Agropoli, j’accuse della minoranza: ospedale usato da Alfieri per fare carriera

Redazione Infocilento

“Sull’ospedale basta chiacchiere il re è nudo”.

AGROPOLI. Un manifesto per denunciare la situazione dell’ospedale civile ed evidenziare responsabilità nella vicenda anche del sindaco Alfieri che avrebbe utilizzato il nosocomio per la sua carriera politica. E’ questo, in sintesi, il senso del manifesto della minoranza intitolato “Sull’ospedale basta chiacchiere il re è nudo”.

“Quando Alfieri è diventato sindaco – esordiscono Vito Rizzo, Emilio Malandrino ed Agostino Abate”, l’ospedale di Agropoli era aperto. Oggi, quando lui è sindaco da nove anni e il suo Governatore è alla guida della Regione da 1 anno e mezzo, l’ospedale è chiuso e non vengono nemmeno garantiti i servizi estivi di emergenza”.

“Cosa ha fatto in questo anno e mezzo? La risposta la danno i fatti: Alfieri è stato accontentato, è diventato consigliere del Presidente, mentre l’ospedale è chiuso!”, evidenziano.

Poi viene ripercorsa la cronologia dei fatti relativi all’ospedale di Agropoli, dalla sua apertura (2004), ad oggi. Alcuni passaggi chiave finiscono nel mirino dei tre consiglieri di minoranza come l’alleanza Alfieri – De Luca del 2009, la spinta del primo cittadino per la soppressione dell’Asl Sa3 e la creazione di un’Asl unica, i tagli del decreto 49 del 2010, la chiusura definitiva da parte del manager dell’azienda sanitaria Squillante, fino ad arrivare 2013 quando alcuni consiglieri regionali firmano un documento per bloccare la legge 49 ma “Alfieri volutamente si isola e l’ospedale di Agropoli chiude”.

In occasione della campagna elettorale per le elezioni regionali, infine, il sindaco agropolese è accusato, come il Governatore De Luca, di aver  utilizzato l’ospedale come argomento di campagna elettorale, senza però che nel concreto sia stato fatto realmente qualcosa. “Basta”, conclude il manifesto: “Non si scherza con la vita della gente, non si fanno speculazioni politiche sulla salute dei cittadini, non si barattano il futuro e i destini di un territorio per mero carrierismo personale”.

 

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