Stop alle sanzioni per il Comune di Tortorella. La decisione del Consiglio di Stato

Luisa Monaco
Consiglio di Stato

L’Ente, sanzionato per mancato rispetto del pareggio di bilancio, aveva presentato ricorso

TORTORELLA. Il Comune vince, almeno per il momento, la sua battaglia legale contro il Ministero dell’Interno e il Ministero dell’Economia e delle Finanze. I fatti risalgono al luglio scorso quando con una il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato del Ministero dell’economia e finanze, inserì Tortorella tra gli Enti non rispettosi del pareggio di bilancio 2016 alla data del 30 giugno 2017. In conseguenza di ciò, una settimana dopo, il Ministero dell’Interno applicò la sanzione prevista dalla legge, secondo cui l’ente inadempiente è assoggettato, nell’anno successivo a quello dell’inadempienza, ad una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo di solidarietà comunale in misura pari all’importo corrispondente allo scostamento registrato.

Una vera e propria tegola per l’amministrazione guidata dal sindaco Nicola Tancredi. Secondo l’amministrazione comunale, però, la sanzione era immotivata e di qui la decisione di presentare ricorso. La vicenda è stato oggetto di discussione prima al Tar e poi al Consiglio di Stato che proprio oggi ha accolto il ricorso dell’Ente.

Il Comune di Tortorella, rappresentato dagli avvocati Luigi Vuolo e Davide Ferrazzano, aveva evidenziato nel ricorso “di essere in pareggio di bilancio e che il disavanzo 2016 sarebbe solo apparente, in quanto dovuto ad un errore di contabilizzazione corretto con delibera consiliare 14 novembre 2017”.
Tramite i propri legali, inoltre, si precisava che “il contestato disavanzo 2016, pari ad euro 349,00,00, comporta la corrispondente riduzione delle risorse trasferibili per il 2017 a titolo di fondo di solidarietà comunale”; ciò avrebbe determinato grossi problemi tanto che il Comune, alla fine di gennaio 2018, non sarebbe stato in grado neanche di provvedere alla ordinaria amministrazione ed ai relativi oneri finanziari derivanti da spese incomprimibili quali stipendi, utenze per gli uffici e le scuole.

A differenza del Tar, quindi, i giudici del Consiglio di Stato hanno deciso “di garantire al Comune il soddisfacimento di esigenze essenziali per l’ordinato svolgimento dei compiti dell’ente locale” sospendendo la sanzione “per la quota pari ad euro 174.244,10, che nel decreto impugnato risulta ancora da versare al bilancio dello Stato”, in attesa che il Tar discuta il merito della controversia e prenda una decisione sul caso.

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