante non risulta travalicato il confine tra costa ed entroterra e la tipologia di turista che affolla la costa cilentana difficilmente è attratto dalle aree più interne… è necessario che questa terra riceva persone in grado di amarla e rispettarla nella sua natura più intima.

Manca un investimento sulla diffusione di un circuito turistico originale e specifico  per il Cilento interno fondato sul concept tematico territoriale di benessere poggiato sull’idea di ambiente sano e Dieta Mediterranea, ovvero un circuito del benessere olistico fondato sul rapporto forte tra mente-corpo-ambiente sano-cibo sano. Le  azioni proposte sono:

  • Sviluppo di interventi strutturali quali segnaletica, applicativi web e mobile per colmare le carenze sul piano dell’informazione turistica di difficile trasmissione;
  • Realizzazione di itinerari, anche di più giorni, di trekking escursionistico, anche equestre, legato alla senti eristica e viabilità storica di crinale e alla percorribilità dei boschi, mettendo in rete i borghi, la viabilità arcaica di crinale, i sentieri, e punti di ristoro ottenuti recuperando le microarchitetture tipiche del territorio quali jazzi, mulini, passulare, che possono essere anche intese come strutture polifunzionali con presidio  informativo, emporio  e ubicazione di  dispositivi sanitari di prima emergenza (defibrillatori, cassette mediche ecc.) affidate a cooperative/associazioni giovanili;
  • offerte turistiche legate alla presenza del Parco Nazionale quali birdwatching, turismo fluviale e lungo i corsi d’acqua, cicloturismo, ippovie, ecc.
  • formazione di nuovi operatori, interpreti o guide culturali e naturalistiche attraverso percorsi di formazione, anche linguistica, in aula e sul campo con esperti del patrimonio culturale e naturalistico del territorio, mirata alla messa a punto di una iniziativa imprenditoriale che attraverso  competenze in marketing, comunicazione, ICT, etc., sia capace di intercettare le domande del mercato e di incrociarle con le potenzialità di visita del territorio.
  • Promozione di forme turismo esperienziale e lento in cui sono fondamentali esperienze multisensoriali e le interazioni con la comunità ospitante, l’offerta di prodotti e servizi non standardizzati e in grado di esaltare la specificità dei luoghi e un approccio sostenibile delle attività. In questa direzione, ad esempio, la promozione di iniziative di innovazione sociale quali i social eating o  gli home restaurant, che, da un lato, offrono l’opportunità ai visitatori di confrontarsi con la cultura culinaria della DM, dall’altro sono un sostegno al reddito per chi è in difficoltà con il lavoro.

 

4.2 Servizi essenziali

 

OBIETTIVO

Garantire il diritto alla salute ed all’integrazione sociale

RISULTATI ATTESI

•        maggiore umanizzazione dell’offerta assistenziale

•        Riduzione degli accessi impropri al pronto soccorso e i ricoveri inappropriati

INDICATORI

•       Tasso di ospedalizzazione evitabile

 

Nel Cilento Interno fondamentale è abbattere l’isolamento  di anziani e malati  e rispondere alle sfide poste dall’invecchiamento della popolazione con una  rete di assistenza integrata, che  è diventata una parte centrale della riorganizzazione del servizio sanitario.

Le iniziative introdotte dal nuovo Patto della Salute (art.5) prevedono che le Regioni disciplinino principi e strumenti per l’integrazione dei servizi per le attività sanitarie e socio-sanitarie, in particolare per quella parte di popolazione non autosufficiente, e forniscano indicazioni alle ASL e gli altri enti del sistema sanitario regionale per l’erogazione congiunta degli interventi in grado di dimunuire il tasso di ospedalizzazione e migliorare efficacia della medicina territoriale.

Considerato il contesto (popolazione molto anziana e difficoltà negli spostamenti, data la peculiare configurazione oro-geografica e gli scarsi mezzi pubblici di trasporto) il piano di azione da promuovere deve avere la prioritaria finalità di avvicinare il più possibile la sanità alle fasce deboli  della popolazione e ai cittadini, in modo da abbattere gli alti tassi di ospedalizzazione registrati nell’area e, indirettamente,  contrastare una possibile causa dello spopolamento.

Le linee di azione individuate sono fondamentalmente 3:

  • garantire una maggiore e continuativa presenza di assistenza primaria nel territorio
  • potenziare le cure domiciliari attraverso telemedicina/teleassistenza
  • migliorare la qualità, l’efficacia e l’efficienza dei processi clinico-sanitari di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione attraverso la digitalizzazione dei dati clinici dei pazienti

Garantire una maggiore e continuativa presenza di assistenza sanitaria nel territorio

E’ possibile abbattere l’isolamento  di anziani e malati attraverso diverse e sinergiche azioni:

  • garanzia di una maggiore e continuativa presenza dei MMG tramite la riorganizzazione dell’assistenza primaria attraverso forme organizzative mono-professionali (AFT aggregazioni funzionali territoriali) e multiprofessionali. Le AFT «erogative» con sede propria garantiscono l’attività ambulatoriale dalle 8 alle 20 in più turni in cui si alternano  MMG che operano per tutti gli Assistiti che, negli orari in cui non è disponibile il proprio Medico, necessitano di assistenza ambulatoriale. Le AFT potrebbero essere incentivate attraverso la collaborazione dei Comuni che offrirebbero ospitalità alle aggregazioni mettendo a disposizione gratuitamente i locali necessari con un abbattimento dei costi di gestione degli studi medici.
  • attivazione delle farmacie di servizio attraverso cui facilitare l’utilizzo delle prestazioni sanitarie nell’area a supporto delle attività del medico di medicina generale (MMG) o del pediatra di famiglia (PLS), quale punto di riferimento nel territorio e nella comunità.
  • istituzione di un servizio sanitario “itinerante” che acceda direttamente al domicilio del paziente con periodicità stabilita in base alla patologia. Consiste nell’attivazione di una medicina di iniziativa per interventi specialistici diffusi e legati, pertanto, al mantenimento dello stato di salute e di autosufficienza attraverso una sorta di screening per utenti anziani senza o con patologie croniche iniziali quali ad esempio BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), Diabete Mellito, Scompenso Cardiaco, ipertensione arteriosa, demenze, glaucomi ecc. Questo intervento consentirebbe lo spostamento delle cure dall’ospedale al territorio, ridefinendo i processi di presa in carico dei sempre più numerosi pazienti cronici in modo da ridurre esami e ricoveri evitabili, migliorando contemporaneamente l’accesso alle cure. Si mira, dunque, sia alla prevenzione e al miglioramento della gestione delle malattie che alla educazione del paziente, reso più informato con opportuni  interventi di formazione e addestramento. L’intervento, dunque, dovrebbe prevedere tanto attrezzature (ecocardiografi, spirometri, emogasanalizzatori, kit chirurgici, ecc.)  e automezzi (per il trasporto di medici e pazienti quali, ad esempio dializzati) che il pagamento, nella fase di startup, di una equipe multi professionale quali infermieri di comunità, operatori socio sanitari e specialisti ambulatoriali. Al termine dell’attuazione della strategia, le spese di personale saranno portate a regime, quale spesa corrente, sul bilancio aziendale. Per tale intervento va preventivamente calcolato l’impatto di questa spesa in regime.

Potenziare le cure domiciliari attraverso telemedicina/teleassistenza

L’azione precedentemente descritta di un servizio sanitario itinerante, beneficia dell’approccio innovativo offerto dalla telemedicina che combina le competenze e le attrezzature mediche con la tecnologia dell’informazione e della comunicazione, per consentire di effettuare esami, monitoraggi e terapie al domicilio del paziente.

Vista la forte criticità nell’emergenza-urgenza, per le condizioni territoriali già citate, oltre alle attrezzature cliniche già descritte, è indispensabile e prioritario prevedere anche dispositivi per il servizio di  teleassistenza e telesoccorso tramite la gestione di allarmi, di attivazione dei servizi di emergenza, di chiamate di “supporto” da parte di un centro servizi. La teleassistenza ha un contenuto prevalentemente sociale, con confini sfumati verso quello sanitario, con il quale dovrebbe connettersi al fine di garantire la continuità assistenziale.

Inoltre, si potrebbero attivare sistemi e servizi di telesalute che collegano i pazienti dal proprio domicilio (in particolar modo i pazienti con cronicità) con il MMG o altri professionisti sanitari, al fine di assicurare il monitoraggio e la gestione della patologia, riducendo così i ricoveri ospedalieri, gli accessi in Pronto Soccorso e il ricorso alle prestazioni specialistiche ambulatoriali.

Migliorare la qualità, l’efficacia e l’efficienza del servizio sanitario attraverso la digitalizzazione dei processi e dati clinici

La proposta di AFT  e della rete delle farmacie di servizio deve essere supportata da digitalizzazione dei processi clinico-sanitari in modo da rendere disponibile la storia clinica dei pazienti a tutti gli attori coinvolti, permettendo una migliore gestione dei dati clinici e della continuità delle cure. Si tratta di impiantare una Porta Unica di Accesso (PUA) virtuale attraverso un software capace di organizzare e facilitare l’accesso, l’uso e la condivisione delle informazioni cui possono accedere tutti gli attori dell’assistenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale onde gestire l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario, generati da eventi clinici riguardanti l’assistito, e tutte le informazioni e le richieste di servizi e i bisogni espressi dai cittadini.

Ulteriori azioni

Nel corso dell’attività di animazione territoriale svolta nell’ambito della SNAI sono emerse anche altre azioni non strettamente connesse all’assistenza sanitaria ma concernenti sia la promozione della salute che il supporto socio-sanitario:

  • Piccole strutture residenziali nei centri storici per max 6 (nel senso che deve avere il carattere di “casa” non di ospizio) anziani ultrasessantacinquenni, privi di idoneo supporto familiare e che non sono completamente autosufficienti. In queste residenze si garantirebbero interventi sia di natura socio-assistenziale, volti a garantire o recuperare le relazioni sociali ed i livelli di autonomia e di benessere, sia di natura sanitaria, volti a prevenire e curare malattie croniche e degenerative. La finalità delle attività è quella del recupero e della cura psico-fisica dell’anziano. (da verificare la gestione)
  • Azioni didattiche di carattere scientifico/sanitario di promozione di una sana ed equilibrata alimentazione (dieta mediterranea) e di uno stile di vita corretto quali elementi essenziali nella prevenzione di malattie cardiovascolari e dei tumori. Considerata la presenza di un “Istituto Professionale di Stato per L’Enogastronomia e L’Ospitalità Alberghiera” (IPSSAR) a Castelnuovo Cilento di questo intervento potrebbe essere complementare ad un progetto didattico da svolgere nell’IPSSAR per sviluppare menù e ricette adatte a integrare e sostenere anche dal punto di vista nutrizionale la popolazione più fragile. Inoltre, potrebbero essere attivati accordi con le mense scolastiche per proporre una sana alimentazione utilizzando i prodotti  delle realtà produttive locali.

L’area pilota ha intenzione, inoltre, di avviare un tavolo di discussione con il Ministero per abbassare la soglia dei pazienti procapite dei MMG da 1300 a 800, in virtù delle evidenti difficoltà ad operare e raggiungere l’attuale soglia nelle Aree Interne caratterizzate da un forte spopolamento.

 

 

OBIETTIVO

Migliorare la relazione tra  istruzione, formazione e  valori del territorio

RISULTATI ATTESI

§  Rinnovamento e incremento della qualità dei servizi scolastici dell’Area Pilota  per maggiore rispondenza alle vocazioni territoriali, alle specializzazioni produttive (agroalimentare, cultura e turismo sostenibile) e allo sviluppo delle competenze trasversali (cultura d’impresa, ICT, conoscenza delle lingue).

§  Miglioramento delle competenze degli studenti dell’Area Progetto e dell’Area Strategica nelle aree disciplinari di base (lingua italiana, lingue straniere, matematica, scienze, nuove tecnologie e nuovi linguaggi) con particolare riferimento alla scuola primaria e alla scuola secondaria di 1° grado.

INDICATORI

§  Competenza degli allievi in italiano e matematica classe terza secondaria di 1 grado;

§  Partecipazione degli studenti ad attività di valorizzazione del territorio;

§  Quota di insegnanti che hanno partecipato a corsi di formazione e  aggiornamento

§  N° di allievi in alternanza scuola-lavoro

§  N° di ore di apertura pomeridiana e serale per azioni di formazione e di inclusione sociale

 

Anche nel Cilento interno si è assistito ad un gran ridimensionamento dei presidi scolastici con l’istituzione degli istituti omnicomprensivi e delle pluriclassi. Queste, pur rendendo più arduo il lavoro dei docentie pur influendo non sempre positivamente sull’apprendimento degli allievi,  risolvano il problema delle famiglie di avere scuole vicine al domicilio.

Nella fase di ascolto è emersa, inoltre, una bassa interazione tra il sistema scuola e il territorio con un conseguente scollamento tra il sistema scolastico e le reali esigenze e potenzialità di sviluppo economico e sociale dell’area legate alle risorse endogene.

Per favorire la crescita economica e socio-culturale occorre prioritariamente fornire una risposta coerente ai fabbisogni formativi e professionali del territorio il cui scopo primario è l’inserimento efficace dei giovani nel mondo del lavoro e nel contesto sociale locale.

Inoltre, si avverte forte l’esigenza di costruire la consapevolezza del valore e il senso di appartenenza al territorio: ciò può essere realizzato da un lato potenziando i programmi scolastici con una maggiore attenzione alle vocazioni e al patrimonio di valori locali partendo sin dalla scuola primaria, dall’altro formando operatori dell’accoglienza e figure professionali in grado di mettere a valore il filone della Dieta Mediterranea che trova nel Cilento la sua terra di elezione.

In particolare, sottovalutata è la formazione legata ai temi dell’agricoltura e sviluppo rurale, componente prioritaria del territorio pertanto prioritaria è l’attivazione di un istituto tecnico agrario, istanza già avanzata dal comune di Vallo della Lucania alla Provincia di Salerno e non presa in considerazione..  La proposta è quella di curvare l’offerta formativa superiore attraverso la creazione di offerte formative alternative, specialistiche  specializzanti,  affinché essa incroci ed integri le potenzialità del territorio.

Il fabbisogno del territorio può essere in parte soddisfatto dalle seguenti azioni:

  • creazione di due grandi poli formativi: Istituto Comprensivo e Istituto di Istruzione Superiore presso i comuni con popolazione più numerosa (Roccadaspide e Vallo della Lucania) che abbraccino le scuole delle aree più interne offrendo un servizio di rete di in modo da:
  • creare una continuità nel percorso formativo dell’alunno con progetti che vedano come coprotagonisti alunni dei diversi cicli scolastici
  • orientare gli alunni nelle loro scelte scolastiche e successivamente lavorative
  • formare i docenti sulle tematiche più importanti e in continua evoluzione quali competenze digitali e l’innovazione didattica e metodologica, competenze linguistiche, alternanza scuola lavoro e imprenditorialità, inclusione, disabilità, integrazione, competenze di cittadinanza ecc.
  • attivazione di partnership con l’Università di Salerno e con i suoi dipartimenti (economici giuridici e scienze sociali sanità scienze e tecnologie agrarie e forestali, nutraceutica del dipartimento di farmacia, ecc.) per il supporto alla costruzione delle competenze del capitale umano dell’area individuando percorsi formativi, anche “non formali “, che siano in grado di connettere il patrimonio di saperi e della cultura materiale preesistenti con le nuove  conoscenze scientifiche a carattere transdisciplinare, che rispondono in modo più adeguato alle esigenze formative del capitale umano connesse con la complessità delle sfide che i sistemi produttivi devono affrontare (cambiamenti climatici, fluttuazione dei mercati, rigenerazione e tutela delle risorse fondamentali: terra, acqua, aria, energia, ecc.);
  • mantenimento della presenza fisica delle scuole, soprattutto le materne, nei paesi aprendole alla cittadinanza per attività integrative e aggiuntive pomeridiane, come programmi di integrazione e di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana dei bambini  e adolescenti migranti;
  • inserimento nei programmi di una maggiore attenzione alle vocazioni e al patrimonio di valori locali, a partire dalla scuola primaria, per costruire la consapevolezza e il senso di appartenenza al Parco. In particolare occorre sensibilizzare sui benefici della DM, patrimonio del territorio, e sul vantaggio di utilizzare i prodotti locali sostenibili mediante:
  • interventi di divulgazione a cura dell’ASL in coerenza con il proprio “Programma di educazione e promozione della salute”
  • accordi con le mense scolastiche per proporre una sana alimentazione tramite le realtà produttive locali.
  • progetti educativi per la scuola primaria di promozione della salute in età pediatrica, di prevenzione di patologie derivanti da stili di vita sedentari, da videodipendenze attraverso l’educazione ad attività e stili di vita a contatto con la natura attraverso iniziative di informazione, educazione, e partecipazione dei docenti
  • creazione di un istituto agrario a Vallo della Lucania (anche con caratteristiche innovative rispetto ai nuovi modelli di pratiche agricole più sostenibili e di maggiore aderenza alla domanda dei consumatori: biologico, agroecologia, biodinamica, ecc.) o, in alternativa, formazione di figure professionali capaci di intervenire nei progetti per lo sviluppo delle produzioni tipiche della filiera agricola di qualità, per la valorizzazione del turismo locale e dell’agriturismo, di gestire interventi per la conservazione e il potenziamento delle aree protette, in sinergia con il Centro per la biodiversità di Vallo della Lucania e con il  corso di studi in “Gestione e valorizzazione delle risorse agrarie e delle Aree protette” dell’Università di Fisciano
  • istituzione presso l’istituto di Istruzione Superiore “Parmenide” di Roccadaspide, che ha l’indirizzo Professionale di Stato dei Servizi per l’enogastronomia e dell’Ospitalità Alberghiera, di un corso serale che consenta ai giovani e meno giovani di conseguire il diploma e di avvicinarsi al mondo dell’enogastronomia e della ristorazione avendo competenze adeguate e un curriculum che li agevolerebbe nella ricerca del lavoro. Tale azione avrebbe una ricaduta positiva sul contrasto alla dispersione scolastica, tema all’ordine del giorno di un incontro tenutosi l’8/03/2019 tra i Dirigenti scolastici dell’area pilota e gli uffici dell’USR Campania

 

Da non trascurare, inoltre, resta il dato relativo ai risultati INVALSI delle scuole secondarie di secondo grado che risultano pari 53, 7 nei test di italiano rispetto d una media aree interne pari a 54,5 e 44 nei test di matematica rispetto ad una media aree interne pari a 49. Si rileva ,inoltre, una elevata presenza di studenti non italiani su cui l’area da tempo sta sperimentando dei percorsi innovativi legati ,soprattutto, ai progetti Sprar nei Comuni di Piaggine e Bellosguardo.

La qualità dell’insegnamento è, dunque, fondamentale e occorre prevedere una mirata formazione dei docenti unitamente alla creazione di condizioniche contrastino l’eccessiva mobilità dei docenti che tendono ad abbandonare le aree interne in favore delle città. Utili allo scopo accordi che garantiscano al personale condizioni di stabilità di sede e incentivi legati alla loro maggiore permanenza nelle scuole dell’area.

Azioni mirate sono:

  • riuso di spazi pubblici destinabili ad abitazione con fitti agevolati per incentivare la permanenza dei docenti, nei comuni delle aree interni;
  • Azioni formative per il recupero e il potenziamento delle competenze degli studenti nelle aree disciplinari di base (lingua italiana, lingue straniere, matematica, scienze, nuove tecnologie e nuovi linguaggi)
  • Azioni formative per lo sviluppo delle competenze di base della lingua italiana per sostenere l’integrazione sociale e scolastica degli studenti immigrati della scuola primaria e della scuola secondaria di 1° grado

 

OBIETTIVO

Migliorare l’accessibilità e la mobilità

RISULTATI ATTESI

•        Servizi territoriali più accessibili.

•        Incremento della mobilità nell’area attraverso di un servizio di mobilità sostenibile basato sulla cooperazione tra pubblico e privato

INDICATORI

•        % di residenti che si muovono per motivi personali, di lavoro o di studio che utilizzano TPL sul totale che usa mezzi di trasporto privati.

•        Numero di Utenti del Servizio di Taxi Sociale

 

In quest’area il forte limite è la lontananza fisica delle aree più remote dai centri maggiori di riferimento, Roccadaspide e Vallo della Lucania e, per alcuni servizi essenziali, addirittura Eboli o Battipaglia. La porzione più interna dell’area pilota, ovvero la corona di comuni che si affacciano sul fondovalle del fiume Calore è, inoltre, particolarmente isolata, con un sistema di viabilità non certamente  performante e un trasporto pubblico assolutamente inadeguato.

I collegamenti stradali più importanti dell’area sono:

  • Strada Statale 18 Tirrenia Inferiore. Dopo l’autostrada A3, è la più importante arteria di comunicazione tra Campania e Calabria. Percorre la costa tirrenica affiancando la direttrice ferroviaria Napoli-Reggio Calabria.
  • Strada Statale 166 degli Alburni che attraversa molti comuni del Cilento Interno: Capaccio, Roccadaspide, Castel San Lorenzo, Aquara, Bellosguardo. Corleto Monforte. Prende il nome dai Monti Alburni, lungo i quali si estende.
  • Strada Regionale 267 del Cilento.
  • Strada Statale 517 Bussentina. Collega tutti i comuni interni del Vallo di Diano.

L’accessibilità lungo tali arterie è spesso compromessa dalle condizioni precarie della viabilità stradale non efficiente, anche per numerosi fenomeni di dissesto. Si evidenzia come la regione si sia già adoperata con il completamento della Fondo Valle Calore – i cui lavori sono già iniziati e parzialmente anche già rifinanziati con il Patto per la Campania – e con il finanziamento con risorse FSC 2014/2020 di numerosi interventi di adeguamento e messa in sicurezza.

Inoltre, territorio presenta significativi problemi di mobilità, dovuti all’inadeguatezza del Trasporto Pubblico Locale, che non riesce ad assicurare la connessione tra tutti i comuni dell’area pilota e che non consente ai residenti un buon accesso alla rete di distribuzione dei servizi.

Le difficoltà di collegamento con le principali strutture scolastiche soprattutto nelle fasce pomeridiane (assenza di linee dirette, eccessivo numero di cambi, tempi di percorrenza lunghissimi) e la mancanza di collegamenti diretti alle strutture socio-sanitarie sono elementi invalidanti per le fasce degli studenti e degli over 65. Particolarmente difficile, inoltre, è l’accesso ai nuclei abitativi dei centri storici. La distanza media dei Comuni non polo dal Polo più vicino è pari a 55,3 km.

L’accessibilità ai luoghi è, dunque, il tema principale con cui l’area si misura da diversi anni, costituendo le reti e le infrastrutture una leva decisiva per agire sulla qualità della vita delle persone e sulle opportunità di sviluppo.

Elaborare  una strategia per la mobilità e l’accessibilità, basata sull’integrazione tra reti locali e nazionali e fra le diverse modalità di trasporto, nell’ottica della intermodalità è indubbiamente un punto di partenza indispensabile.

La strategia da mettere in campo si articola nelle seguenti azioni:

  • razionalizzare la rete del TPL da e verso i comuni polo di Roccadaspide e Vallo della Lucania

Preliminarmente, vi è l’esigenza di razionalizzare le informazioni sulle tratte di percorrenza, sugli orari, sulle fermate non essendoci un quadro informativo unitario, accessibile e razionalizzato. Il quadro conoscitivo elaborato sotto forma di documento di pianificazione consentirà un inquadramento della mobilità dell’area. In questo senso, il lavoro proposto consisterà in : analisi dei flussi di traffico esistenti, con particolare riferimento alla mobilità interna all’area; verifica, in termini di origine e destinazione, dei principali elementi di flusso della domanda di mobilità, con particolare riferimento a quella scolastica; georeferenziazione, sul grafo del catasto stradale della Provincia, delle fermate esistenti con possibile verifica delle domanda, in termini di frequenza d’uso e di destinazione. Pertanto, in collaborazione con la Provincia di Salerno, si predisporrà un quadro informativo complessivo in modo da ridefinire programmi di esercizio delle aziende individuando i margini per una maggiore efficacia ed efficienza del servizio in base ai nuovi fabbisogni della popolazione. Importante sarebbe, as esempio, favorire il collegamento tra i due principali  bacini territoriali che costituiscono l’area pilota, gravitanti su Roccadaspide e Vallo della Lucania, che attualmente sono scarsamente connessi.

  • integrare il servizio di TPL esistente con il supporto di servizi integrativi nelle porzioni di territorio più isolate

L’area che risulta maggiormente penalizzata dall’attuale sistema di TPL è quella  dei comuni che si affacciano sulla Valle del Calore, difficilmente raggiungibili anche per la tortuosità delle strade che rallentano la percorrenza di  bus di grandi dimensioni. Tale disagio può essere superato con:

  • la creazione di un HUB trasportistico che ha come poli il Comune di Roccadaspide e il Comune di Piaggine, terminali di un servizio di navette a supporto dei comuni più isolati. Il circuito individuato è: ROCCADASPIDE – Aquara – Bellosguardo – Roscigno – Sacco – PIAGGINE – Valle d’Angelo – Laurino – Campora – Stio – Magliano Vetere – Monteforte Cilento – Trentinara – ROCCADASPIDE.
  • la facilitazione dell’accessibilità ai poli funzionali (sanitari, culturali, sportivi, turistici ecc.)” di residenti e non residenti tramite sperimentazione di taxi sociale a servizio delle fasce fragili che vivono nelle aree rurali verso i poli sanitari territoriali.
  • La sperimentazione di un contratto di rete con gli operatori NCC da insediare nei paesi dell’area pilota con trasporto diretto verso i poli fornitori di servizi (Vallo della Lucania e Roccadaspide) al fine, ad esempio di condividere e centralizzare in un unico call center lo smistamento delle chiamate
  • lo studio di una sorta di indennità di reperibilità a persone che si rendono disponibili ad accompagnare concittadini con la propria auto o con auto del Comune. I passeggeri pagherebbero un rimborso spese per il viaggio, esattamente come funziona per chi utilizza il sito BlaBlaCar.
  • creazione di una piattaforma di gestione del servizio su cui  coinvolgere startup o ragazzi degli istituti tecnici che progettino soluzioni di car pooling di comunità.
  • rendere più frequenti i collegamenti con i poli ferroviari di Vallo della Lucania, Capaccio Scalo e il polo universitario di Fisciano.

Di concerto con la Provincia  occorre studiare come mettere in maggiore relazione il territorio la stazione di Vallo della Lucania e Capaccio istituendo e/o intensificando un servizio di trasporto su gomma con linee di autobus dai singoli Comuni verso tali  principali “porte”. Sarebbe, inoltre, opportuno istituire un collegamento tra i due centri maggiori di Roccadaspide e Vallo della Lucania con l’AEROPORTO di Pontecagnano e il polo universitario di Fisciano.

 

OBIETTIVO

Incrementare la qualità e efficacia dei processi e dei servizi con l’ITC

RISULTATI ATTESI

•        Incremento della trasparenza e della qualità dei processi e dei servizi amministrativi delle Amministrazioni Comunali dell’Area Progetto.

INDICATORI

•        % Comuni con Servizi Digitali

•        % Territorio con Servizio Wi-Fi

 

Puntare su innovazione tecnologica e cittadinanza è un fondamentale fattore competitivo per il territorio del Cilento interno grazie alla trasversalità delle azioni di innovazione su tutti gli ambiti individuati che possono essere supportati da soluzioni tecnologiche innovative che consentono di semplificare la cooperazione e la fruizione di dati creando valore aggiunto.

Per ridurre il digital divide si  punta ad incrementare le dotazioni tecnologiche e di connettività della P.A. e a stimolare l’erogazione di servizi online da parte dei Comuni e la loro fruizione da parte di cittadini ed imprese. I principali interventi attengono:

  • all’installazione di apparati wi-fi per l’accesso ad internet nei luoghi pubblici e negli attrattori culturali e naturalistici
  • allo sviluppo di piattaforme collaborative per l’erogazione di servizi online e di un sistema intercomunale per la dematerializzazione dei documenti amministrativi e la diffusione di servizi digitali pienamente interoperabili che concorrono positivamente al raggiungimento degli obiettivi della Strategia. Tra l’Ente Capofila ed i Comuni della strategia di area sarà stipulato una Convenzioneper l’esercizio associato dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione. Proprio in virtù di tale Convenzione ed in coerenza con l’Asse II del POR FESR Campania 2014-2020 e con l’Agenda Digitale Campania 2020, e tenuto conto del Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione, sarà disegnata, realizzata e attivata una gamma di servizi tesi a migliorare la qualità della vita di cittadini e imprese, semplificando, al contempo, il loro rapporto con la pubblica amministrazione ed ottimizzando l’interoperabilità e l’integrazione tra le amministrazioni.

Le azioni che si implementeranno sono relative al potenziamento e l’attivazione di nuovi servizi per migliorare l’inclusione digitale:

  • Attivazione, migrazione dei servizi in cloud
  • integrazione dei servizi on-line esistenti con le piattaforme abilitanti regionali e nazionali per i seguenti servizi: identità digitale unica, fatturazione elettronica, pago PA, anagrafe nazionale popolazione residente, conservazione sostitutiva dei documenti, Open Data ( SPID, Pagopa, ComproPa e tutti gli altri servizi previsti
  • Creazione di nuovi servizi per i cittadini ed il territorio che valorizzino gli open data e siano creati anche a partire da applicazioni della Piattaforma regionale ITER.
  • migrazione sul cloud dei software preesistente e sviluppo di nuovi servizi on-line, da integrare con le piattaforme regionali abilitanti, per rendere più flessibile l’utilizzo degli stessi da vari centri dislocati territorialmente. Il ricorso ad un’architettura condivisa, che presenti servizi ICT unici sul cloud interconnesso con le piattaforme abilitanti regionali e nazionali, punta ad assicurare economicità, efficienza, efficacia e rispondenza al pubblico interesse dell’azione amministrativa.
  • elaborazione di caratteristiche di base per i software applicativi di nuova concezione (istruzione, sanità, mobilità) che tengano conto dell’architettura centralizzata dei servizi che operano in cloud.

Tutte le azioni descritte precedentemente concorrono al raggiungimento degli obiettivi della Strategia di Area agendo direttamente sul pre-requisito relativo all’associazionismo ma anche sui tre servizi fondamentali, in particolare saranno attivate delle azioni preliminari a supporto dei settori di Istruzione e Sanità:

  • Istruzione: supporto all’organizzazione e alla razionalizzazione del pendolarismo studentesco tramite l’utilizzo di un applicativo che consenta agli Istituti Scolastici di aggiornare i dati relativi agli spostamenti degli studenti mappando il punto di origine, il punto di arrivo e le fasce orarie. Tale applicativo è strettamente funzionale all’intervento realizzato sul tema della MOBILITA’;
  • Sanità: miglioramento dell’erogazione dei servizi sanitari e assistenziali verso i soggetti fragili mediante la loro georeferenziazione. L’azione mirerà tramite un applicativo di aggiornamento a georeferire sul territorio i soggetti fragili, dando vita alla MAPPA DELLA FRAGILITA’ territoriale. Questa azione è strettamente connessa al supporto e pianificazione degli interventi previsti nel settore SANITA’.

 

 

 

4.3  Principali interventi

Risultati, azioni, orizzonte temporale e competenze della Strategia Interventi

 

AREA TEMATICA

AZIONI

RISULTATO ATTESO

INDICATORI

ORIZZONTE

TEMPORALE

Sviluppare e valorizzare le micro-economie locali basate sull’utilizzo sostenibile delle risorse naturali 

 

§ Sviluppare in modo sostenibile la risorsa bosco e la filiera legno

§ Sviluppare e valorizzare le micro-economie locali basate sulle produzioni del “paniere mediterraneo”

§ Promuovere mercati locali per le produzioni agroalimentari (vendita diretta, mense scolastiche e ospedaliere, ecc.)

§ Favorire la creazione di centri servizi all’agroalimentare per la formazione, l’innovazione, l’assistenza tecnica e l’accesso al credito;

§ Salvaguardare antichi mestieri valorizzandoli  con l’arte e l’innovazione

 

§ Rilancio della filiera bosco

§ Miglioramento della manutenzione del patrimonio forestale e del territorio

§ Nascita e Consolidamento di Micro Imprese nei settori dell’artigianato di qualità, della cultura e nel terziario innovativo

§ Tasso di utilizzazione delle risorse forestali;

§ Indice di specializzazione nelle filiere agricole, agroalimentari e forestali;

§ Percentuale di terreni forestali oggetto di contratti di gestione che contribuiscono al sequestro o alla conservazione del carbonio;

§ Percentuale di aziende agricole che ricevono un sostegno per la partecipazione a regimi di qualità, mercati locali e filiere corte, nonché a gruppi/organizzazioni di produttori;

§ Incidenza dei giovani conduttori agricoli;

§ % di aziende agricole che ricevono un sostegno per la partecipazione a regimi di qualità, mercati locali e filiere corte, nonché a  gruppi/ organizzazioni di produttori.

§ Valore della produzione locale commercializzata per le filiere produttive;

§ Incidenza delle imprese del terziario innovativo e dell’economia sociale attive sul totale delle imprese (%)

BREVE PERIODO

Attrarre nuovi abitanti e ospiti temporanei

§ Attivare politica di sostegno alle famiglie e ai giovani che vogliono tornare o restare

§ Accogliere e integrare  i migranti nella comunità

§ Promuovere il turismo del benessere

§ Rivitalizzazione dei borghi cilentani, avamposti identitari dello stile di vita legato alla Dieta Mediterranea

§ Incremento dei flussi turistici sia in termini di presenze sia in termini di durata dei soggiorni e integrazione del reddito degli abitanti con fondi complementari

§ Valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche

§ Accoglienza migranti offerta in strutture diffuse/ di non grande dimensione unitaria;

§ N. di immobili riutilizzati

§ Tasso di turisticità nei parchi nazionali e regionali.

 

MEDIO PERIODO

Garantire il diritto alla salute ed all’integrazione sociale

§ Garantire una maggiore e continuativa presenza di assistenza sanitaria nel territorio

§ Potenziare le cure domiciliari attraverso telemedicina e teleassistenza

§ Migliorare la qualità, l’efficacia e l’efficienza del servizio sanitario attraverso la digitalizzazione dei processi e dati clinici

§ maggiore umanizzazione dell’offerta assistenziale

§ Riduzione degli accessi impropri al pronto soccorso e i ricoveri inappropriati

§ Tasso di ospedalizzazione evitabile

BREVE PERIODO

Migliorare la relazione tra  istruzione, e  valori del territorio

§ …..

§ …..

§ ….

§ Rinnovamento e incremento della qualità dei servizi scolastici dell’Area Pilota  per maggiore rispondenza alle vocazioni territoriali, alle specializzazioni produttive (agroalimentare, cultura e turismo sostenibile)

§ Miglioramento delle competenze degli studenti dell’Area Progetto e dell’Area Strategica nelle aree disciplinari di base con particolare riferimento alla scuola primaria e alla scuola secondaria di 1° grado.

§ Competenza degli allievi in italiano e matematica classe terza secondaria di 1 grado;

§ Partecipazione degli studenti ad attività di valorizzazione del territorio;

§ Quota di insegnanti che hanno partecipato a corsi di formazione e  aggiornamento

§ Partecipazione degli studenti ad attività di valorizzazione del territorio;

§ N° di allievi in alternanza scuola-lavoro

§ N° di ore di apertura pomeridiana e serale per azioni di formazione e di inclusione sociale

BREVE PERIODO

Migliorare l’accessibilità e la mobilità

§ razionalizzare la rete del TPL da e verso i comuni polo di Roccadaspide e Vallo della Lucania

§ integrare il servizio di TPL esistente con il supporto di servizi integrativi nelle porzioni di territorio più isolate

§ rendere più frequenti i collegamenti con i poli ferroviari di Vallo della Lucania, Capaccio Scalo e il polo universitario di Fisciano.

§ Servizi territoriali più accessibili.

§ Incremento della mobilità nell’area attraverso di un servizio di mobilità sostenibile basato sulla cooperazione tra pubblico e privato

§ % di residenti che si muovono per motivi personali, di lavoro o di studio che utilizzano TPL sul totale che usa mezzi di trasporto privati.

§ Numero di Utenti del Servizio di Taxi Sociale

MEDIO PERIODO

Incrementare la qualità e efficacia dei processi e dei servizi con l’ITC

§ installazione di apparati wi-fi per l’accesso ad internet nei luoghi pubblici e negli attrattori culturali e naturalistici

§ sviluppo di piattaforme collaborative per l’erogazione di servizi online e per la dematerializzazione dei documenti amministrativi

§ Incremento della trasparenza e della qualità dei processi e dei servizi amministrativi delle Amministrazioni Comunali dell’Area Progetto.

§ % Comuni con Servizi Digitali

§ % Territorio con Servizio Wi-Fi

MEDIO PERIODO

           

 

 

  1. REQUISITI NECESSARI, REGIONALI E NAZIONALI, PER L’EFFICACIA DELLA STRATEGIA

Per il nuovo ciclo di programmazione 2014/2020, la Regione Campania ha rafforzato il presidio degli strumenti finanziari a disposizione mediante l’istituzione degli uffici della Programmazione Unitaria che hanno il compito di assicurare il coordinamento delle diverse fonti finanziarie operando, attraverso la propria struttura organizzativa, una forte azione di indirizzo per valorizzare tutte le possibili aree di integrazione tra le azioni dei principali programmi e strumenti finanziari comunitari, nazionali e ordinari,  al fine di:

  • massimizzare l’effetto leva delle risorse comunitarie, considerando i fondi europei come risorse che concorrono con quelle nazionali e ordinarie all’accrescimento dei fattori di competitività della Regione;
  • rafforzare le politiche territoriali con l’integrazione degli strumenti attuativi su precise dimensioni territoriali di integrazione mettendo a sistema e valorizzando le specificità regionali.

Coerentemente con tale missione, sul territorio del Cilento Interno si è intervenuti con diverse fonti finanziare per rafforzare la politica della SNAI finanziando, in gran parte nella cornice programmatica del Patto per la Campania, importanti opere infrastrutturali che assolvono alle principali emergenze dell’area pilota.Accessibilità

Tra gli interventi infrastrutturali previsti, sono state inserite nel Patto per la Campania le seguenti opere strategiche per migliorare la mobilità funzionale allo sviluppo economico  del Cilento: 

  • Completamento della Cilentana per 2,5 milioni di euro;
  • Adeguamento delle reti stradali comunali e provinciali per 9 milioni di euro. Interventi già in corso di esecuzione
  • Intervento di viabilità nella zona della Diga di Alento – Completamento Strada 3°Lotto per 4 milioni di euro.

Agli interventi previsti dal Patto per la Campania, si aggiungono un’altra serie di interventi sulla viabilità, finanziati in quota nazionale dei fondi FSC 2014/2020 tra cui il significativo Completamento della Fondo Valle calore per 15 milioni di euro.

Riqualificazione e salvaguardia dell’ambiente

Diverse le operazioni finanziate per la riqualificazione ambientale:

  • interventi per la manutenzione e il rimboschimenti del patrimonio forestale per 29 milioni di euro (beneficiarie le Comunità montane del Cilento Interno).
  • bonifica di discariche comunali per circa 2 milioni di euro cui si aggiungono altri 10,6 milioni per l’impianto  di trattamento frazione organica a Castelnuovo Cilento e ulteriori 14,5 milioni programmati nel PO FESR.
  • Intervento di Metanizzazione del Cilento per 50 milioni di euro, cui si aggiungono altri di finanziamenti statali del MISE stanziati con legge di Stabilità, per un totale di 140 milioni di euro.

A tali risorse si aggiunge il GP progetto “Risanamento ambientale dei corpi idrici superficiali della Provincia di Salerno” riprogrammato a maggio con la DGR n. 288 sul PO FESR 2014/2020 che interessa l’area cilentana per circa 45 milioni di euro.

Messa in sicurezza del territorio

Il Cilento è un territorio fragile che ha richiesto, la programmazione di numerosi interventi, tutti ora già cantierabili, per un totale di: 

  • 30 milioni finanziati ai comuni dell’area pilota nell’ambito del “Programma Regionale per la messa in sicurezza delle reti stradali provinciali e comunali”, finanziato con risorse FSC della Delibera CIPE 54/2016
  • 7 milioni per interventi di contrasto al rischio idrogeologico.

Accessibilità digitale

 Tra gli altri requisiti irrinunciabili per l’efficacia della Strategia vi è indubbiamente l’ACCESSIBILITA’ DIGITALE. La Regione Campania sta lavorando con il Progetto Banda Ultra Larga (BUL) per fornire anche al territorio del Cilento interno un’infrastruttura digitale capillare e di qualità, capace di migliorare l’accessibilità ai servizi essenziali e di supportare le strategie di sviluppo territoriale.

Nel Piano triennale per l’informatica della PA sviluppato da AGID risulta obbligatorio lo sviluppo di azioni che prevedano l’adeguamento dei sistemi in essere con l’integrazione delle piattaforme abilitanti  trasversali che rappresentano funzionalità fondamentali, trasversali e riusabili nei singoli progetti, uniformando le modalità di erogazione. Emerge, dunque, l’importanza e la trasversalità delle azioni di innovazione in ambito ICT non solo come supporto ai driver di sviluppo con nuove soluzioni tecnologiche, ma anche come requisito fondamentale per semplificare la cooperazione e la fruizione di dati in modalità innovative, in modo da creare valore aggiunto a partire da un enorme patrimonio da valorizzare in modo adeguato.

Sviluppo rurale

Nella strategia di sviluppo locale delineata dall’area pilota Cilento interno un ruolo prioritario lo rivestono le attività del settore primario. Pertanto, la strategia dialoga ed è complementare a quanto previsto dalla  “Misura 19 – Sostegno allo sviluppo locale LEADER PSR 2014/2020” che ha selezionati ben 3 GAL ricadenti nell’area cilentana: GAL Casacastra Consorzio, GAL Sentieri del buon vivere scarl e GAL Cilento Regeneratio srl.

 

Da segnalare, inoltre, che nella recente attività legislativa della Regione Campania sono stati  varati due disegni di legge regionali che creano condizioni di contesto favorevoli ad alcune scelte della strategia d’area:

  • Il DdL 495 “Disposizioni in materia di cooperative di comunità”, depositata in Consiglio il 17 novembre 2017,
  • Il DdL 287 ““Dietamedunesco. Misure per salvaguardare e valorizzare in Campania la Dieta mediterranea Patrimonio mondiale dell’Umanità”depositata in Consiglio il 30 maggio 2018 e di riforma della Legge Regionale 6/2012 recante “Riconoscimento della dieta mediterranea”.

 

 

  1. QUADRO FINANZIARIO E ATTRIBUZIONE DELLE RISORSE

Lo sviluppo della strategia si è costruito su uno schema finanziario plurifondo, in grado di far convergere sulle cose da fare le diverse fonti potenziali di finanziamento: – POR FESR 2014/2020 – POR FSE 2014/2020 – PSR FEASR 2014/2020 – Fondi ministeriali su politiche ordinarie.

Il quadro finanziario potrà essere definito in fase di definizione della strategia e nel rispetto delle procedure di selezione delle operazioni previste per i programmi regionali a valere sui fondi SIE 2014-2020.

[1] Sistemi Territoriali di Sviluppo ai sensi della L.R. 13/2008 – Piano Territoriale Regionale della Campania

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