Continua il tour fra le perle del Cilento: Montecorice

Antonella Capozzoli

 

Il Comune di Montecorice, arroccato sulle pendici del Monte Stella, si tuffa a strapiombo sul mar Mediterraneo offrendo una visuale suggestiva ed emozionante.

Il nome fonde latino (mons) e greco (korax) – “Monte dei corvi” – e le cornacchie non mancano affatto nella pineta di Ripe Rosse. Si lega certamente all’epoca epoca longobarda, tuttavia la presenza dell’antica chiesta di Sant’Angelo, di cui oggi resta solo l’omonima Fontana , ne avvicinerebbe la storia al periodo bizantino. Dalla piazzetta del borgo, con la chiesa di San Biagio, una strada lastricata conduce alla parte alta e antica del paese, di  struttura settecentesca; un’altra, a quella più recente. Alla sommità del paese si arriva attraverso una pineta d’Aleppo col classico odore di resina dei pini. L’antica Via Pubblica per l’ormai scomparso villaggio di Montanari porta al rilievo “del Mulino a Vento”, un complesso rurale con una cappella “delle Grazie”, un mulino e una casa colonica.

Una fra le più conosciute frazioni del Comune è Ortodonico ( dal latino“hortus dominicus”, “Giardino del signore”).  Emblema del luogo è l‘imponente torre del palazzo marchesale che domina ancora il centro storico, con il suo Museo della civiltà contadina. La piazzetta conserva il suo muro di cinta, a delimitarla dall’intricata rete di vicoli, viva testimonianza della pianta originaria, tra piccolissime corti, cappelle gentilizie e, appena fuori dal centro storico,la chiesa di Santa maria delle Grazie con la statua della Vergine del XVII sec, veneratissima. Proseguendo lungo i vicoli, a destra della torre, si arriva all’antico lavatoio e al ponticello sul Rio Lavis.

Nell’ entroterra, i vecchi borghi( Fornelli, Cosentini e Zoppi) conservano la magia e l’atmosfera del passato. Casa del Conte si presenta con un antico borgo nella parte alta rispetto alla chiesetta di San Pasquale; mentre il contesto urbanistico attuale èdel tutto differente, anche in considerazione del nuovo villaggio che va dalla spiaggia di Baia Arena fino ai piedi dell’omonima Torre, notevole meta balneare proprio grazie al suggestivo arenile di sottile sabbia bianca.

 

La frazione certamente più conosciuta è Agnone:  “lagnone” (acqua stagnante), secondo il latino medievale, e ancora oggi gli anziani chiamano “L’Agnone” questo borgo sorto da case di pescatori. Le prime notizie risalgono al 1187, con la chiesa di Santa Maria de Hercula, ma la località si sviluppa in seguito di pari passo con la vicina San Nicola a Mare. La spiaggia è Bandiera Blu dal 2008, a testimoniare la qualità delle acque e dei servizi di accesso, come per la vicina Baia di Capitello, raggiungibile da un comodo tragitto pedonale.

Anche spiaggia Capitello,un ambiente selvaggio e bellissimo in cui è presente uno splendido canneto, indizio della presenza di acqua dolce,  può vantare l’assegnazione della celebre Bandiera Blu.

 

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