Valle dell’Angelo, San Barbato è il patrono del comune più piccolo della Campania

Giuseppe Conte

Oggi è in programma la solennità di San Barbato.

San Barbato fu Vescovo di Benevento, città in cui morì il 19 Febbraio del 683. Si conosce poco della sua vita ma è certo che fu uomo di grande cultura e influì positivamente sull’Italia Meridionale che versava in uno stato di profonda crisi religiosa.
Il culto del Santo è molto limitato nella penisola. Tra le poche comunità che affidano la propria protezione a San Barbato, anche Valle dell’Angelo, il più piccolo dei comuni campani.
Al patrono del paese, in origine vi era consacrata una piccola cappella. L’espandersi dell’abitato dovuto all’incremento demografico richiese l’edificazione dell’attuale parrocchiale che sorge nel cuore del casale. Le architetture che ammiriamo oggi, rispecchiano a grandi linee la prima struttura ecclesiastica, pur avendo, nel corso dei secoli, subito ristrutturazioni e abbellimenti, fino a renderla una delle più belle dell’odierno Cilento. Nella seconda metà del 1500 la Chiesa di San Barbato ottiene l’indipendenza dalla Collegiata di Santa Maria Maggiore di Laurino: in precedenza qui si celebravano le funzioni religiose solo se autorizzate dalla Chiesa Madre. Circa un secolo dopo, invece, ottiene anche la sacra fonte battesimale. L’ingresso principale è affiancato da due porte laterali, in corrispondenza delle relative navate. Oltre all’altare maggiore, pregevoli tele e statue conferiscono fasto alla Chiesa.

In paese San Barbato viene festeggiato in più occasioni. Il 19 Febbraio, giorno della solennità, rappresenta un momento puramente religioso: la ricorrenza è scandita dalla celebrazioni e dalla caratteristica processione. Dagli anni 30’ del 900, invece, si è affiancata una seconda commemorazione che si tiene il 31 Luglio. In tale data, giunsero a Valle dell’Angelo le reliquie del Santo, ottenute grazie all’impegno del canonico don Barbato Iannuzzi. In quest’ultima occasione, la festività assume toni più intensi. Nel corso del tempo, numerosi vallangiolesi hanno lasciato il paese ma per San Barbato ritornano, testimoniando una magna devozione che si materializza soprattutto con la presenza di diverse “cente”.

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