Quanto spendono i comuni per la mobilità? Cinque comuni cilentani nella top10

Luisa Monaco

Indietro i grandi comuni. Ecco la classifica

Tutte le città usano parte delle loro risorse per mantenere le strade, costruire infrastrutture, pagare l’illuminazione pubblica e il trasporto urbano. Ma ci sono importanti differenze poiché molti di questi servizi possono essere esternalizzati.

All’interno dei bilanci dei comuni, una voce specifica è dedicata alla mobilità cittadina. Una funzione che richiede una serie di attività molto ampia. La manutenzione delle strade, in primo luogo, ma anche la costruzione delle infrastrutture necessarie a migliorare la viabilità, come ponti o rotonde. Anche l’illuminazione stradale rientra in queste funzioni.

Ma il capitolo più importante è costituito dai trasporti pubblici, cioè le somme spese dal comune per il trasporto pubblico locale: ad esempio per il pagamento del personale addetto o per l’acquisto dei mezzi di trasporto. Con un discrimine molto importante, che dipende da come è gestito questo servizio nel comune: se questo è appaltato a società esterne, le spese di queste ultime non rientreranno nel bilancio dell’ente.

Ma quanto vale la mobilità nei budget delle città maggiori città italiane? Attraverso openbilanci.it è possibile vedere la spesa pro capite della funzione viabilità e trasporti in tutti i comuni italiani.

Tra quelli superiori ai 200mila abitanti, nel 2014 è stato Milano quello con la maggior spesa pro capite nella viabilità cittadina, con poco più di 1000 euro per abitante. Al secondo e terzo posto figurano Venezia e Napoli, collocate attorno ai 470 euro pro capite. Quarto posto per Roma: la capitale ha speso per questa voce 422 euro per abitante. Nelle prime cinque posizioni – oltre al capoluogo campano – compare anche un’altra città del sud, Catania con 324 euro pro capite. Sotto i 150 euro ad abitante troviamo, nell’ordine: Torino, Verona, Bologna e Trieste.

Nella graduatoria regionale sono ben 5 i comuni cilentani nella top ten. Sono Magliano Vetere che con una spesa annua di 1082 euro pro capite si piazza al terzo posto (dopo Petruro Irpino e Senerchia) e al 99° in Italia, Monteforte Cilento (quarto con 843 euro), Cuccaro Vetere (quinto con 798 euro), Alfano (settimo con 70 euro) e Campora (ottavo con 660 euro).

Nelle prime cinquanta posizioni anche Rutino (ventesimo), Sacco (ventunesimo), Morigerati (ventisettesimo), Corleto Monforte (trentatreesimo), Pisciotta (trentottesimo), Bellosguardo (quarantunesimo), Orria (quarantaduesimo), Cicerale (quarantatreesimo) e Felitto (quaranteseiesimo).

Per i centri più grandi i numeri calano: Castellabate, con una spesa di 138 euro pro capite è al 168° posto in Campania e al 2928° in Italia. Agropoli, è dietro di quasi 60 posizioni: 193° con una spesa di 126 euro. Ancora più giù Capaccio Paestum, 286° con 92 euro pro capite. Fa peggio Camerota che spende meno di 60 euro e si piazza al 396° posto nel ranking nazionale. Tre gradini più su Sala Consilina (393°).

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