Incendio di Velia, interrogazione al Ministro Franceschini

Ernesto Rocco
Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, chiede interventi immediati

ASCEA. Una interrogazione al Mibact affinché intervenga per la tutela e la valorizzazione di Velia. L’iniziativa è del vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri che dopo l’incendio che ha colpito il sito Unesco ha interrogato il Ministro Dario Franceschini. Gasparri ha evidenziato i danni causati dalle fiamme e la preoccupazione anche per “il conseguente aumento dei fattori di rischio idrogeologico in un’area delicata, con una storia di dissesti tuttora in essere”.

“Nella zona sono frequenti i roghi di matrice dolosa – scrive il vicepresidente del Senato – cagionati dalla volontà di rendere più fertile la crescita di asparagi selvatici destinati alla raccolta; ne è stato un esempio quello scoppiato lo scorso settembre; fortunatamente, le strutture maggiori non hanno subito danni e il recente taglio dell’erba è stato provvidenziale, ciò nonostante l’incendio è stato molto violento e ha richiesto l’intervento aereo; si attende da 12 anni che, riguardo al sito, venga applicata la legge regionale n. 5 del 2005, che ha istituito, attorno al perimetro del parco, una zona di riqualificazione paesistico ambientale su cui la Soprintendenza e i comuni di Ascea e Casal Velino avrebbero dovuto redigere un piano particolareggiato, che ancora non è stato realizzato; con decreto dirigenziale del 27 ottobre 2014 sono stati assegnati dal Ministero circa 300.000 euro per interventi definiti urgenti, per i quali è stata fatta una presentazione ufficiale; si attende ancora, tuttavia, il taglio dell’erba, la manutenzione del verde, l’adozione di misure antincendio, l’installazione di telecamere e di altre misure a cui i fondi erano destinati”.

Di qui, la richiesta al Ministro di inviare gli ispettori Ministeriali per verificare la situazione, di dotare “il parco archeologico di misure antincendio idonee a rendere rapida ed efficace l’opera di soccorso e se non ritenga necessario pianificare un’azione di monitoraggio con l’installazione di un sistema di termocamere”; infine di “attivarsi per l’apertura dell’intera area archeologica”, considerato che dopo l’incendio una parte è rimasta chiusa al pubblico.

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