Palinuro: antica targa rimossa per far posto al busto di Virgilio, ancora polemiche

Luisa Monaco

“Rimosso simbolo della nostra storia”

CENTOLA. La scorsa primavera alla presenza delle autorità cittadine e del vicesindaco di Mantova, Giovanni Buvoli, fu posizionato nel centro di Palinuro un busto dedicato al poeta Virgilio che con i suoi versi nell’Eneide ha reso celebre la località cilentana, il cui nome è legato al mitologico nocchiero di Enea. L’installazione del busto ha portato alla rimozione di una targa in lingua latina che ricordava il luogo dove, con il sudore e il denaro di tanti cittadini, fu costruita la prima Chiesa.

Sul caso non sono mancate polemiche da parte di alcuni residenti che già nel dicembre scorso presentarono una una lettera di denuncia per la cancellazione di un simbolo della storia del centro cilentano. La questione ancora oggi è tutt’altro che risolta e le polemiche non accennano a placarsi.

“Per molti secoli – ricorda Mauro Leoni – il toponimo “Palinuro” proveniente verosimilmente dalle parole greche “palin”,contro, e “ouros” ,monte, il cui significato intuitivo è “monte contro il quale si infrangono i venti”) ebbe il solo riferimento geografica nel promontorio, riscontrando nella storia del sito solo entità abitative e di aggregazione umana nelle frazioni o borgate del capoluogo Centola, fino a quando la comunità ampliando le realtà abitative non decise di costruire la chiesa di Santa Maria di Loreto, rimasta per molti anni non utilizzabile per il culto non essendo stata consacrata”. La chiesa venne costruita su un terrapieno e dopo la sua consacrazione la comunità di Palinuro adeguò i luoghi circostanti per renderne più agevole l’accesso e l’ingresso. “Purtroppo di quel lavoro e di quella meravigliosa opera non rimane più traccia – precisa Leoni – La chiesa venne costruita su un terrapieno a ridosso del fosso di scolo delle acque della fontana e di quelle piovane verso la Ficocella, per cui la comunità si adoperò con denaro e lavoro per creare una piazzetta antistante la chiesa stessa, costruendo un muro di contenimento sul lato mare, opportunamente livellato con materiale trasportato con gli asini dalla Ficocella e dal Tempa della Guardia, e c’erano anche le donne che oltre a trasportare pietre e terra nelle ceste sulla testa, portavano brocche d’acqua ai muratori che costruivano il muro, c’erano i manovali che preparavano la calce e squadravano le pietre …ecc”.

Ebbene a a testimoniare quell’impegno, il lavoro ed il sudore dell’intera comunità fu costruita a metà del muro di contenimento una colonna su cui fu posta una lapide che recitava in lingua latina:

“HANC PLATEAM * AERE ET OPERE * CHRISTI-FIDELIUM PALINURI * EXSTRUENDAM EXORNANDAMQUE CRUCE * CURAVIT * PARHOCUS ANGELUS CANTELLO * ANNO MCMXV”.

Proprio la rimozione di questa targa ha determinato polemiche. La lastra di pietra, secondo alcuni cittadini, “testimoniava il lavoro e l’impegno della comunità di allora”.
“I nostri vecchi – prosegue Leoni – raccontavano che i lavori durarono oltre un anno, si impegnarono nei lavori, giovani e meno giovani di ambo i sessi ed avrebbero voluto mettere i nomi di tutti coloro che si erano adoperati a realizzare quelle opere, ma…non bastava una targa per scrivere i nomi di tutte le persone e le famiglie di Palinuro che avevano contribuito alla realizzazione di quelle opere. Ed allora sulla targa indicarono semplicemente, com’era consuetudine dell’epoca, che tutto quello che fu realizzato con la loro opera, il loro impegno ed il loro sudore, avvenne quando era parroco Don Angelo Cantella nell’anno 1915”.

Il posto ove la targa fu posizionata, non era casuale: fu infatti installata laddove, uscendo dalla chiesa e guardandola, si poteva ricordare chi aveva realizzato con tanta fatica quell’opera, osservando al contempo le bellezze che ci sono alle spalle, dal Promontario, al mare e il Monte Stella.
Ora che questa targa è stata rimossa secondo alcuni cittadini è stato cancellato un pezzo di storia del centro cilentano. Ciò, secondo le accuse, tra l’indifferenza non solo dell’amministrazione comunale ma anche della minoranza.

“Insomma in Palinuro – accusa Leoni – ognuno fa quel che vuole, quando vuole e come vuole, si fanno tante parole, ma basta aspettare una maestralata e tutto spazza via…anche la targa che avrebbe dovuto rimanere al suo posto”. “Non è dato sapere se e quali autorizzazioni siano state concesse per deturpare e vandalizzare un riferimento storico di notevole importanza – condlude anche perché in Palinuro esistono centinaia di siti alternativi dove mettere una statua con relativa targa, senza rovinare quel pilastro storico e la lapide commemorativa, che rappresentava il perno morale e sociale della comunità di Palinuro e che si chiede che ritorni com’era in origine senza se, senza ma, senza perchè e senza perdere tempo”.

Da palazzo di città, replicano che tutti gli interventi sono stati fatti con le necessarie autorizzazioni e precisano che la lapide verrà presto riposizionata sotto il campanile della Chiesa, lì dove fu eretta la prima Chiesa a Palinuro.

Condividi questo articolo
Exit mobile version