L’ira dei sindacati: l’ospedale ‘San Luca’ va indietro come un gambero

Sergio Pinto

Accuse al direttore sanitario da parte della Uil Fpl. Polemiche anche per la gestione del personale.

VALLO DELLA LUCANIA. In una nota la Uil Fpl attacca il direttore sanitario dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania per l’inerzia operativa e il mancato confronto con i sindacati.

«L’ospedale di Vallo della Lucania sta andando indietro come i gamberi, le decisioni non si prendono, è fermo, perché anziché implementare le attività le stesse vengono fermate. Un ospedale di quel genere andrebbe gestito diversamente». E’ questa l’accusa di Biagio Tomasco, della Uil Fpl che attraverso una nota denuncia la situazione in cui si trova il nosocomio “San Luca” e non esita a lanciare critiche al direttore sanitario. «È vero – evidenzia – che le risorse umane ed economiche sono quelle che sono, ma non si può andare avanti così».

A finire nell’occhio del ciclone anche una direttiva che dispone la chiusura della direzione sanitaria dalle 8 alle 12, motivata da una riorganizzazione. «La direzione sanitaria dovrebbe essere di supporto alle attività dell’ospedale, non deve essere un tempio dove solo pochi eletti possono entrare», dice il sindacalista. Ma le critiche non finiscono qui perché anche la gestione del personale presenterebbe problemi considerato che alcune figure farebbero un «lavoro diverso rispetto alle proprie mansioni effettive». Ma i problemi riguardanti il personale sono anche altri: «nel reparto di Oculistica che è fiore all’occhiello dell’ospedale – si legge nella nota della Uil – il primario presto andrà in pensione ma non verrà sostituito. Rimarranno 4 dirigenti medici di cui uno non può andare in sala operatoria per un problema di salute. Quindi resteranno 3 medici a sopperire alle richieste di 1.500-1.800 interventi all’anno. Considerando che un medico sta nel reparto; uno al pronto soccorso, solo uno dovrebbe andare in Sala operatoria. In pratica se non ci saranno nuove assunzioni per quanto riguarda medici ed infermieri l’ospedale è destinato a chiudere».

«Bisogna muoversi perché il nostro ospedale va salvaguardato anche in virtù del nuovo Piano ospedaliero che vede un Cilento martoriato: Agropoli non riapre, Roccadaspide ridimensionato, a Polla vengono tolte le attività, forse solo Sapri mantiene la Rianimazione. Così facendo solo Vallo resterà a dare risposte all’intero Cilento ma non è in grado di farlo in questo momento per strutture e per uomini ad assorbire l’utenza di tutto il territorio», conclude Tomasco.

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