Terrorismo in Europa, il rischio attentati ha modificato i tuoi piani?

Chiara Esposito

L’Europa torna di nuovo sotto il mirino degli attacchi terroristici, una settimana dopo l’attacco di Hamas a Israele si sono registrati purtroppo nuovi attentati. Un giovane ceceno, venerdì 13 ottobre ha  ucciso il professore di un liceo di Arras al grido di “Allah Akbar”, il lunedì seguente a Bruxelles, intorno alle ore 19:30, un membro dell’Isis di origine tunisina, uccide due turisti svedesi accorsi in città per la partita Belgio-Svezia di qualificazione agli Europei 2024. Nel mentre a Parigi, sabato 14, vengono fatti evacuare il Louvre e alla Reggia di Versailles per rischio bombe. A Milano, in un blitz antiterrorismo vengono arrestati due presunti membri dell’Isis, mentre due bombe Molotov, mercoledì 18, sono state lanciate contro una sinagoga a Berlino.

Massima attenzione

Ora mentre tutto il mondo guarda alla guerra in Medioriente massima è l’allerta in tutte le capitali europee. Frontiere chiuse e rimpatri collettivi, è questa la via scelta dall’Europa che ora si blinda, dieci i Paesi coinvolti in questa scelta: Italia, Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia. Tuttavia, Germani e Austria affermano: “L’accordo di Schengen non è morto ma è rotto”, mentre la commissaria Ue agli Affari Interni Ylva Johansson non può che certificare che il ritorno dei controlli alle frontiere “danneggia la libertà di circolazione”. La situazione nella nostra Italia, secondo il ministro Tajani: “la direzione non può che essere una: andare verso una soluzione che rispetti la sicurezza e le aspirazioni di due popoli”, ma in tema di attacchi terroristici, sentenzia: “Massima attenzione ma non c’è rischio attentati in Italia”.

I risultati del sondaggio

Abbiamo chiesto ai nostri utenti se, in merito a quanto sta accadendo nel mondo, la paura ha avuto il sopravvento sui possibili viaggi programmati in questi ultimi mesi dell’anno, e perché no, in quelli che verranno. Un testa a testa vero e proprio, il 50% desiste dal partire, l’altro 50% invece, non demorde. Intanto Sara dice: “Ogni volta che credo e spero di poter partire per Parigi, succede sempre qualcosa. Anche quest’anno rimanderò”

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