Saggezza e tradizione popolare: ecco i proverbi cilentani e il loro significato

Tradizioni e detti popolari del Cilento, ecco quelli più famosi

Roberta Foccillo
Anziani Cilento

I proverbi cilentani sono una ricca fonte di saggezza e tradizione popolare che caratterizza la cultura e la lingua del Cilento.

Ecco alcuni proverbi cilentani

Questi proverbi sono espressioni brevi e concise che contengono insegnamenti, consigli e riflessioni sulla vita e sul comportamento umano. Spesso sono basati sull’osservazione della natura, sull’esperienza quotidiana e sui valori della comunità cilentana.

Uno dei proverbi più famosi del Cilento recita: “Ra na mala spina pote nasce na bona rosa”, che significa “Da una cattiva spina può nascere una bella rosa”. Questo proverbio sottolinea che anche dalle situazioni difficili o negative possono emergere cose positive e belle.

Un altro proverbio interessante è “U lupo perd’ u pilo ma nu lu vizio“, che letteralmente significa “Il lupo perde il pelo ma non il vizio”. Questo proverbio mette in evidenza il fatto che le persone difficilmente cambiano la propria natura o i propri comportamenti.

Un altro detto cilentano, “Chi lassa la via vecchia pe ‘la nova sape che lass’ e nu sape che trova“, suggerisce che chi abbandona una strada sicura e familiare per inseguire qualcosa di nuovo, deve essere consapevole dei rischi e delle incertezze che potrebbe incontrare lungo il percorso.

Alcuni proverbi cilentani mettono in luce l’importanza di agire correttamente. Ad esempio, “Fa bbene e scordat’, fa mal’ e penzace” significa “Fai del bene e dimenticalo, fai del male e rifletti”. Questo proverbio sottolinea che le azioni positive e altruistiche dovrebbero essere compiute senza aspettarsi riconoscimenti o ricompense.

Un altro detto cilentano che riflette l’importanza dell’onestà e dell’integrità è “Chi foce chiacchiere ‘nnanti o furno perd’ o ‘pane”, che si traduce come “Chi fa chiacchiere davanti al forno perde il pane“. Questo proverbio ammonisce le persone a non sprecare tempo a parlare inutilmente, ma piuttosto a concentrarsi sul lavoro e sulle azioni che portano risultati concreti.

Proverbi “culinari”

La cucina e la filatura, due attività tradizionali nel Cilento, sono spesso protagoniste dei proverbi locali. “Chi cucina allecca e chi fila secca” significa che chi cucina attira l’attenzione degli altri, mentre chi fila, riferendosi alla filatura del filo, lavora in modo discreto e senza attirare l’attenzione.

Il mese di marzo è oggetto di molti proverbi cilentani, come “Marz’ pacciariell’, esce u’ sol’ e piglie u ‘mbrell”, che sottolinea l’imprevedibilità del tempo durante il mese di marzo. Questo proverbio suggerisce di essere preparati con un ombrello, nonostante il sole possa splendere.

Alcuni proverbi cilentani affrontano anche temi come l’avidità, l’arroganza e le conseguenze delle azioni sbagliate. Ad esempio, “Quanto vale n’acqua tra marzo e abbrili nu bbale na nave re zecchini” sottolinea che l’acqua è più preziosa dell’oro durante i mesi di marzo e aprile, poiché rappresenta una risorsa vitale per l’agricoltura e la sopravvivenza.

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