La denuncia: compromessa l’area dunale di Santa Maria di Castellabate

Debora Scotellaro

“Necessario tutelare gli ecosistemi dunali”

“Duna di S.Maria di Castellabate? Ei fu!”, cosi’ esordisce Paolo Abbate, esponente del WWF.

Abbate denuncia la condizione in cui versa l’area dunale che sarebbe stata compomessa dalla mano dell’uomo.” Erosione irreversibile, torrenti tombati, lidi balneari, camping, ville private sulla spiaggia, se la sono divorata in pochi anni- dichiara il rappresentante WWF- Adesso quei relitti rimasti di duna, un tempo fiorita di giglio di mare, sono stati trasformati in aiole dove crescono essenze non autoctone, evidentemente piantate da chi conosce poco l’importanza di tutelare la biodiversità”.

Chiara la posizione dell’ambientalista che esprime il suo dissenso su come è stata gestita l’area dunale:”Due torrenti che scendono dal monte Tresino, che trasportavano a mare quei sedimenti necessari al ripascimento della spiaggia, sono stati canalizzati o quel che peggio tombati”.

“Considerando questa situazione disastrosa per ecosistemi di grande valore naturale e paesaggistico – avverte Abbate – occorre difendere con le unghie e con i denti gli ecosistemi dunali ancora esistenti n nel Cilento e il suo Parco nazionale, rinaturalizzandoli e tutelandoli.”

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