Accogliere gli stranieri? Ex sindaco di Agropoli: “Nel ’97 mi dimisi per non ospitarli”

Ernesto Rocco

Questione extracomunitari sempre d’attualità: nel 1997 ad Agropoli cadde un sindaco si dimise per non accogliere gli stranieri.

E’ sempre d’attualità la questione relativa ai migranti. Soltanto ieri un nuovo tragico naufragio si è registrato a poca distanza dalle coste della Grecia. I Capi di Stato europei, per affrontare l’emergenza, stanno aprendo le porte delle loro nazioni ai migranti ed anche la chiesa, tramite il Papa, ha lanciato un messaggio alle parrocchie di solidarietà e carità cristiana.

In Italia la questione relativa all’accoglienza degli extracomunitari sta facendo discutere. Il dibattito è animato da chi si dice disponibile all’ospitalità e coloro che al contrario vorrebbero chiudere le frontiere e riconoscere meno privilegi agli stranieri in arrivo dall’Africa e dal Vicino Oriente.

Le polemiche sugli stranieri, in realtà, hanno fatto parlare animatamente già in passato e nel Cilento, ad Agropoli, la questione è stata addirittura la causa della caduta di un’amministrazione comunale. Sul finire degli anni ’90 un sindaco, Bruno Mautone, eletto nelle fila di MSI-AN, si dimise per non concedere delle case agli extracomunitari.

“Precedenti amministrazioni – spiega Mautone – chiesero dei finanziamenti per costruire cento alloggi per gli extracomunitari e la regione Campania approvò il progetto”. “Io – aggiunge l’ex primo cittadino – mi opposi fermamente ma non per ragioni razziali, bensì perché sottolineai che tanti agropolesi avevano problemi abitativi”.

Di qui la proposta alternativa: “Nel 1997 gli extracomunitari ad Agropoli erano il 5% della popolazione, allora proposi di convertire gli alloggi attribuendo il 95% di questi agli italiani e i restanti agli extracomunitari”

La proposta però fu bocciata: “Si opposero Forza Italia e la sinistra”, spiega Mautone, che quindi nel mese di aprile, decise di rassegnare le dimissioni dalla carica di sindaco: “Con le mie dimissioni – sottolinea – feci venir meno il progetto di costruzione degli alloggi”.

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