Caos rifiuti in Cilento, l’appello dei lavoratori: si riapra l’impianto di Vallo Scalo

Carmela Santi

Gestione rifiuti, è caos nel Cilento. Ha rinunciato all’incarico di commissario liquidatore della Yele, Pietro di Lorenzo nominato dalla Tribunale di Napoli, sezione specializzata delle Imprese. La società partecipata finita al centro di una indagine della Procura di Vallo, con il sequestro dei conti societari e beni personali degli ex amministratori, di fatto non svolge più funzione. Come il Corisa 4 deve essere liquidata.

Una situazione di incertezza che fa tremare gli oltre trenta lavoratori del Consorzio e i dipendenti della Yele ancora non collocati in cantiere. In molti comuni cilentani il servizio è passato a società private. Per i lavoratori la situazione più scandalosa riguarda il sito di selezione di Vallo Scalo, costato milioni di euro ed ora abbandonato.

È diventato un parcheggio per decine di mezzi sia del Consorzio che della partecipata Yele, ora inutilizzati. L’impianto se riaperto potrebbe garantire lavoro a decine di operai. Oltre al danno la beffa: i lavoratori del Corisa non percepiscono lo stipendio dal 2014.

Alzano la voce indignati per il silenzio dei politici, dei sindaci in particolare. «Si aprono siti privati – denuncia Giovanni Petillo, lavoratore del Corisa – con la benedizione di amministratori regionali mentre per riaprire e mettere a norma l’impianto di Vallo Scalo non ci sono soldi». Gli operai chiedono l’intervento di Raffaele Cantone, presidente dell’autorità nazionale Anticorruzione. Nei prossimi giorni saranno in Procura per esporre le loro preoccupazioni al procuratore capo Antonio Ricci.

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