Omignano: Luca Lucibello vola a New York per un progetto sui Migranti

Arturo Calabrese

Il giovane cilentano aveva lanciato una petizione diretta all’allora Ministro Gentiloni

Da Omignano a New York per parlare di migranti. È la bella storia di Luca Lucibello, studente cilentano 19enne, la cui idea lanciata sulla piattaforma “change.org” è piaciuta alle Nazioni Unite e che nella giornata di oggi è in partenza per gli Stati Uniti d’America. Proprio nella sede dell’Onu, il Palazzo di Vetro, il giovane dovrà parlare nei prossimi giorni davanti ai potenti del Mondo della sua proposta progettuale.

La storia comincia nel 2015 quando Luca osserva in televisione le tragiche immagini di migranti che tentavano di fuggire dalla propria terra e, in particolare, la foto tristemente nota del piccolo Aylan morto sulla spiaggia. L’allora 15enne decide che non può rimanere a guardare e inizia a pensare ad una soluzione per fermare gli sbarchi. L’idea arriva e viene pubblicata sul più famoso portale di petizioni online tramite il quale Luca la indirizza a Paolo Gentiloni, all’epoca dei fatti ministro degli Affari Esteri. Per diverso tempo la petizione è rimasta lì, dimenticata, finché viene notata dagli alti vertici delle Nazioni Unite i quali invitano lo studente ad esprimersi presso il Palazzo di Vetro durante l’evento internazionale “Change the World”. «I centri di accoglienza e i campi profughi sono dei veri e propri lager – scrive il giovane – luoghi in cui la dignità umana è assente e che riportano alla memoria pagine della nostra storia che dovrebbero essere per sempre relegate nel passato. Si dovrebbero invece costruire delle “bolle di sicurezza”, delle “oasi della speranza”, in punti sicuri dei loro territori in modo che questi disperati non siano costretti a fuggire dal proprio Paese. Questi luoghi – continua Lucibello – dovranno essere tutelati dall’Onu, dovranno garantire ai rifugiati uno stile di vita dignitoso, con un lavoro, assistenza sociale, la possibilità di studiare».

Il giovane tiene però a sottolineare una questione: «Non è un’idea che può essere riassunta col semplicistico “aiutiamoli a casa loro”, ma si tratta di creare dei presupposti affinché questa gente possa rimanere nel loro Paese». Da domani Luca sarà negli States per una serie di incontri insieme alla delegazione dei diplomatici italiani. «Il gran giorno è arrivato – dice – finalmente potrò parlare della mia idea al Mondo. Ho una responsabilità grandissima sulle spalle ma ce la metterò tutta per portare alto il vessillo del Cilento e del nostro Paese».

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