Agropoli, appello dell’Associazione Operatori turistici: “assumiamoci le responsabilità per migliorare dal basso la città”

Redazione Infocilento

Dopo i tragici incidenti che hanno spezzato due giovani vite, quelle di Emilio Secci (33 anni) e di Agostino Chioccini (19 anni), dall’associazione degli Operatori Turistici della città arriva una lettera aperta agli agropolesi e alle istituzioni affinché ci sia uno scatto d’orgoglio che permetta di a tutti di fare uno sforzo in più per salvaguardare e migliorare il territorio.

Il tratto di strada dove è morto Emilio Secci è in condizioni indecenti

“Non possiamo fermarci al dolore, non possiamo rifugiarci nel rimpallo delle responsabilità, dobbiamo avere il coraggio di manifestare il nostro cordoglio assumendoci, come comunità, tutte le responsabilità di questa fatalità annunciata”, si legge nella missiva. L’attenzione è rivolta al tratto di strada tra San Francesco e Trentova, lì dove è morto Emilio Secci: “è in condizioni indecenti e pericolose da anni: rifare i lavori di sostegno; il manto stradale; i marciapiedi sconnessi, la rimozione dei rifiuti abbandonati dai cittadini; tagliare le erbacce; consolidare i lampioni pericolanti; mettere un semaforo dove ci sono i blocchi che creano il restringimento della strada; protestare e protestare ancora perché nessuna di queste azioni, alcune banali, era stata effettuata, a chi compete? A noi; come cittadini in veste privata o con incarichi lavorativi che implicano responsabilità in tal senso; a noi fruitori di questo territorio che ormai assuefatti al contesto che non ci accorgiamo dello scempio che abbiamo sotto gli occhi”, fanno sapere gli operatori turistici.

Un tale patrimonio naturale ed una tale ricchezza umana tenuta in scacco da qualche centinaio di persone poco attente alle proprie responsabilità

“Un territorio che un’agenzia mondiale come l’UNESCO ovvero la massima autorità sul pianeta terra, ha decretato patrimonio dell’umanità – proseuge la lettera – Una moltitudine di persone oneste, che lavorano, che educano i propri figli a sani principi di onestà; che pagano le tasse; che non gettano rifiuti per strada; che portano i cani al guinzaglio e ne raccolgono i bisogni in strada; che non scaricano rifiuti in mare se escono in barca; che vivono con rispetto verso il territorio e la comunità. Ebbene un tale patrimonio naturale ed una tale ricchezza umana tenuta in scacco da qualche centinaio di persone poco attente alle proprie responsabilità. Tutti siamo chiamati ad adoperarci a tutela di un patrimonio che è comune; tutti siamo chiamati ad osteggiare i comportamenti lesivi di tale patrimonio”.

Di qui l’appello ai cittadini onesti, cui va “un invito a far sentire la propria voce”.

Possiamo sognare per una città in cui non ci sia più nessuna delle condizioni per cui un giovane papà debba morire sul selciato in una mattina d’agosto e lavorare, tutti insieme, perché questo sogno diventi presto realtà

“Noi siamo membri di un’associazione di settore, abbiamo investito i sacrifici di una vita in strutture di altissima qualità; coccoliamo i nostri ospiti; gli narriamo del patrimonio del nostro territorio e abbiamo stilato accordi e convenzioni affinché essi possano fruirne ogni eccellenza. Noi ci mettiamo la faccia e il sudore, ma non possiamo pulire le strade; non possiamo fermare il centauro che ha bisogno di affermare la propria personalità forando la marmitta di una moto; non possiamo raddrizzare i lampioni cadenti; non possiamo dire al vigile urbano di fare la multa a chi contravviene quotidianamente, per prassi consolidata, al codice della strada; non possiamo tagliare le erbacce ovunque. Possiamo adottare le fioriere del litorale S. Marco e lo faremo; possiamo dotare gli Infopoint di un tablet e l’abbiamo fatto; possiamo creare un unico portale di prenotazione di strutture di qualità e l’abbiamo fatto; possiamo creare percorsi qualificati di formazione e l’abbiamo fatto; possiamo sollecitare l’amministrazione comunale affinché provveda ad istituire la reperibilità dei vigili H24 e l’abbiamo fatto; possiamo chiedere ripetutamente la risoluzione delle problematiche agli organi competenti e l’abbiamo fatto apportando anche eventuali risoluzioni e continueremo a farlo; possiamo offrire servizi da nord Europa in un clima latino e lo facciamo quotidianamente. Possiamo sognare per una città in cui non ci sia più nessuna delle condizioni per cui un giovane papà debba morire sul selciato in una mattina d’agosto e lavorare, tutti insieme, perché questo sogno diventi presto realtà”, dicono gli operatori turistici che in conclusione rivolgono un’appello alla città affinché “tutti ci si assuma le proprie responsabilità affinché il miglioramento, dal basso, coinvolga ogni singolo cittadino, ogni singola impresa, ogni singolo amministratore”.

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