“Me l’hanno uccisa”, lo sfogo del papà di Rosaria Lobascio

Erminio Cioffi

Sala Consilina – “Me l’hanno uccisa, me l’hanno uccisa”, sono le parole che ripete più volte Domenico Lobascio, il papà di Rosaria, la studentessa di 22 anni di Sala Consilina è deceduta venerdì all’ospedale “Fucito” di Mercato Sanseverino dove era arrivata in seguito a delle complicazioni avute dopo un intervento di riduzione dello stomaco effettuato presso quello stesso ospedale. Domenico è un agente della Polizia Penitenziaria e presta servizio in un carcere nel centro nord. Aveva preso dei giorni di ferie per stare vicino alla figlia.

“Non mi darò pace fin quando non sarà fatta giustizia – dice Domenico con la voce piena di rabbia – perché mia figlia me l’hanno uccisa, ci sono troppe cose che non tornano in tutta questa vicenda e sono convinto che la morte di Rosaria poteva essere evitata se fosse stata prestata maggiore attenzione. Eravamo tutti tranquilli, il chirurgo ci aveva detto che per questo tipo di intervento c’è un tre per cento di probabilità di complicanze ma aveva detto di stare tranquilli perché in ogni caso c’era lui in ospedale”. Domenico racconta il calvario vissuto dalla figlia dal giorno dell’intervento fino a venerdì quando il suo cuore ha cessato di battere. Rosaria si era ricoverata al Fucito il 29 maggio ed il giorno seguente era stata sottoposta all’intervento chirurgico di riduzione dello stomaco.

“In camera con mia figlia – spiega il papà – c’erano altre due donne che sono state operate nello stesso giorno. Quando Rosaria è tornata dalla sala operatoria non stava bene, ed ho pensato che fosse normale visto che aveva appena subito l’intervento, nei giorni successivi però le cose non sono migliorate, invece le altre due pazienti stavano decisamente meglio di mia figlia. Nessuno si è preoccupato di capire perché mia figlia stava in quelle condizioni. Lunedì 4 giugno poi l’hanno dimessa e siamo tornati a casa, Rosaria si sentiva sempre più debole, mercoledì sera siamo andati al Pronto Soccorso dell’ospedale di Polla per alcune ore dove le hanno fatto delle flebo e poi ce l’hanno fatta riportare a casa. Il giorno seguente siamo andati a Mercato San Severino e lì l’hanno operata d’urgenza ed è morta”. Subito dopo il decesso è stata sporta denuncia ai Carabinieri e la Procura della Repubblica di Nocera Inferiore ha disposto il sequestro della cartella clinica, della salma e della documentazione relativa al ricovero al pronto soccorso dell’ospedale di Polla avvenuto mercoledì sera.

“Non riesco a spiegarmi – conclude Domenico – perché hanno dimesso mia figlia dal Fucito se stava così male, si vedeva che era debole, non dovevano mandarla a casa e forse se fosse rimasta ancora in ospedale avrebbero potuto fare qualcosa per salvarla. Le avevo promesso che dopo essersi ripresa dall’intervento avrei regalato a lei ed alla sorella un viaggio che ora non potrà più fare perché me l’hanno ammazzata”. Si attende ora l’incarico al medico legale da parte della Procura della Repubblica per poter effettuare l’autopsia, dopodichè la salma verrà restituita ai familiari per la celebrazione delle esequie.

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