Inaugurata la scuola-scavo presso il sito archeologico Monte Pruno.

Katiuscia Stio

Oggi la cerimonia di inaugurazione

Dopo aver sottoscritto l’accordo di collaborazione scientifica, per l’esecuzione di attività di ricerca presso il sito archeologico di Monte Pruno, tra il Comune di Roscigno, il Centro Interdipartimentale di Studi per la Magna Grecia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – CSMG, la Banca di Credito Cooperativo Monte Pruno, ed il via delle attività lo scorso lunedì, si è proceduto all’inaugurazione ed alla presentazione del progetto con il presidente del Parco del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, Tommaso Pellegrino, e l’assessore regionale al Turismo, Corrado Matera.
«Bellissima iniziativa-commenta il presidente Pellegrino, durante il proprio intervento- Noi come Parco stiamo lavorando per formulare protocolli con le Università di Salerno e la Federico II di Napoli. Iniziativa come questa di Roscigno, che tende a portare gli studenti sul territorio, e quindi a renderli protagonisti dello scavo, del recupero e della valorizzazione, è un modello da applicare anche ad altri settori. Ogni paese, ogni luogo ha una sua peculiarità, caratteristica, ecco, questo potrebbe essere l’esempio da seguire. Il Parco è ricco di bellezze paesaggistiche e di argomentazioni scientifiche, vedi la Dieta Mediterranea, con l’applicazione del modello Roscigno, potremmo invitare gli studenti, delle varie Facoltà, a venire qui sul posto e a vivere attivamente ciò che studiano».
Per l’assessore Matera l’iniziativa tra Comune, Banca Monte Pruno e CSMG- Università Federico II di Napoli è una grande intuizione, essa riesce finalmente ad andare oltre il campanilismo locale ed il copia ed incolla di progetti che, ad oggi, hanno rappresentato l’errore in tema di Turismo nel territorio. « La corsa alla visibilità è cosa sbagliata, così come il copiarsi le iniziative senza tener conto di proprie peculiarità ed unicità.- dichiara Matera- L’iniziativa di Roscigno si ritaglia uno spazio in un ambito molto importante come quello dell’archeologia. Un’operazione che è occasione per attirare visitatori che, dopo aver ammirato le magnificenza di Paestum, vogliono vedere come avviene uno scavo. Io dico che è una iniziativa intelligente che va sostenuta e ben strutturata, essa rappresenta anche la sinergia tra Enti. Noi dobbiamo abituarci a ragione in rete. In Regione si sta cercando di fare sistema, mettere insieme i punti forza. Il progetto delle “TRE Certose” ne è un esempio lampante: la Certosa di Napoli, quella di Capri ed infine la Certosa di Padula, unite in un unico progetto, dove le prime due, che hanno una visibilità maggiore, poiché ubicate in centri molto importanti e forti, fanno da supporto a Padula, che in sé ha una grande potenzialità, ma è in luogo che ha meno occasione di visibilità. La Campania va proposta nella sua interezza, è una Regione in cui è possibile fare turismo tutto l’anno, noi possiamo parlare di turismo destagionalizzato: enogastronomico, balneare, religioso, storico, archeologico, culturale, importante è l’integrazione del territorio, il cui obiettivo è dare visibilità, accorpandoli per temi per temi, i siti forti con gli altri, che in termine di bellezza ed importanza non hanno rivali, ma che mancano di opportunità. Questa è opera di integrazione».

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