Morte di Massimiliano Malzone, chiesta l’archiviazione del caso

Redazione Infocilento

Capano: “Nella fine di Massimiliano Malzone, morto in TSO e di TSO, tutte le inadeguatezze di una normativa da riformare”.

“Nella vicenda di Malzone dopo due anni di indagine la montagna partorisce il topolino della richiesta di archiviazione”. E’ quanto sostiene Michele Capano, tesoriere di Radicali Italiani, avvocato della famiglia Malzone, dopo la richiesta di archiviazione dell’inchiesta sul decesso del giovane di Montecorice, deceduto durante il ricovero in Tso presso l’ospedale di Sant’Arsenio.

“Non basta alla procura di Lagonegro la conclamata presenza di nove farmaci nel sangue di Massimiliano (mancato per arresto cardiaco causato dai farmaci), due dei quali in dose nettamente superiore ai livelli terapeutici. Presentata opposizione per chiedere la formulazione di omicidio colposo a carico dei sanitari che lo ebbero in cura –  evidenzia Malzone – Dopo la nota che l’8 Giugno, a due anni di distanza dalla morte di Massimiliano Malzone, avvenuta nel reparto psichiatrico dell’Ospedale di Sant’Arsenio l’ 8 Giugno 2015, da me inviata al Procuratore di Lagonegro, al Procuratore Generale di Potenza, al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione lamentando in ritardi investigativi al di là di ogni regola dettata dal codice di procedura penale, è arrivata – in fretta e furia – la richiesta di archiviazione.

“Quest’ultima – evidenzia Capano – afferma quanto accertato dal medico legale, cioè che: tutti gli elementi portano a ritenere che lo sviluppo dell’aritmia cardiaca maligna causa della morte di Malzone è da correlare all’azione sinergica di vari neurolettici assunti durante le diverse degenze in regime di TSO. Quindi risulta pacifico che l’arresto cardiaco che ha condotto alla morte Massimiliano Malzone era conseguenza diretta dell’assunzione dei farmaci somministratigli nel corso del TSO”.

Ma non basta perché il tesoriere dei Radicali ricorda come “il consulente medico legale prima, il p.m. poi, ritengono tuttavia di escludere profili di colpa nell’operato dei medici senza fornire specifica risposta a dei quesiti che la difesa aveva già formulato nel lontano Agosto del 2016,ovvero quale potenzialità salvifica avrebbe avuto il dovuto -e mancato- controllo cardiaco a beneficio di Massimiliano Malzone a mezzo elettrocardiogramma?  Se e quali profili di negligenza e causalità rispetto al decesso sono rintracciabili nella somministrazione combinata degli specifici farmaci assunti da Massimiliano Malzone?”.

“La fine di Massimiliano Malzone, morto in TSO e di TSO, rispecchia tutte le inadeguatezze di una normativa da riformare, come noi Radicali Italiani proponiamo con la “legge Mastrogiovanni” e la campagna “La libertà è terapeutica”, conclude Capano.

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