Indagini al comune di Roccadaspide, Auricchio: dubbi sulla tempestività dell’indagine

Redazione Infocilento

Il primo cittadino di Roccadaspide scrive al Procuratore Lembo.

Il sindaco di Roccadaspide Girolamo Auricchio scrive al Procuratore Genrale della Repubblica presso il Tribunale di Salerno Corrado Lembo. Motivo della missiva l’attività di perquisizione che ha visto protagonisti presso il comune di Roccadaspide una ventina di carabinieri. Obiettivo dei militari quello di acquisire documenti circa la legittimità di un subappalto concesso dalla ditta vincitrice ad un’altra impresa, il cui titolare è il figlio dell’assessore di Roccadaspide, Luigi Bellissimo.
Il sindaco Auricchio ha voluto porre l’attenzione sulla “particolarità della vicenda”.
Nel dettaglio il primo cittadino sottolinea che “Ha destato, invero, non poca perplessità rilevare che la suddetta attività di indagine, senza dubbio più che legittima, sia stata disposta a seguito di un presupposto ben individuato e specifico, segnatamente: l’informativa della Stazione CC. di Roccadaspide secondo la quale l’Assessore Bellissimo Luigi ”….. riveste il ruolo di Assessore e contestualmente con la sua ditta effettua lavori per detto ente”, che ancora, “…..la ditta Mira Costruzioni della quale il predetto è legale rappresentante stava effettuando lavori per conto del comune di Roccadaspide…”, che “…..sempre per lavori presso il Comune di Roccadaspide operava su un cantiere di detto ente la ditta Bellissimo Manuel Costruzioni, di Bellissimo Manuel, figlio del predetto Bellissimo Luigi…”, ed ancora, che “….tale condotta fa ritenere che vi siano state delle irregolarità nell’affidamento dei lavori stante il duplice ruolo del Bellissimo Luigi e non risultando l’autorizzazione al subappalto sopra indicato”.

“Ebbene, la circostanza è palesemente infondata”, precisa Auricchio.

“Infatti, mai l’Assessore Luigi Bellissimo né la sua ditta Mira Costruzioni è risultato affidatario di lavori per conto del comune di Roccadaspide, ne gli stessi hanno eseguito lavori per conto del comune”, precisa il primo cittadino. “Ritengo però molto grave – aggiunge – che in una informativa di polizia giudiziaria si possa riferire nei termini di quanto innanzi riportato, quando sarebbe bastato semplicemente verificare la circostanza (cioè della mancanza di autorizzazione al subappalto in capo alla ditta Bellissimo Manuel Costruzioni) direttamente presso l’Ufficio Tecnico del comune, ovvero, ed in maniera ancora più agevole, collegandosi agevolmente al sito internet dell’ente, nello specifico all’albo pretorio on line, dove risultano pubblicati tutti gli atti amministrativi, ivi compresa la determina di autorizzazione al subappalto alla ditta Bellissimo Manuel Costruzioni (la n. 826 del 03/09/2015 e n. 258 reg.), che invece l’Ufficiale di P.G. della Stazione CC di Roccadaspide (allo stato ignoto) nella citata informativa (n. 51/19-1/2015 del 16/11/2015) riferisce essere mancante”.
“Ma l’aspetto che risulta ancor più incomprensibile – prosegue la missiva – è il fatto che a fronte di una informativa datata 16.11.2015 l’attività di perquisizione e sequestro, ritenuta attività urgente ed indifferibile, sia stata disposta dopo oltre tre mesi e mezzo.
Va da sé che nella vicenda emergono elementi di forte perplessità, almeno in un cittadino comune quale può essere il sottoscritto, che non conosce certe dinamiche. Ma desta abbastanza sconcerto, sentimento per vero comune a tutta la popolazione di Roccadaspide, che d’improvviso si è vista assediata da un esercito di militari dell’Arma dei Carabinieri (per inciso molto più che corretti nello svolgimento delle attività espletate), apprendere che in una informativa, di cui chiaramente si sconosce il contenuto (oltre che il redattore), si siano sostenuti fatti e circostanze che non riflettono in alcun modo la realtà delle cose, almeno stando a quanto riportato nel decreto di perquisizione e sequestro innanzi detto.
Né, per altro verso, si conosce la fonte di tale attività, se, come molto probabile, si tratti di un esposto anonimo, ovvero di una denuncia di soggetti identificati, o ancora se risulti il frutto di una iniziativa unilaterale dell’Ufficiale di P.G. estensore dell’informativa.
Sta di fatto che tutto il dispendio di energie, di mezzi e di risorse umane impiegato, oltre che il fortissimo clamore pubblico destato dalla vicenda, alimentato, come sempre accade, da titoloni di prima pagina apparsi su tutti i quotidiani locali ben avrebbe potuto essere evitato, con risultati sostanzialmente identici ai fini dell’attività di indagine, se la P.G. che ha trasmesso l’informativa avesse espletato un minimo di controlli e di accertamenti più mirati e specifici”.

“La imminente campagna elettorale per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale fa sorgere molti dubbi sulla tempestività dell’attività di indagine disposta, alla luce delle anomalie innanzi dette e soprattutto degli esiti degli accertamenti operati”, evidenzia Auricchio, secondo cui dal caso è nato un enorme danno di immagine per il comune.

“I ruoli e le prerogative che ciascuno di noi ricopre, in ogni ambito e settore, devono essere sempre esercitati con il massimo della correttezza e con senso di responsabilità assoluto, responsabilità e correttezza che certamente il Comando Provinciale dei Carabinieri di Salerno e il Comando della Compagnia di Agropoli hanno sempre dimostrato negli anni e continuano a dimostrare quotidianamente. Ciononostante – denuncia Auricchio – l’informativa di reato in questione, alla luce di quanto poi appreso ed accertato, appare quantomeno superficiale e sviante. Tuttavia, sono certo che la stessa non sia il frutto di un atteggiamento di parte o, peggio ancora, di un accanimento verso qualcuno da parte del redattore, che – come detto – allo stato non è noto. Fatto sta che gli errori emersi e le conseguenze che ne sono discese inducono quantomeno ad una riflessione, anche perché se dovessero emergere elementi di ostilità e/o di rancore di qualcuno nei confronti di qualche altro e, quindi, elementi di parzialità e di non equilibrio nelle azioni poste in essere, allora sarebbe un fatto molto grave e pericoloso, rispetto al quale s’imporrebbe immediato un intervento di ripristino delle garanzie di legalità parte delle Autorità competenti”.

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