Reinserimento sociale di persone condannate: convenzione tra il Comune di Capaccio e il Tribunale di Salerno

I dettagli della convenzione prevedono che cinque persone condannate o imputate saranno inserite nei servizi del Comune di Capaccio Paestum per un anno

Roberta Foccillo
Franco Alfieri sindaco di Capaccio Paestum

Il Comune di Capaccio Paestum ha approvato la bozza di una convenzione con il Tribunale di Salerno volta a promuovere il reinserimento di persone condannate o imputate attraverso il lavoro di pubblica utilità. Questo programma prevede che le persone individuate svolgano attività a titolo gratuito a beneficio della collettività, conformemente all’articolo 27, comma 3, della Costituzione italiana.

L’iniziativa

I dettagli della convenzione prevedono che cinque persone condannate o imputate saranno inserite nei servizi del Comune di Capaccio Paestum per un anno. Durante questo periodo, essi svolgeranno volontariato secondo le modalità e i tempi stabiliti, previa autorizzazione del magistrato di sorveglianza. Il Comune si impegna a garantire le misure necessarie per tutelare l’integrità fisica e morale di queste persone durante lo svolgimento del lavoro.

Le dichiarazioni

Il sindaco Franco Alfieri sottolinea l’importanza di rispettare il principio costituzionale secondo il quale le pene non devono essere contrarie al senso di umanità e devono mirare alla rieducazione del condannato. Purtroppo, tale principio viene spesso ignorato.

La convenzione stipulata dal Comune di Capaccio Paestum con il Tribunale di Salerno si propone di colmare questa lacuna. Consentire alle persone condannate o imputate di svolgere attività di volontariato nella comunità offre loro la possibilità di intraprendere un percorso utile e necessario per il graduale reinserimento nella società.

Con questa iniziativa, il Comune di Capaccio Paestum dimostra la volontà di favorire il recupero sociale delle persone condannate o imputate, offrendo loro una chance di riscatto e di contribuire attivamente al bene comune. La convenzione rappresenta un importante passo avanti nel processo di reintegrazione e costituisce un esempio di buone pratiche nel campo della giustizia penale.

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