Ambiente e territorio: ecco chi spende di più in Cilento e Vallo di Diano

Ernesto Rocco

Pollica sul podio, Agropoli soltanto al 358° posto

Nell’ordinamento italiano, il comune è l’ente di maggiore prossimità con i cittadini. Per questa ragione, uno dei suoi compiti fondamentali è legato alla gestione, tutela e cura del territorio comunale. Questa “missione” racchiude in sé tanti tipi di attività diverse, con mansioni in carico a uffici differenti.

In primo luogo, compito del comune è assicurare una pianificazione territoriale e urbanistica omogenea. Questioni quali il consumo di suolo e la scelta delle aree edificabili vengono decise attraverso il piano di governo del territorio. In parallelo a questa funzione, anche quella di costruire gli alloggi popolari e in generale il sostegno all’edilizia pubblica.

Tra i compiti di tutela territoriale figurano le spese che il comune sostiene per i servizi di protezione civile, garantendo ai volontari e alle strutture preposte finanziamenti, mezzi e sedi. Vi sono poi i servizi pubblici essenziali erogati ai cittadini: quello di raccolta e smaltimento dei rifiuti e le spese per l’approvvigionamento e la distribuzione dell’acqua. Infine, le spese destinate alla manutenzione di parchi pubblici, giardini e altre aree versi.

Una serie di funzioni molto ampia, con un costo che va ad impattare sui bilanci comunali. Infatti assicurare la tutela ambientale del territorio che amministra costa al comune una quota delle sue risorse. Attraverso openbilanci.it, possiamo verificare l’entità di questo costo pro capite nelle città italiane superiori ai 200mila abitanti.

Probabilmente anche a causa delle peculiarità del territorio lagunare, la città che nel 2014 ha speso di più nella tutela dell’ambiente e del territorio è Venezia. Il capoluogo del Veneto spende poco meno di 450 euro per abitante in questo tipo di attività, seguito da altre due città del nord e due del sud: Napoli (419,22 euro), Padova (405,30 euro), Milano (379,44 euro) e Catania (358,34 euro).

Sei città, equamente divise tra nord, centro e sud, spendono attorno ai 300 euro per ogni cittadino. Si tratta di Firenze, Roma, Torino, Genova, Palermo e Bari. I centri che spendono meno sono Bologna, Trieste e Verona. Quest’ultima spende poco meno di 200 euro pro capite per le funzioni legate a territorio e ambiente.

Nel Cilento, invece, è Pollica il comune più virtuoso in questo ambito.

Il centro costiero, infatti, si piazza al terzo posto della classifica regionale ed al 109° di quella nazionale con una spesa di 1572 euro pro capite secondo i dati OpenPolis riferiti al bilancio 2014.

Meglio fanno solo Senarchia e Petruro Irpino (nell’avellinese), con una spesa di 1921 euro e 1759 euro.

Al quinto posto in Campania, invece, si posiziona Ispani. L’amministrazione comunale ha investito per ambiente e territorio 1293 euro pro capite.

Il Cilento è ben rappresentato nelle prime cinquanta posizioni: Perito è 11° (1015 euro), Rofrano 20° (835 euro), Giungano 26° (763 euro), Stio 29° (756 euro), Casal Velino 43° (608 euro), Ottati 44° (603 euro), Corleto Monforte 45° (598 euro), Felitto 47 (596 euro), Castellabate 49° (583 euro). A ridosso della top 50 si posizionano San Mauro La Bruca, Vibonati, Sicignano degli Alburni. Completano le prime 100 posizioni Auletta, Buccino, Magliano Vetere, Laurino, Torchiara, Morigerati, San Mauro Cilento, Sacco.

Le grandi città sono molto distanti: Agropoli ha speso solo 216 euro pro capite e si piazza al 358° posto in Regione Campania e al 3681° in Italia. Meglio Capaccio Paestum che con 358 euro pro capite è 138° nella classifica regionale e 1588° in quella nazionale. Sapri è 237° con una spesa di 274 euro, Camerota 207°, Centola 116°.

Per il Vallo di Diano Polla è 183°, Sala Consilina 283°.

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