Truffa del Superbonus in Cilento: scatta l’operazione “Borghi Antichi”

Procura di Vallo dispone la confisca nei confronti di una società romana che ha agito in qualità di General Contractor.

Di Ernesto Rocco

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno ha eseguito un decreto di sequestro preventivo su disposizione della Procura della Repubblica nei confronti di una società romana che ha agito in qualità di General Contractor. La misura ha lo scopo di confiscare per equivalente i beni della società.

Indagini sulla società General Contractor

Le indagini sono state eseguite dalla Compagnia di Vallo della Lucania e hanno permesso di accertare che la società General Contractor, tramite una serie di procacciatori, ha offerto i suoi servizi a numerosi proprietari di immobili residenti nei Comuni del Cilento interessati a ristrutturare le proprie abitazioni utilizzando il “Superbonus 110%”. Successivamente, la società ha stipulato contratti di appalto lavori con cessione del credito d’imposta e predisposto tutta la documentazione necessaria tramite i propri tecnici.

Falsa attestazione dei lavori

Dalla disamina delle comunicazioni di inizio lavori (Cilas) depositate dal General Contractor presso gli uffici tecnici di tre Comuni, sarebbe stato rilevato che la società aveva certificato, per 13 immobili, interventi di ristrutturazione pari al 30% del totale, dato smentito dalle ispezioni eseguite presso gli edifici interessati, riscontrando per tutti la mancata esecuzione dei lavori.

Crediti monetizzati e sequestro preventivo

Inoltre, le Fiamme Gialle hanno ricostruito il tracciamento dei crediti concessi a seguito della falsa attestazione dei lavori, constatando che i proprietari delle abitazioni li avevano ceduti al General Contractor, che aveva monetizzato cedendoli a sua volta a diversi istituti finanziari. Per garantire il recupero delle somme indebitamente percepite, la Procura della Repubblica ha emesso un decreto di sequestro preventivo di urgenza del profitto del reato, poi convalidato dal G.I.P. del Tribunale alla sede, eseguito sui conti correnti degli indagati per un importo complessivo di quasi 100 mila euro e, al fine di impedirne l’utilizzo in compensazione da parte degli ignari istituti finanziari, sono stati cautelati anche crediti d’imposta per un valore di oltre 400 mila euro.

La responsabilità penale degli indagati

Si specifica che il procedimento di sequestro preventivo è stato eseguito nell’attuale fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio. La responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.

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