Un paese sotto choc si prepara a dare l’addio ad Angelo Mucciolo

Katiuscia Stio

I comuni della Valle del Calore ancora sotto choc. Gli amici: era un tipo taciturno, non ha mai dato fastidio a nessuno

FELITTO. Un paese sotto choc si prepara a salutare per l’ultima volta Angelo Mucciolo, il 24enne che ieri pomeriggio, intorno alle 17, si sarebbe sparato al volto con il fucile del padre all’interno della sua abitazione (nella foto) di località Difesa Principe al confine con Castel San Lorenzo, nel cuore della Valle del Calore salernitano. Sul corpo del giovane, attualmente presso l’ospedale di Battipaglia, non verrà eseguita l’autopsia e presto quindi sarà possibile organizzare le esequie. Stando alle prime ricostruzioni dei carabinieri della stazione di Castel San Lorenzo, il giovane si sarebbe sparato al volto con il fucile del padre nel mentre si trovava da solo in casa. La famiglia del 24enne è di Castel San Lorenzo ma come molti abitanti del paese vive nelle campagne a confine con Felitto. «Una tragedia immane che colpisce tutta la comunità- dichiara il sindaco di Felitto, Maurizio Caronna – Siamo esterrefatti, particolarmente freddati dall’apprendere una simile notizia. Quando una giovane vita si spegne è sempre un dolore immane per tutti. Siamo vicini alla famiglia, tutte persone per bene, grandi lavoratori». Ed anche la comunità di Castel San Lorenzo si stringe in cordoglio «È una notizia che sconvolge e rattrista. Siamo tutti vicini alla famiglia per un dolore così violento» le parole del sindaco Giuseppe Scorza. Ultimo di tre figli maschi, Angelo lavorava stagionalmente nei campi arrangiandosi con lavoretti saltuari, gli amici lo ricordano come un lupo solitario, taciturno, sempre in disparte. «Non usciva quasi mai e se lo faceva era in compagnia del fratello – racconta un amico – era introverso e tranquillo, non è mai stato coinvolto in una rissa e non ha mai dato fastidio. Soffriva da tempo di crisi depressiva ma mai avrei immaginato un suo simile gesto». «Siamo tutti sbigottiti ed increduli – continua una conoscente di Felitto – So che aveva problemi legati ad una inquietudine. A stento diceva un ciao. Io me lo ricordo sempre silenzioso, mite e a volte con lo sguardo un po’ perso. Quando si toccano le corde dell’inquietudine è difficile dire cose gli passasse per la mente in quel momento. Dispiace tanto».

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