Cilento, il 2015 ci lascia fra tradizioni e credenze popolari: gli auguri per un sereno 2016

Giuseppe Conte

Volge al termine il 2015 in questo insolito caldo Dicembre. Si insegue il tempo che scorre all’infinito segnando il passaggio tra il vecchio e il nuovo. È tempo di pensieri, è tempo di incamminarsi verso un nuovo lustro, il quarto del XXI secolo.

Tra riti e tradizioni si celebra l’ultimo giorno dell’anno. La chiesa ricorda San Silvestro, Papa dal 314 fino alla morte avvenuta il 31 Dicembre del 335. Ai confini dell’odierno Cilento, l’ultima Parrocchia della Diocesi di Vallo della Lucania è intitolata proprio a San Silvestro Papa. È la chiesa madre di Sacco, la più grande dell’intera diocesi ed una delle più belle del territorio. L’ingresso principale, che si affaccia sul corso del paese, da accesso ad una maestosa navata che si protrae fino all’altare maggiore, dietro al quale è posto uno spettacolare coro ligneo di pregevole fattura. Ai lati del corpo principale, due navate che custodiscono gli altari sormontati da tele e sculture, incluse in piccole cappelle con copertura a botte.

In diverse piazze, come accade per il Natale, si accendono le “focare” che illuminano l’ultima notte dell’anno. Una tradizione, nemmeno a dirlo, ormai quasi “spenta”, sostituita da “adattamenti più moderni” che spesso non legano minimamente ai significati delle credenze popolari esistite in passato.

Spazio alla gastronomia e si consumano “ricche cene” che portano in tavola le usanze del posto: zeppole e baccalà non mancano. A fine pasto si sgrana un melograno, sarà il rituale a cui si affida il proprio avvenire. È un Sud che non rinnega le proprie tradizioni quello che investe per chiudere al meglio l’anno appena trascorso e ci si appresta a fare i buoni propositi per il futuro.

Siamo giunti alla fine e dandoci appuntamento all’anno nuovo, noi di infocilento.it auguriamo a tutti un sereno e felice inizio: buon 2016!

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