Si avvicina la Commemorazione dei defunti, ecco gli antichi riti e le tradizioni nel Cilento

Luisa Monaco
Cimitero

Nel passato, la morte era un evento avvolto da un profondo senso di mistero e terrore, come si evince da una filastrocca tradizionale:

Ecco una tradizionale filastrocca

Quando la Morte si metteva in cammino,con una falce in mano andava mietendo: sceglieva un giovane di grande valore: Giovane mio, con me dovrai venire! “Il giovane, triste e spaventato, rispondeva:Cara Morte, lasciami in pace! Ho ancora fratelli belli,prendi uno di loro e lasciami. Ho anche figli piccoli,prendine uno e lasciami!” La Morte ribatteva: “Non voglio né i tuoi figli né i tuoi fratelli,a te che hai il mio libro dedicato. “Il giovane replicava: “Mi farò fare un altro libro,farò guardia notte e giorno. “La Morte rispondeva: “Io passerò sotto la fessura della porta, ti prenderò e ti farò morire. “E così accadeva; dopo tre giorni, il giovane si ammalava: vedeva la Morte e si sedeva al suo fianco. Ogni sera, veniva invocata la protezione dei santi: “Al capo del mio letto, ci sei Signore Dio. Al mio fianco, c’è la Madonna.

Ai piedi, c’è l’Angelo Gabriele. Alla porta, c’è il Nostro Angelo. Sulla via, c’è la Vergine Maria. Aiutatemi, anima mia, fino al momento della mia morte. “Così come al momento della nascita, il primo pensiero era per l’anima, così nella morte l’ultima attenzione era dedicata allo spirito.

La preparazione della salma

La finestra veniva aperta, così da permettere all’anima di volare liberamente verso il cielo. Successivamente, il corpo defunto veniva preparato. Indossava i suoi migliori abiti, scarpe nuove e una camicia perfettamente stirata. Era importante che il defunto non portasse oggetti di metallo, quindi gli orecchini, gli anelli e persino il ferro delle coroncine del rosario attorno alle mani venivano rimossi. Le donne sposate indossavano il loro grembiule, mentre agli uomini veniva messo un cappello nero e ai ragazzi un berretto.

Se qualcuno dimenticava di mettere questi tre capi d’abbigliamento nella bara, si credeva che il defunto sarebbe apparso in sogno ai familiari per richiederli, con risultati spesso tragici.

Le campane del paese suonavano un rintocco funebre appena avvenuto il decesso: due colpi separati per le donne e tre colpi per gli uomini.

La camera ardente

La camera ardente veniva preparata dai familiari con l’aiuto di amici e vicini. In passato, il corpo veniva collocato su un tavolo, poi adagiato sul letto e infine posto nella bara aperta. Amici e parenti venivano a casa per l’ultimo saluto.

Le donne recitavano il rosario, e fiori come gigli, garofani, margherite e rose venivano posti accanto al corpo. Il defunto rimaneva in casa per ventiquattro ore o per due notti se il decesso avveniva di notte o al crepuscolo.

Il trasporto del corpo

Poteva avvenire in diverse modalità: in passato, il defunto veniva posato su una tavola, con il volto coperto da un velo nero e portato a braccia o su spalle. Altrimenti, veniva trasportato in una bara, sempre a braccia e con il volto coperto da un velo nero.

Una donna seguiva con il coperchio della bara, e successivamente la bara veniva chiusa e trasportata a braccia. Il corteo funebre si snodava per le principali strade del paese fino alla chiesa, dove il prete celebrava una messa in suffragio dell’anima del defunto.

Dopo la morte

Dopo la morte di un caro, per otto giorni i familiari rimanevano a casa mentre parenti e amici si occupavano della preparazione dei pasti.

Nei tre anni successivi, era vietato cucinare a casa pasta, carne o pesce, sia nei giorni feriali che in quelli festivi. Era permesso mangiare cibi portati da parenti o amici. Le donne indossavano abiti neri, mentre gli uomini portavano una fascia nera al braccio.

Nel caso della morte di un genitore, il lutto durava da tre a cinque anni; se era il coniuge a morire, il periodo di lutto era di cinque a sette anni.

La morte di un figlio comportava un periodo di lutto di almeno cinque anni per i genitori. La morte di un fratello o una sorella portava a un periodo di lutto di tre anni. Durante questo periodo, era vietato partecipare a feste o celebrazioni gioiose.

Se un matrimonio era già stato programmato nella famiglia del defunto, non poteva aver luogo prima di sei mesi o un anno dalla morte. Le vedove e i vedovi che si risposavano cessavano il lutto.

Le vedove che mantenevano il lutto per tutta la vita erano particolarmente ammirate per la loro dedizione al defunto.

Se un figlio nasceva dopo la morte di un parente, prendeva il nome del genitore deceduto.

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