Pronto soccorso di Agropoli, Alfieri: “Nessun depotenziamento”

Redazione Infocilento

Ha funzionato regolarmente il pronto soccorso dell’ex ospedale civile di Agropoli.

Nonostante la revoca della delibera che potenziava il Psaut, da parte del commissario Antonio Postiglione, nella giornata di oggi sia la radiologia che il laboratorio analisi hanno funzionato regolarmente.

Le decisione di annullare sette delibere dell’Asl Salerno, tra cui quella inerente il presidio sanitario cilentano, era stata presa per un presunto contrasto con “le attuali disposizioni in tema di contenimento della spesa del personale dipendente”. Per l’ex manager dell’Asl, Antonio Squillante, firmatario dei documenti, però, la loro approvazione è avvenuta regolarmente.

“La riapertura del pronto soccorso di Agropoli – ha spiegato Squillante – era avvenuta su input del presidente De Luca, concordandota nelle procedure e nelle caratteristiche con la Regione Campania”. “Il finanziamento dell’attività – precisa – sarebbe dovuto avvenire con un progetto obiettivo. Ritengo che sull’onda emotiva hanno abolito queste progettualità, Agropoli ha subito la prima ripercussione ma ce ne saranno altre”.

Intanto il primo cittadino di Agropoli, Franco Alfieri, rassicura tutti che il pronto soccorso dell’ex ospedale civile non verrà depotenziato ed anzi presto potrebbero esserci presto novità per la struttura ospedaliera. E’ infatti prevista per la prossima settimana una riunione a Salerno tra i vertici dell’Asl e i rappresentanti dell’amministrazione comunale.

Ad invocare un’incontro anche i sindacati che chiedono per Agropoli l’attivazione di un Ospedale di Base con un Pronto Soccorso Attivo, un’Area di degenza di specialità di Base (Chirurgia, Medicina, Rianimazione, Servizio Radiologico di Laboratorio con Emoteca, Servizio di Cardiologia ed Ortopedia) con il reintegro di tutto il personale deportato con la chiusura.”

“Prevedere formule alternative non previste dalla legge nazionale e regionale – dichiara Rolando Scotillo della Fisi – significa solo mettere a rischio l’incolumità della salute dell’utenza facendo perdere tempo utile per il trattamento delle urgenze e creando una stazione di smistamento inutile e dispendiosa”.

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