Alla scoperta del “re” della pasta fresca fatta in casa: il fusillo di Felitto

Katiuscia Stio

Se, come si dice, la pasta fresca è la carta di identità della cucina rurale, il fusillo di Felitto è una tipicità strettamente locale che rappresenta la memoria storica, contadina ed enogastronomica locale, conosciuto a livello mondiale, tanto da essere stato nominato il “re” della pasta fresca fatta in casa, ormai noto ovunque, e che a Terra Madre Salone del Gusto 2018, a Torino, nello scorso settembre, è stato presentato come nuova ricchezza da tutelare.

Infatti da poche settimane il re fusillo di Felitto arricchisce il patrimonio Sloow Food della Campania, unitamente al fico monnato di Prignano Cilento.

Le caratteristiche del fusillo di Felitto

Il fusillo è il simbolo dell’appartenenza al luogo, alla famiglia, alle tradizioni culinarie e contadine ma è anche la nuova economia del borgo. La Sagra del Fusillo Felittese ne sottolinea, da ben 47 anni ormai, il primato. Esso è unico e si differenzia da tutti gli altri sia per forma che per ingredienti, preparazione e degustazione. Il fusillo di Felitto è liscio, cilindrico, lungo mediamente 25 cm; lo spessore è di 4-5 mm a crudo, da cotto aumenta un poco per effetto delle uova utilizzate per l’impasto; all’interno è vuoto per tutta la sua lunghezza, grazie al ferro utilizzato per realizzarlo. Ed è proprio il “ferro” a regalare al fusillo una delle sue peculiarità. Il ferro deve essere di acciaio perché non si deve curvare; viene appositamente preparato, o martellato, dall’esperto perché deve presentare in tutta la sua lunghezza 4 facce e 4 spigoli e sono proprio questi ultimi a consentire che nel fusillo si formi il vuoto, la scalanatura, attraverso il suddetto movimento. E’ lungo mediamente 30-35 cm ed ha uno spessore di circa 1mm. La farina dev’essere di grano duro. I felittesi utilizzano il grano antico Senatore Cappelli. La coltivazione di questo antico grano negli ultimi anni è stata ripresa, aumentandone sensibilmente la produzione.

La città del fusillo

Il Presidio Slow Food ha rilanciato l’intera filiera, promuovendo non solo la produzione del fusillo, ma anche delle materie prime. Sono stati rimessi in produzione numerosi ettari di terreno, dedicandoli alla coltivazione del grano duro Senatore Cappelli, e molte aziende agricole e privati si stanno attivando per la produzione delle uova, allevando le galline all’aperto. L’obiettivo è di far uscire questa produzione dalla sfera casalinga trasformandola in fonte di reddito per le donne e le aziende felittesi. L’amministrazione, guidata dal sindaco Maurizio Caronna, ha pensato ad una “città del fusillo”.

«E’ un progetto che ormai va avanti da anni e per il 2019 si partirà con il lotto più importante- spiega il sindaco Caronna – Il nostro obiettivo è realizzare una cittadella dell’enogastronomia, dove poter ospitare anche la sagra, i laboratori per la produzione del fusillo, e attività affini». Inoltre, molte sono le “fusillare” che durante la sagra allestiscono dei laboratori in cui insegnano a tirare il fusillo e in tanti sono a partecipare. Stando al racconto degli anziani, che riportano i racconti dei loro nonni, e così all’indietro, il fusillo è stato sempre piatto della festa e delle grandi occasioni. La sua storia, come la sua arte, è stata verbalmente tramandata di generazione in generazione, anche se talvolta si ricorre a leggenda o a fatti che forse si sono realmente verificati e di cui non si hanno prove certe.

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