A Vallo della Lucania i sindaci della comunità del Parco hanno discusso del problema cinghiali. Ecco cosa è emerso.
VALLO DELLA LUCANIA. Emergenza cinghiali, se n’è discusso presso il Centro di Biodiversità nel pomeriggio di lunedì 14. Presenti quasi tutti i sindaci del Parco. Durante il vertice sono stati ampiamente riconosciuti l’emergenza ed il pericolo della pubblica e privata incolumità dai cinghiali; la necessità di aumentare il numero dei selecontrollori- gli attuali sono pochi e dislocati in malo modo sul territorio – i quali saranno poi inseriti nelle varie Aree; attuare un sistema di cattura con gabbie e /o recinti che consenta di prendere gli animali vivi e destinarli al mercato ed avviare la filiera del cinghiale; sollecitare la modifica della Lex 394; eleggere quanto prima il nuovo Esecutivo. Questi i punti emersi. Durante la discussione il professore Fulgione ha sottolineato come il continuo rinvio dell’elezione per il nuovo presidente sia stato un alibi dei sindaci per continuare a non avere unione nell’iter da seguire. Tra i sindaci e delegati è emerso preoccupazione e sdegno per quanto accaduto a Sanza e Castellabate nelle settimane scorse, aggressioni fisiche dei cinghiali a danno dei propri concittadini. In molti hanno riconosciuto il merito al sindaco di Ottati Eduardo Doddato per aver smosso le acque grazie alla provocazione dell’ordinanza di abbattimento cinghiali. Durante la riunione è stata data notizia della convocazione in Senato del direttore De Vita per presentare l’emergenza e la necessità del cambio normativo. Tra gli assenti molti primi cittadini degli Alburni. “Abbiamo diffidato il Parco e chiesto la sospensione del Bando per la cattura e vendita di cinghiali vivi. Gli Alburni non accettano soluzioni non concordate con il territorio- scrive sul social Faceebok il presidente della Comunità montana Alburni Pino Palmieri- Il 18 settembre in Roscigno Vecchia chiederemo a deputati e senatori di sottoscrivere la proposta di modifica della legge istitutiva del Parco Nazionale del Cilento, sostenuta dalla Comunità Montana degli Alburni. La maggioranza politica degli Alburni non partecipa a riunioni improduttive dell’assemblea del Parco e contrasta iniziative personalistiche”.