Sanza: Il Cervati da scoprire tra fede, natura e sport | FOTO

Alessandra Bamonte

Per chi ha ancora voglia di mettersi uno zaino in spalla e due vecchi scarponi ai piedi questo può essere un vero e proprio diario di viaggio.
Per chi è appassionato di escursionismo, di trekking o semplici passeggiate in montagna e vuole maggiori informazioni sui luoghi che abbiamo visitato, potrà trovare appunti di strada, percorsi, informazioni, consigli e tanto altro.

“….Bianco di pietra
Verde di boscaglia
Il Monte.

Alla minima chiesa
In cima, i pellegrini
Scalzi, digiuni, tenaci
In purità di spirito ascendono.

In basso
La foce, sfogo di perenni nevi,
mormora:

Uomo,
la cui travagliata vita
l’ardore dei tuoi anni consuma
fermati, rinvigorisci…..”

E’ con questo sonetto intitolato “Monte Cervati” di Angelo Nicodemo, un personaggio illustre del Vallo Di Diano, nato a Monte San Giacomo e vissuto a Napoli, che vogliamo celebrare la nostra tappa presso l’inghiottitoio di Sanza e la nostra escursione sul Monte Cervati.
Sanza è un piccolo paese situato ai confini con la parte orientale del Cilento, compreso nella zona sud – occidentale del Vallo di Diano. L’area abitata non è molto vasta e rappresenta il punto di raccordo tra il Vallo e il Golfo di Policastro.
La cittadina sorge alle pendici del Monte Cervati, caratterizzata da due catene montuose: una riconducibile al gruppo del Monte Centaurino ed un’altra riconducibile al gruppo del Monte Cervati, ben delineato tra Cozzo della Croce, Monte Forcella, Monte Motola, Monte Faitella e la Raia del Pedale. La cima del Monte Cervati che, con i suoi 1.898 m s.l.m., è il monte più alto della Campania, ricade all’interno del territorio comunale e ciò fa di Sanza uno dei comuni più importanti del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
La forte permeabilità del suolo, a causa di fenomeni carsici presenti, rende l’intera area del Cervati un importantissimo bacino idrografico da cui scaturiscono corsi d’acqua di notevole importanza, quali il fiume Bussento, il fiume Mingardo, il fiume Calore Lucano.
Il paesaggio è caratterizzato da forme carsiche, grandi fosse scavate dai torrenti sempre in piena e da numerose sorgenti. Quest’ aspetto geomorfologico è riscontrabile in tutta l’area del massiccio del Cervati e si manifesta in maniera eclatante con la formazione di una grava, la Grava del Festolaro, nonché l’Inghiottitoio di Vallivona (denominato “Affonnaturo” nel locale dialetto sanzese). Quest’ultimo, situato sul Monte Cervati, è accessibile da un tunnel artificiale scavato nella montagna e presenta un’interessante caratteristica: l’ambiente caldo-umido che viene a crearsi all’interno dell’inghiottitoio consente di creare un micro-clima particolare, in cui vivono piante e animali che non dovrebbero trovarsi a quelle altitudini (quota 1070 m.). La presenza di pareti a strapiombo e cascate conferiscono al luogo particolare bellezza.
Pochi metri più in basso (quota 909 m.), si trova la sorgente di Varco la Peta (o Varco dell’Abete), dove trova origine il fiume Bussento, l’unico fiume carsico che scorre interamente in territorio italiano: il corso d’acqua scorre nel territorio comunale per poi sfociare nel Golfo di Policastro, non prima di aver dato nuovamente origine ad un fenomeno carsico inabissandosi nei pressi di Caselle in Pittari e riemergendo nei pressi dell’Oasi delle Grotte del Bussento di Morigerati.
Il fenomeno del carsismo, presente anche in altre aree del Vallo di Diano come per esempio alle Grotte di Pertosa, e del Sud Italia in genere (vedi Grotte di Castellana), caratterizza il territorio sanzese anche in alcune zone abitate, come la località Lago dove si trovano tre inghiottitoi, il più noto dei quali è quello di Rio Torto, costituito da un ampio varco alto circa trenta metri.

E’ possibile raggiungere la vetta del Cervati da 3 diversi sentieri:
1. Sentiero AVCA “Alta Via del Cervati e degli Alburni”, lunghezza 103 km;
2. Sentiero Storico Madonna della Neve, lunghezza 9,6 km;
3. Strada sterrata, percorribile in auto, che conduce fino alla Cappella della Madonna della Neve, lunghezza 17 km circa.
Quest ultimo sentiero inizia in prossimità di Sanza, piccolo comune in provincia di Salerno.

1° Tappa: Affondatore di Vallivona
Proseguendo lungo questa strada sterrata dopo 6,5 km si incontra il primo bivio in località Colle del Pero, si consiglia quindi di fermare l’auto e proseguire a piedi in direzione dell’Affondatore di Vallivona (Inghiottitoio). Il percorso dura circa 20 minuti ed è piuttosto facile; si giunge quindi al pianoro che sovrasta l’affondatore, da qui si ha una visione dall’alto dell’inghiottitoio ma l’accesso è impossibile per la presenza di pareti a strapiombo. A questo punto è possibile congiungersi con il sentiero “Alta via del Cervati e degli Alburni”che iniziava al Ponte Inferno, oppure, è possibile effettuare una escursione lungo il Colatoio.
Dal pianoro, il sentiero prosegue sulla nostra destra e si incontra quindi un paletto in legno con segnale rosso bianco. Da questo, proseguendo verso destra si scende in direzione del Ponte Inferno lungo il sentiero AVCA e si incontra l’accesso per l’Inghiottitoio;
Per raggiungere l’Inghiottitoio, appena giunti al paletto in legno con segnale bianco rosso, bisogna proseguire lungo il sentiero principale tenendo la destra. Il sentiero è molto ben tracciato ed in circa 20 minuti si giunge all’ingresso di una galleria scavata nella montagna che funge da canale per l’acqua. La galleria è lunga circa 400 metri, nel periodo di agosto l’acqua è molto bassa ed un paio di scarpe impermeabili sono sufficienti, è indispensabile l’uso di una torcia per la totale mancanza di luce al suo interno .
Percorsa tale galleria si giunge quindi all’Inghiottitoio osservato in precedenza dal pianoro.

2° Tappa: Nevera
Continuando la salita in auto lungo la strada sterrata è possibile dapprima rinfrescarsi alla Fontana di Ruscio, per poi raggiungere il parco giochi dopo poche centinaia di metri. Ulteriori 3,5 km circa e si giunge ad un tornante verso destra che ci indica la nostra tappa, la Nevera. Siamo già a 1785 metri, la Nevera è un profondo inghiottitoio carsico dove la neve resta perenne in quanto protetta dall’ombra delle rocce. Il sentiero è piuttosto stretto e costeggia il versante della montagna al di sopra della linea altimetrica boschiva; si giunge poi ad un altopiano dal quale è possibile ammirare la maestosità del paesaggio. Il sentiero prosegue verso destra, segnalato sulle rocce in terra, e dopo aver attraversato una piccola valle si giunge all’ingresso della Nevera indicato con segnale bianco rosso. L’inghiottitoio è alquanto profondo e non è possibile arrivarci a piedi a causa della pareti a strapiombo. Noi non abbiamo avuto la fortuna di ammirare questo punto.

3° Tappa: Cappella Madonna della Neve

Poche centinaia di metri lungo la strada sterrata si noterà uno spiazzo sulla nostra sinistra e da qui vi è la salita per la Cappella Madonna della Neve; proseguendo diritto, la strada si interrompe dopo poco.
Siamo a 1855 metri, ed il paesaggio attorno è caratterizzato da imponenti pareti rocciose.
Lo spettacolo è da mozzafiato, si resta attoniti di fronte alla maestosità di tali rocce,e ci si rende conto di quanto sia piccolo l’essere umano di fronte a tale bellezza.
Alle spalle della chiesetta vi è il sentiero che conduce dapprima ad un altopiano erboso e quindi alla scalinata per la Grotta della Madonna; questa è chiusa da un cancello che viene aperto solo durante il periodo della novena che va dal 27 Luglio al 4 Agosto.

4° Tappa: Vetta del Monte Cervati

La vetta del Monte Cervati è indicata da un segnale giallo che è visibile anche dalla chiesetta, meglio se muniti di binocolo. Non esiste un sentiero tracciato che conduce fino alla vetta, bisogna quindi affidarsi al proprio intuito per percorrere la strada meno faticosa. È possibile raggiungere la vetta, in 30 minuti circa, in due maniere. Per chi è amante del sentiero improvvisato, può scendere dapprima nel pianoro che si osserva ai piedi della chiesa dove è visibile un laghetto naturale e quindi risalire verso sinistra in direzione della vetta.
Sebbene possa sembrare molto impegnativa come salita, essa è piuttosto agevole. È possibile raggiungere la vetta anche percorrendo un breve tratto del Sentiero Storico Madonna della Neve che inizia in basso alla destra della cappella; dopo poche centinaia di metri (prima della croce in ferro e di un cartello naturalistico), alla nostra destra avremo un pianoro nel quale bisogna dapprima scendere e quindi risalire sempre osservando il segnale giallo. Giunti in vetta, dopo aver rigorosamente firmato il libro di vetta, è possibile ammirare il panorama dalla vetta più alta della Campania.
La nostra escursione finisce qui, stanchi ma con l’animo di chi ha voglia di vivere a lungo perché sa che non basta una vita intera per godere delle meravigliose opportunità che il nostro Cilento ci offre.

Per contatti e info escursioni: http://www.cilentotrailtrek.it/

Condividi questo articolo
Exit mobile version