Crisi del settore castanicolo, comuni in ginocchio

Katiuscia Stio

Aumenta il numero degli enti che ha fatto richiesta dello stato di calamità naturale

LAURINO. Si allarga a macchia d’olio la crisi del settore castanicolo. Dal Cilento agli Alburni la situazione è catastrofica e i dati di Coldiretti lo confermano: sarà l’anno peggiore di sempre per la produzione di castagne. Così aumenta anche l’elenco dei comuni che stanno chiedendo aiuto a Regione e Governo per fronteggiare il problema delle imprese in crisi per la mancata produzione. In origine erano stati i centri cilentani di Orria, Rofrano, Stio e Gioi a chiedere lo stato di calamità naturale; poi altri comuni si sono aggiunti alla lista, compresi quelli degli Alburni e della Val Calore, da Roccadaspide a Castel San Lorenzo ed ultimo, soltanto in ordine di tempo, Laurino. La giunta retta dal sindaco Gregorio Romano ha chiesto al Ministero per le Politiche Agricole il riconoscimento dello stato di calamità naturale.

Nei giorni scorsi anche il Parco aveva annunciato solidarietà e vicinanza per i comuni colpiti “che spesso traggono da questa coltura una importante fonte di reddito”.

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