Rete Cardiologica, ospedale “San Luca” a rischio depotenziamento: ira dei sindacati

Redazione Infocilento

Nuove polemiche per il piano varato dalla Regione Campania per la Rete Cardiologica. Anche il sindacato delle professioni infermieristiche NurSind, manifesta il proprio disappunto e in particolare quello dei lavoratori del Presidio San Luca di Vallo della Lucania, in merito al provvedimento che sottrae alla competenza del Presidio Ospedaliero vallese, attribuendo a quello di Eboli, le emergenze cardiologiche  verificabili nei territori dei Comuni di Capaccio Paestum, Laurino, Magliano Vetere, Monteforte Cilento, Piaggine, Sacco, Valle dell’ Agelo, Sanza, Felitto, Trentinara, Buonabitacolo, Castel San Lorenzo.

“L’ospedale San Luca, poiché individuato nel Piano Ospedaliero della Regione Campania come Ospedale di I° livello (ai sensi dei dettami del D.M.70/2015), nonché centro HUB per le emergenze cardiologiche, rappresenta, come da decenni, un fondamentale punto di riferimento per la richiesta di salute di un’ampia platea di cittadini insistenti nei Comuni del Cilento e Vallo di Diano”, evidenzia il delegato sindacale Adriano Cirillo.

Un danno per gli utenti

Il provvedimento determinerà un ridimensionamento per il centro vallese privandolo di circa quarantamila utenze. “Molte di queste 40.000 persone impiegherà, qualora colto da malore, più tempo ad arrivare nell’Ospedale di Eboli rispetto a quanto impiegherebbe per raggiungere quello di Vallo della Lucania – evidenzia Cirillo – i cittadini afferenti al centro hub di Vallo della Lucania possano arrivare ad esso nel tempo massimo di 1 ora per il 47,30 % dei casi, entro mezz’ora per il 52.70 % dei casi e nessuno al di fuori del tempo massimo di un’ora. Per quanto attiene invece i cittadini dei comuni afferenti al centro HUB di Eboli troviamo che i cittadini colpiti da infarto potranno giungerlo nel 39,80 % dei casi entro 1 ora, nel 57,60 % dei casi entro 30 minuti, ma nel 2.60 % dei casi supereranno il tempo massimo consentito di un ora”. Il bacino afferente al P.O. di Eboli è molto ampio, i cittadini coinvolti sono molti di più dei 40.000 di cui stimo parlando ma, anche solo volendo Considerare questi ultimi, applicandovi la percentuale del 2.6% possiamo determinare che, potenzialmente, circa 1.040 persone (il 2,6% di 40.000), padri/madri di famiglia, non riuscirebbero ad arrivare in Ospedale e quindi in Emodinamica prima del tempo limite di un ora”.

Rischio depotenziamento per l’ospedale

Ma i problemi sono addirittura maggiori: perdere utenze, infatti, potrebbe portare al depotenziamento dell’ospedale: “Sui tavoli regionali, numeri alla mano, fra qualche anno potrebbero trovarsi a discutere di dati di un Ospedale , in cui l’utenza non sarà sufficiente a tenerlo a certi livelli di inquadramento giuridico (rischieremo quindi di perdere il DEA di I° livello), e analizzeranno i numeri di una Emodinamica che, probabilmente, potrebbe non avere più un numero di interventi sufficienti a giustificare una sua tenuta in essere”, avverte Cirillo.

“Ad oggi nessuno può giustificare un intervento chiaro e diretto di ridimensionamento del P.O. San Luca,  preoccuparci però è lecito poiché, volontariamente o meno, a nostro parere si stanno creando le condizioni che ci condurranno verso un abbassamento dei livelli assistenziali per il nostro territorio. Si tratta quindi di difendere il diritto alla salute della nostra cittadinanza, del nostro territorio, delle nostre famiglie”, conclude Cirillo il quale  chiede una Conferenza dei Servizi per la rimodulazione della Rete dell’Emergenza Cardiologica Campana.

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