Agropoli: la “Montagna della vergogna” continua a crescere. Coppola: altre ipotesi non percorribili

Sergio Pinto

Quando la soluzione è peggiore del problema. È quello che è accaduto sulla spiaggia della Marina adiacente al porto turistico, tanto cara agli agropolesi. Il comune in vista dell’estate, ascoltando le numerose istanze da parte dei cittadini e le richieste di una rinomata struttura ricettiva del posto, ha creduto bene di rimuovere le alghe spiaggiate durante il periodo invernale, ammassandole lungo il pendio laterale della suggestiva rupe, sulla quale si regge il centro storico di Agropoli.

Il risultato è una montagna di posidonia, tonnellate e tonnellate di alghe che hanno preso il posto della vegetazione che ricopre il lato ovest del promontorio. Da qui il malcontento generale della cittadinanza che non ha fatto mancare il proprio dissenso ad una soluzione alquanto creativa. Eppure non è il primo anno che viene adottata la soluzione dell’ammasso di alghe, anche nell’era di alfieri formare la montagna di posidonia sul promontorio è stata una pratica frequente dall’arrivo al governo cittadino di Franco Alfieri. Il problema dello spiaggiamento della posidonia attanaglia ormai da anni il litorale cilentano e le spiagge agropolesi sono invase da tonnellate di alghe che ricoprono maggiormente alcuni lidi della cittadina. Da Trentova al Lido Azzurro per poi arrivare alla spiaggetta della Marina, non si riesce a dare un concreto contributo alla risoluzione del problema. Solo alcune settimane fa la missione dell’assessore al demanio Eugenio Benevento all’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) non sortì gli effetti sperati. In quel contesto l’amministrazione avanzò l’idea di restituire al mare la posidonia portandola al largo. L’Ispra bocciò la soluzione ritenendola impraticabile, secondo la classificazione attuale: la posidonia è da ritenersi un rifiuto e come tale dovrebbe essere trattato.

In merito anche il presidente dell’ente Parco Tommaso Pellegrino ha voluto esprimere piena solidarietà a quei comuni che si ritrovano a combattere una battaglia perenne, il Parco attraverso il progetto Life cercherà di trovare una soluzione definitiva al problema. Sulla questione è intervenuto anche il primo cittadino di Agropoli che lascia trasparire tutto il suo sconforto per quelle che sono solo cure palliative: «Abbiamo percorso diverse strade – spiega Coppola – una richiesta al Ministero per gettare in mare la posidonia, fiduciosi di un’idea che avrebbe posto la parola fine al problema, purtroppo c’è stata negata. Abbiamo pensato ad un diverso modo di smaltire l’alga, ricercando aziende che utilizzassero le alghe per produrre energia, gli interventi in merito sono talmente costosi che non è percorribile al momento questa strada, anche se non disperiamo, sulla trasformazione in energia ci potrebbe essere qualcuno interessato. Le altre strade sono: o lo stoccaggio così come è avvenuto a Marina, oppure lo smaltimento. Ricordo che se non intervengono leggi in merito l’alga risulta essere un rifiuto e come tale deve essere smaltita».

I numeri sono impressionanti si parla del solo Lido Azzurro di circa 6000 tonnellate che a 150 euro inclusa iva corrisponde ad una spesa di smaltimento di circa 900mila euro. A questo si dovranno aggiungere le tonnellate la somma arriva ad almeno due milioni di euro: «Si poteva pensare –spiega Coppola- ad una tassa di scopo così la spesa si poteva suddividere per i 20 mila abitanti, anche in questo caso le leggi lo vietano per queste finalità».

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