Architetto valdianese citato in giudizio per 1 milione di euro di danni, assolto dalla Corte dei Conti

Erminio Cioffi
Corte dei Conti

Il professionista è stato difeso dagli avvocati Lagreca e Bonafine

Montesano sulla Marcellana – Tommaso Nicola Maio, architetto residente nel comune termale del Vallo di Diano è stato assolto, insieme ad altri 10 imputati, tutti residenti in provincia di Potenza, dalla sezione giurisdizionale della Basilicata della Corte dei Conti dall’accusa di aver provocato, insieme alle altre 10 persone citate in giudizio, un danno erariale di 1 milione 196mila euro relativo all’omesso completamento delle opere di contenimento del dissesto idrogeologico nel comune di Castelluccio Superiore, in provincia di Potenza, riconducibile, in pari modo, alle condotte di tutti i convenuti responsabili per il mancato completamento dei predetti interventi e per l’erogazione di risorse economiche prive di una reale utilità. L’ingegnere Maio è stato difeso dagli avvocati Renivaldo Lagreca e Vincenzo Bonafine del Foro di Lagonegro. La parte attrice ha contestato una negligente ed imprudente gestione del progetto di messa in sicurezza dell’area di “fosso Magliocco” da parte di alcuni amministratori locali che avrebbe generato la distrazione di alcuni finanziamenti dal pubblico interesse. L’addebito consiste dunque nella mancata realizzazione di opere pubbliche in violazione della normativa comunitaria e nazionale e nella realizzazione di opere pubbliche non conformi al progetto esecutivo. L’architetto Maio era accusato di violazione dei doveri di ufficio in qualità di direttore dei lavori e progettista. La Corte dei Conti ha assolto tutti gli imputati “per insussistenza di nocumento erariale certo”. Le opere “hanno recato – scrivono i giudici – un beneficio alla collettività amministrata e dunque all’interesse pubblico, con ciò configurando, in ogni caso, una compensazione tra l’asserito disvalore della condotta dei convenuti e i vantaggi comunque scaturiti dalla stessa a favore del pubblico erario e della comunità locale”.

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