Il Cilento, terra di Santi: ve li presentiamo dalla “A” alla “Z”

Giuseppe Conte

Cilento e Vallo di Diano, terre di Santi: eccoli tutti, dalla “A” alla “Z”.

Il Cilento lega alla fede cristiana una profonda devozione fin dai tempi in cui i monaci orientali approdarono sulle sue coste e man mano risalirono le vallate fino a raggiungere e radicarsi nell’entroterra. Dal tramando dei secoli ne è scaturito un corposo intreccio di culti che con il tempo si è rafforzato e ramificato in tutto il territorio. Ciò giustifica le numerose festività cristiane ancora ben presenti nella cultura popolare. È per questo che le ricorrenze religiose rappresentano il cardine delle tradizioni. Un immenso patrimonio storico-religioso racchiuso tra i monti ed il mare.
In modo simpatico percorreremo il territorio in tutte le direzioni fino a sforare negli odierni confini, catalogando in una sorta di archivio virtuale l’intero sistema devozionale di queste terre.
Ed è veramente un susseguirsi di Santi dalla “A alla Z”, se si conclude questo breve viaggio sulle vestigia greche lasciate dalla Chiesa di San Zaccaria a Casal Velino, sulle cui rovine sorse probabilmente la Cappella di San Matteo.
Terra di “Santi”, dunque, ma anche di “Maria”: “Benvenuti nel Cilento, Terra di Maria” è la didascalia che campeggia sulle maioliche poste all’ingresso della Diocesi di Vallo della Lucania in località Ponze Barizzo di Capaccio. La presenza della Madonna in queste terre affonda le sue origini fin dai tempi più antichi. Numerosi i santuari mariano consacrati alla Vergine che, spesso dominano dalle cime delle montagne come la Madonna del Sacro Monte a Novi Velia sul Monte Gelbison o la Madonna della Neve sul Monte Cervati.

E dal “principio” non potevamo non partire con la Madonna che a Mandia (Ascea) dimora proprio nella Cappella della “Vergine del Principio” da cui inizia il pellegrinaggio al Sacro Monte. La Madonna stessa, inoltre, assume nel territorio diverse denominazioni spesso legate all’identificazione del luogo: brilla nell’onomastica con la “Stella” sulla sommità dell’omonimo Monte mentre diventa della “Civitella” a Moio. E ricordiamo ancora una volta la Madonna per eccellenza nel Cilento: quella che si Venera sul Monte Gelbison, nota ai più come la “Madonna di Novi Velia”. A Capaccio la “Madonna del Granato” è posta nel territorio che fu sede dell’antica diocesi, prima che la stessa venisse affiancata e poi trasferita a Vallo della Lucania. La “Madonna del Soccorso” è una titolazione motivata quasi sempre da leggende: quando la Vergine giunge in soccorso di una fanciulla come si ricorda a Cannicchio (Pollica) e ancora la Madonna della Sanità a Gorga (Stio) e così via.

Spostiamoci ora su i Santi. Ed è qui che emergono quesiti degni della classica domanda “lo sapevate che?”.
Una mappatura dei culti dei Santi presenti in loco, mette in evidenzia numerose curiosità: diffuse sono le comunità che affidano la loro protezione ai celebri “San Nicola di Bari”, “San Giovanni Battista”, “San Biagio Vescovo e Martire” o alla “Madonna” sotto varie vesti. Frammiste alle curiosità, spuntano interessanti particolarità: diverse parrocchie sono le uniche e sole ad affidare la propria protezione a Santi diciamo “poco noti”. E in effetti diverse festività sono caratterizzate dall’unicità, almeno a livello territoriale: nel perimetro del Cilento Antico San Celso protegge solo Celso (Pollica) mentre San Costabile Castellabate che, di recente è stato elevato a compatrono della Diocesi di Vallo della Lucania – ed è l’unico Santo la cui vita è realmente legata al Cilento sia in termini storici sia in termini geografici -, affiancando San Pantaleone. Restando nel territorio di Vallo della Lucania, abbiamo una corona di unicità e rarità: San Toribio protegge Cannalonga mentre a Moio della Civitella, la comunità si affida a Santa Veneranda; la stessa Santa, insieme a Sant’Antonio di Padova, rappresenta una grande ricorrenza anche per la vicina Angellara (Vallo della Lucania) mentre la frazione Pattano festeggia San Cataldo e nelle sue terre si trova la Badia di San Filadelfio. Sul versante opposto troviamo San Montano a Montano Antilia dove si festeggia pure San Sebastiano, culto presente anche a Sacco.
Nella Valle del Calore si susseguono unicità davvero uniche per il territorio: San Barbato protegge Valle dell’Angelo, San Lucido Aquara e Santa Sinforosa e San Getulio Roccadaspide.
Discendiamo ora verso la costa e raggiungiamo Centola che festeggia Sant’Apollonio. A Sant’Eufemia è intitolata la parrocchiale di San Mauro la Bruca, ove il culto principale è rivolto all’Abate Mauro. La frazione San Nazario rispecchia il culto del nome; l’importanza religiosa del posto è dovuta alle tracce della presenza di San Nilo che in fuga dalla Calabria qui sostò e vestì l’abito monastico. Ma non tutto è scontato: per esempio a San Mango (Sessa Cilento), la chiesa parrocchiale è dedicata a Santa Maria degli Eremiti mentre il culto principale è rivolto a Santa Rosalia. Visto che siamo scesi sul mare, ci affacciamo anche sul Golfo di Policastro e risaliamo nel suo entroterra: San Cristoforo protegge l’omonima frazione di Ispani mentre San Demetrio si occupa di Morigerati. Sempre nella parte bassa della provincia si riscontra, almeno nell’onomastica, la presenza di San Fantino. A Tortorella, tra le altre festività, si celebrano Sant’Urbano e Santa Gemma.

Infine, diamo uno sguardo sul Vallo di Diano, partendo dalla sua estremità Sud sui confini lucani: Sant’Antero protegge Casalbuono mentre San Sabino si festeggia a Sanza. L’antica “Diano” sede della Diocesi di Teggiano-Policastro, diede i natali a San Cono che è patrono della cittadina e anche di Laureana Cilento, da non confondere con il San Cono “il taumaturgo” protettore di Castelcivita. La terra natale di San Laverio Martire, invece, è contesa tra Teggiano e alcune località della Basilicata.
Per ora ci fermiamo qui, ma di storie di Santi il Cilento ne ha ancora tante da raccontare… vi terremo aggiornati!

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