Cane torturato e ucciso in Cilento, animalisti: gravi episodi che si stanno diffondendo ovunque

Redazione Infocilento

Associazione Kronos annuncia campagna di sensibilizzazione e un supporto per chi vuole denunciare simili episodi.

Il tragico episodio di ‘Ciccio’, il cane torturato e impiccato a Sanza non ha mancato di creare polemiche. In merito a questo episodio, l’Associazione Ambientalista Accademia Kronos- Sezione Provinciale di Salerno, attraverso il Vice Coordinatore Provinciale delle Guardie Giurate Zoofile Ambientali, Iannone Raffaele, ha lanciato l’allarme. “Questi gravi episodi, purtroppo si stanno diffondendo ovunque, basta navigare in rete per trovare notizie terribili di poveri animali indifesi uccisi in modo barbaro e cruento, senza alcuna pietà, per il solo gusto di infliggere sofferenze”. “Atti ignobili – aggiunge – che dovrebbero tuttavia far riflettere molto, poiché oltre all’aver commesso un atto brutale che la legge classifica e persegue come reato, rappresentano un segnale di pericolo poiché siamo di fronte a persone disturbate e socialmente pericolosi”. In merito al caso di Sanza, poi, l’associazione auspica un immediato confronto con il sindaco Francesco De Mieri. Attraverso un volontario, inoltre, sarà attivata una una campagna di sensibilizzazione sul territorio ma anche di supporto a chiunque volesse segnalare o denunciare episodi di maltrattamento o di fatti che comportino sofferenza per gli animali”.

Il caso di Ciccio ha sconvolto l’intero comprensorio del Cilento e Vallo di Diano. L’animale era un meticcio di taglia grande, di circa 4 anni, che è stato trovato morto impiccato nella serata di sabato. Immediata la denuncia dei proprietari dello sfortunato cane. Il personale del Corpo Forestale dello Stato competente per territorio, dopo gli accertamenti di rito ha avviato una accurata indagine sull’accaduto, in quanto non è questo il primo caso di accanimento perpetrato nei confronti di un animale in quel territorio. L’Autorità Giudiziaria ha predisposto l’esame autoptico, al fine di accertare se l’animale era morto nel momento in cui il suo assassino ha deciso di accanirsi su di lui, o se, peggio ancora, sia morto a seguito del soffocamento per impiccagione. “Il disprezzo per la vita delle persone che impera e dilaga nella nostra società non deve farci meravigliare difronte e gesti simili, in un territorio, oltretutto, ancora a vocazione rurale, con zone completamente brulle e poco abitate, dove la cultura della convivenza e del vivere civile sono ancora lontane dall’attecchire”, dicono dall’associazione.

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