Sud, quale futuro? Se ne discuterà domenica prossima a Sala Consilina

Alessandra Bamonte

Domenica 30 Agosto, in piazza Umberto I a Sala Consilina si terrà un incontro-dibattito pubblico per discutere di un tema a noi molto caro: il Sud.


Quale sarà il futuro del nostro Sud? cosa ci si deve aspettare per noi giovani in un territorio tanto bello quanto martoriato dai continui sfruttamenti? Queste le domande difronte ai nuovi scenari sociali, econimici, politici e ambientali che stanno cambiando il nostro territorio.
Alla manifestazione, alla quale sono invitati a partecipare tutti i cittadini,interverranno Salavatore Gasparro, Giuseppe Amodeo coordinatore interregionale dell’Associazione Vola, (volontari per l’ambiente), Carmine Cocozza consigliere comunale del Comune di Auletta, Paola D’angelo presidente dell’associazione culutrale “Voltapagina”.
Alla domanda: “perchè affrontare un dibattito su questa tema in pubblico? e qual è lo scopo dell’incontro?” ha risposto per noi Roberto De Luca ricercatore e docente di Fisica all’Università degli studi di Salerno.
“A questa Sua domanda potrei rispondere con le parole di Papa Francesco: Ciò che sta accadendo ci pone di fronte all’urgenza di procedere in una coraggiosa rivoluzione culturale. La scienza e la tecnologia non sono neutrali, ma possono implicare dall’inizio alla fine di un processo diverse intenzioni e possibilità, e possono configurarsi in vari modi. Nessuno vuole tornare all’epoca delle caverne, però è indispensabile rallentare la marcia per guardare la realtà in un altro modo, raccogliere gli sviluppi positivi e sostenibili, e al tempo stesso recuperare i valori e i grandi fini distrutti da una sfrenatezza megalomane (Enciclica “Laudato si’”, 24 maggio 2015).
Tuttavia, è anche bene ricordare – sottolinea De LUca – che nell’ultima relazione Svimez è contenuta un’immagine del nostro Sud alquanto inquietante. Inoltre, le recenti scelte del governo italiano nel campo delle politiche energetiche, come il decreto sblocca-Italia, stanno creando non poche preoccupazioni per il rischio di trivellazioni nel Vallo di Diano e per un paventato raddoppio delle estrazioni in Basilicata.”

La puntata di Presadiretta di domenica 22 febbraio 2015, infatti, ha fornito un quadro molto chiaro di questi rischi:” siamo in molti a chiederci quali danni ambientali il suolo e le falde acquifere potrebbero subire all’indomani di un eventuale sfruttamento dei giacimenti petroliferi presenti a migliaia di metri nel sottosuolo. Nonostante ciò, il quadro politico attuale si sta sviluppando in modo che le voci dei cosiddetti “comitatini” sembrano avere l’innocuo e inconcludente carattere del dissenso interno alle sole forze di governo. In questo contesto potrebbe addirittura sembrare inutile imbastire un dialogo sui “massimi sistemi” energetici. Eppure, bisogna insistere nel riproporre modelli di società alternativi a quello presente, così come molte persone, che non si identificano nel “pensiero unico” del neo-liberismo, chiedono da tempo. In quest’ottica – anche se solo parziale – del dibattito sul Sud e sul futuro dei nostri giovani, vede bene quanto sia importante incominciare a dialogare con i cittadini per riproporre, ancora con più forza, una questione Meridionale che trovi, nelle caratteristiche dei vari territori, nuovi connotati e nuove e concrete risposte politiche.”

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