Mogol ad Agropoli: ‘questa è una città bellissima’

Antonella Agresti

Il Maestro in città per il premio “Tutto Mogl Battisti”

“Anche un genio ha bisogno di studiare e da questo festival mi aspetto ragazzi che dimostrino di essere pronti a farlo”. Con queste parole Giulio Rapetti, in arte Mogol, ha aperto la finalissima della seconda edizione del Festival Tutto Mogol Battisti. Nella cornice di piazza Mediterraneo ad Agropoli, si è conclusa – sabato 26 agosto – la kermesse canora organizzata dall’associazione Paese Mio, presieduta da Gregorio Fiscina.

Venticinque i partecipanti, giovani provenienti da tutta Italia, arrivati in quindici alla finale di sabato, che si sono esibiti con un brano a scelta del duo Mogol-Battisti. In palio per il vincitore, una borsa di studio presso il CET (Centro Europeo Toscolano) dello stesso Mogol, l’esibizione a Casa San Remo 2018 e l’accesso, di diritto, alle finali nazionali dei Gran Festivals Italiani. Ad aggiudicarsi il primo premio è stato Gianluca Maltempo con il brano “Pensieri e Parole”. Sul secondo gradino del podio, Francesco Casoni con “Al cinema”; terza Michela Pisillo che ha cantato “Nessun dolore”. Lo scopo della manifestazione è stata la valorizzazione della musica italiana attraverso la presenza di giovani artisti, selezionati grazie al lavoro di una giuria qualificata. I partecipanti, durante la tre giorni di Agropoli, hanno avuto l’occasione di confrontarsi con operatori artistici, culturali e altri professionisti del settore.

A tutti loro il maestro Mogol ha rivolto il proprio messaggio: “Il talento esiste solo se coltivato e bisogna coltivarlo fino a raggiungere la magia. La nostra scuola è l’unica che, ad oggi, offre una formazione a livello internazionale e che da venticinque anni è portata avanti con grande passione. Tutto, infatti, si costruisce con la passione, la pazienza e la didattica; tutto il resto è solo televisione.” Il Festival ha confermato che le canzoni di Mogol-Battisti vincono la sfida con il tempo rimanendo attualissime e per il maestro il loro segreto sta nell’aver avuto musiche come quelle di Lucio e di aver tradotto sempre la musica in parole.”Le parole devono servire ad esprimere il senso insito nella musica” ha affermato Mogol, continuando ” per arrivare a far questo bisogna studiare. Dobbiamo smettere di credere che si nasca già talentuosi; è vero che esistono i geni, ma sono uno su quindici milioni. Anche Albert Einstein ha detto che il novantanove per cento è sudore, soltanto l’un per cento è ispirazione. E dunque anche un genio ha bisogno di studiare.”

La cornice di Agropoli non è stata una scelta priva di significato: Mogol non ha fatto mistero di esserne un grandissimo estimatore. “Quarant’anni fa arrivavo nel porto di Agropoli con la mia barca, c’era sempre un posto per me in mezzo a tanti pescatori. Ormeggiavo e salivo al centro storico per mangiare la pizza. Per me Agropoli è quella di quarant’anni fa, ora è una città bellissima ma io rimango affezionatissimo a quella dei miei ricordi.” Anche durante la serata di sabato Mogol non ha mancato di rendere omaggio alla tavola agropolese e cilentana in generale: ” Questa sera mi hanno fatto assaggiare una vera specialità: la cipolla di Vatolla ai ferri” ha dichiarato soddisfatto il maestro. Il sodalizio con il Cilento, tuttavia, non è soltanto gastronomico ma anche e soprattutto artistico: due anni fa Mogol ha collaborato ad un brano de I Capobbanna, band locale. “È vero, ma non me ne ricordo – ha scherzato l’autore – ho fatto tante canzoni e non riesco a ricordarle tutte”. La serata di sabato, condotta da Enza Ruggiero e Alessandro Greco, si è conclusa tra gli applausi e il gradimento di un numerosissimo pubblico e l’arrivederci di Mogol al prossimo anno.

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