Sequestro preventivo delle Grotte dell’Annunziata: un importante sito storico-architettonico violato

Secondo l'accusa, la grotta naturale, già vincolata da restrizioni architettoniche e paesaggistiche

Angela Bonora
Carabinieri

I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dalla GIP del Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica. Il sequestro riguarda le Grotte dell’Annunziata, situate tra i Comuni di Maiori e Minori.

Accuse di sfruttamento commerciale illecito

Secondo l’accusa, la grotta naturale, già vincolata da restrizioni architettoniche e paesaggistiche, in quanto situata in un’area marina demaniale del Parco Regionale dei Monti Lattari e del sito UNESCO della Costiera Amalfitana, sarebbe stata illecitamente utilizzata per scopi commerciali. Nel corso degli anni, si è trasformata in un luogo di rimessaggio per imbarcazioni e parcheggio di auto gestito da privati senza alcuna autorizzazione.

Il valore storico-architettonico del sito violato

La rilevanza storica, architettonica e paesaggistica del sito è resa ancor più significativa dalla presenza al suo interno di una cappella votiva decorata con affreschi risalenti al XIV secolo e di uno specchio d’acqua dolce. Purtroppo, anche quest’ultimo è stato utilizzato illegalmente, nonostante fosse di natura demaniale.

Provvedimenti precedenti e titoli autorizzativi errati

Durante le indagini, sono stati già presi provvedimenti inibitori da parte della Soprintendenza di Salerno per l’uso improprio del bene culturale, oltre a provvedimenti da parte del Comune di Maiori che aveva rilasciato nel corso degli anni titoli autorizzativi a una società che li utilizzava impropriamente. I titoli autorizzativi erano riferiti a un’area di parcheggio completamente diversa da quella oggetto del sequestro.

Reati ipotizzati e responsabile indagato

I reati ipotizzati, per i quali risulta indagato l’Amministratore unico della società in questione, spaziano dalla distruzione e deturpamento, all’uso illecito di beni culturali e bellezze naturali, nonché all’esecuzione di opere edili illecite senza le necessarie autorizzazioni. Tali reati sono aggravati dal fatto che sono stati commessi nell’ambito di attività commerciali.

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