La fotografia scattata dal Programma Nazionale Esiti 2025 di Agenas restituisce un’immagine a due facce della sanità in Campania. Da un lato, il dato più allarmante a livello nazionale: sono ben 51 gli ospedali “rimandati”, se non addirittura bocciati, sulla base dei criteri standard di qualità dell’assistenza. Si tratta del numero più elevato registrato in Italia, un primato che pesa sul sistema regionale.
Tuttavia, il rapporto non evidenzia solo ombre. Rispetto all’anno precedente, cinque strutture sanitarie hanno mostrato segni di miglioramento e diverse realtà si confermano come vere e proprie eccellenze del panorama medico nazionale.
L’Agenas rileva che, sebbene la qualità generale dell’assistenza sia in crescita, il sistema resta profondamente segnato da forti diseguaglianze territoriali e dal persistente divario Nord-Sud. Tali differenze si manifestano, ad esempio, sui volumi per la chirurgia oncologica complessa di pancreas e retto, sulla tempestività di accesso alle procedure salvavita e sull’appropriatezza clinica nell’area materno-infantile.
L’eccellenza assoluta a Napoli
Nel panorama delle strutture italiane che garantiscono prestazioni di altissimo livello, la Campania riesce a posizionare un proprio presidio nell’élite nazionale. Su 15 ospedali in tutta Italia, c’è una sola struttura campana che ha raggiunto un “livello molto alto” su almeno 6 aree cliniche differenti: si tratta dell’Azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli. Questo risultato conferma il ruolo centrale del policlinico federiciano come hub di riferimento per l’assistenza complessa.
I primati clinici: cuore e sistema nervoso
Analizzando il report a un livello più dettagliato, emergono specifici ambiti clinici in cui diverse strutture campane brillano per efficienza e risultati. Nell’ambito cardiocircolatorio, si distingue per qualità la Casa di Cura di Montevergine, situata in provincia di Avellino. Spostandosi sull’ambito del sistema nervoso, gli standard raggiunti sono stati definiti molto alti per l’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno, confermandosi un punto fermo per la neurochirurgia e la neurologia nel Mezzogiorno.
Oncologia, ortopedia e area materno-infantile
Un capitolo fondamentale è quello della chirurgia oncologica, valutata dall’Agenas attraverso 7 indicatori specifici. Tra le 51 strutture italiane che hanno raggiunto un livello molto alto, 38 sono state valutate su almeno 4 indicatori: in questo gruppo ristretto figurano l’Istituto nazionale tumori di Napoli e la Fondazione Evangelica Betania, sempre nel capoluogo partenopeo.
La Fondazione Evangelica Betania si conferma una struttura polivalente di alta qualità, ottenendo il riconoscimento di “livello molto alto” anche nel settore gravidanza e parto, risultando l’unica struttura in regione a raggiungere tale vertice in questo ambito. La stessa Fondazione eccelle anche nell’ambito osteomuscolare, dove sono ben dieci le strutture campane a distinguersi: in cima alla lista, insieme al Betania, spicca la Casa di Cura Pineta Grande a Castel Volturno.
Le note dolenti del rapporto
Nonostante le punte di diamante descritte, il rapporto Agenas impone una riflessione sulle criticità diffuse. A pesare sul bilancio regionale sono le 51 strutture che hanno registrato un livello molto basso (rosso) di aderenza agli standard di qualità negli ultimi due anni di valutazione.
Tale insufficienza è stata rilevata su almeno un indicatore di processo o di esito del treemap. Inoltre, vengono segnalate criticità tecniche nella gestione dei dati, in particolare nella codifica delle variabili cliniche o nella compilazione dei campi relativi alla data e all’ora degli interventi.
