“Scacco matto alle rinnovabili”: il futuro del Pianeta non è green ma black, si ritorna al passato

I dati raccolti dal report “Scacco matto alle rinnovabili 2023” di Legambiente accende un faro su una situazione drammatica

Silvana Romano
Energie rinnovabili

Altro che futuro green ed ecosostenibile, necessario per salvare il pianeta. Il nuovo report di Legambiente, presentato alla Fiera K.EY di Rimini, parla chiaro: la lentezza degli iter autorizzativi, le lungaggini burocratiche di Regioni e Soprintendenze e norme obsolete, hanno rallentato, fino ad azzerare le autorizzazioni agli impianti fotovoltaici.

Ritorno al passato

I dati raccolti dal report “Scacco matto alle rinnovabili 2023” di Legambiente accende un faro su una situazione drammatica: nulla o troppo poco si sta facendo per ridurre la dipendenza dalle fonti non rinnovabili o esauribili.

Tutta colpa della guerra in Ucraina?

Dai dati raccolti, un range di 4 anni, sembra proprio di no. Cresce di oltre il 61% la produzione energetica di carbone, in controtendenza alle raccomandazioni Ue e alle strategie comuni e mondiali che dovrebbero portare all’azzeramento delle emissioni entro il 2050. Mentre si parla di futuro “pulito”, gli impianti fotovoltaici autorizzati nel 2022 sono stati solo l’1%. Peggiore rispetto agli anni precedenti: nel 2021 a ricevere l’autorizzazione sono state il 9% delle istanze, nel 2020 il 19%, nel 2019 il 41%.

Poco fotovoltaico niente eolico

In lista d’attesa 1364 richieste per nuovi impianti eolici eppure, nel 2019 le autorizzazioni hanno riguardato il 6% dei progetti, nel 2020 per il 4%, nel 2021 per l’1% e nel 2022 per lo 0%. Il trend negativo pare non essere stato neppure scalfito da alcune semplificazioni normative introdotte dal passato “governo Draghi”, né dal potenziamento di due Commissioni Via-Vas.

Al governo Meloni torniamo a ribadire che il Paese non deve diventare l’hub del gas, ma quello delle rinnovabili” ha affermato Stefano Ciafani, Presidente Nazionale Legambiente – “occorre semplificare l’iter dei processi autorizzativi e potenziare gli uffici delle Regioni che rilasciano le autorizzazioni affinché gestiscano meglio i progetti che si stanno accumulando”. S.O.S idroelettrico.

Numeri negativi per l’idroelettrico: – 37,7%. In questo caso, il dato è influenzato dalla crisi idrica in corso. – 13% per la produzione legata ai pompaggi. Il risultato è che si ritorna ai livelli di produzioni del 2012. In sintesi l’idroelettrico produce 16,9 TWh in meno rispetto al 2021, biomasse, geotermia ed eolico perdono rispettivamente il 2,1%, l’1,6% e l’1,8%. La produzione energetica da carbone, fuori dalla politica green, è aumentata del 61,4%.

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