Agropoli: deleghe ai consiglieri? Per Agostino Abate sono illegittime

Ernesto Rocco

AGROPOLI. Si è tornati a parlare del rimpasto delle deleghe voluto ormai più di un mese fa dal sindaco Adamo Coppola. Nel consiglio comunale di ieri, 28 dicembre, il consigliere Agostino Abate, infatti, ha chiesto lumi su quanto avvenuto e in particolare sulle regioni che hanno portato a “conferire deleghe ai consiglieri, sottraendole agli assessori”.

Il motivo del quesito è presto detto: secondo Abate, infatti, la scelta del sindaco Coppola sarebbe illegittima, come risulterebbe da alcune sentenze della Corte di Cassazione e del Consiglio di Stato. “Lo statuto comunale – ha detto Abate – prevede deleghe agli assessori o ai consiglieri, nei casi previsti dalla legge”. Quest’ultima ipotesi, però, creerebbe un paradosso: sindaco e giunta resterebbero orfani di un organo di controllo (i consiglieri, appunto) sul loro operato.

“Si creerebbe un disequilibrio e una confusione dei ruoli in grado di turbare la dialettica assembleare”, ha detto Abate citando una sentenza della Cassazione. “Si calpestano le regole della democrazia”, ha tuonato il consiglieri di minoranza.

La risposta è arrivata dal sindaco Adamo Coppola secondo cui vi sono altre sentenze che richiamano il caso di Agropoli e prevedono la possibilità che anche i membri del consiglio possano avere delle deleghe. Il primo cittadino, poi, ha ricordato che la decisione di attribuire loro delle funzioni è stata finalizzata a “renderli partecipi e creare maggior coinvolgimento nell’attività amministrativa”. Caso chiuso? Neanche per sogno: per Abate la situazione determina illegittimità e incompatibilità.

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