Nel Cilento la scuola che con i rifiuti insegna, guadagna e aiuta i più poveri

Ernesto Rocco

Quante cose si possono fare con un rifiuto? Nel Cilento la scuola che con i rifiuti insegna, guadagna e aiuta i più poveri.

C’è una scuola nel Cilento che ormai da anni utilizzando un rifiuto molto dannoso se disperso nell’ambiente, riesce istruire gli alunni, a recuperare antiche tradizioni locali, a salvaguardare il mare, a risparmiare, a guadagnare e a svolgere attività benefiche. Tutto ciò è possibile semplicemente raccogliendo dell’olio esausto. Il progetto è nato all’istituto comprensivo Teodoro Gaza di San Giovanni a Piro, grazie alla dirigente scolastica Maria De Biase, passata alle cronache per le numerose attività finalizzate alle tutela dell’ambiente e al benessere dei propri studenti.

L’iniziativa che di recente sta balzando all’attenzione dei media, anche nazionali, consiste nella produzione di sapone utilizzando gli oli esausti. L’idea parte da lontano, nel 2010. Dopo un questionario fatto con l’ausilio dei genitori degli studenti si scoprì che tante famiglie disperdevano nei lavandini o nei water l’olio esausto, una pratica infelice nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente. Da qui è nata l’idea di “riciclare l’olio” e riutilizzarlo, sfruttando al massimo le sue potenzialità.

Il caso ha voluto che fossero recuperate antiche ricette risalenti a diversi decenni addietro con le quali le donne del Golfo di Policastro trasformavano l’olio in sapone e così si è deciso di recuperare questa tradizione. Per trasmetterla alle nuove generazioni a scuola sono state portate le nonne che hanno spiegato agli alunni di asilo, elementari e medie come realizzare il sapone. Dalle parole si è immediatamente passati ai fatti. Gli alunni, supportati dagli insegnanti, hanno iniziato a partecipare ad attività didattiche per la trasformazione dell’olio in sapone, precedute da momenti di studio per comprendere gli effetti che hanno questi prodotti una volta dispersi nell’ambiente. In poco tempo l’iniziativa è stata un successo. Ad oggi sono tantissimi i genitori che conferiscono olio presso l’istituto Gaza e gli altri plessi collegati, tanto che la scuola si è dovuta dotare di appositi contenitori e talvolta ha anche difficoltà ad accettare tutto il materiale che viene consegnato.

Ma che fine fa il sapone che viene realizzato dagli studenti? E’ inimmaginabile quante cose è possibile fare con un rifiuto! Le saponette infatti vengono innanzitutto utilizzate nei bagni della scuola, con notevoli risparmi per il comune che non è più costretto ad acquistare saponi chimici. I prodotti restanti vengono messi in vendita in occasione di mercatini ed iniziative di solidarietà. L’utilizzo del ricavato è gestito da una commissione scolastica: parte degli incassi restano all’istituto, altri vengono spesi in iniziative benefiche a distanza, il resto serve per aiutare le famiglie in difficoltà: i soldi, quindi vengono utilizzati per acquistare buoni pasto agli alunni provenienti da famiglie meno abbienti, per permettere che partecipino alle gite scolastiche o per acquistare i libri di testo.

“Non avremmo mai immaginato di ottenere un tale successo – spiega la dirigente scolastica Maria De Biase – questa è una delle nostre attività più belle e più visibili”. “Ormai raccogliamo centinaia di litri di olio – aggiunge – ciò è possibile grazie alla sensibilità degli alunni ai quali abbiamo mostrato delle immagini per far capire cosa accade quando l’olio finisce in mare”.

Ad oggi sono tre le ricette utilizzate dagli studenti per realizzare il sapone, recuperate dalle maestre tra i documenti delle nonne, e la produzione si è talmente specializzata che si producono anche saponette aromatiche: alla camomilla nell’istituto di Policastro, alla lavanda ed altre erbe aromatiche a San Giovanni a Piro. Negli ultimi tempi anche una coppia di sposi le ha richieste per realizzare delle bomboniere, mentre alcuni hotel del territorio le regalano ai loro clienti. Sulla confezione, naturalmente, c’è il marchio della scuola e il motto: “questo mare è più pulito grazie anche agli alunni dell’istituto Gaza”.

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