Qualità della vita, Salerno va a picco. Ecco i dati de Il Sole 24 Ore

Provincia di Salerno bocciata. Male nella graduatoria per qualità di vita di bambini, giovani e anziani. Ecco i dati

Ernesto Rocco
Studenti

La provincia di Salerno bocciata per la qualità della vita. È quanto emerge dal dossier sulla qualità della vita de “Il Sole 24 Ore” che pone il territorio che va da Scafati a Sapri nelle ultime posizioni della sua graduatoria. La provincia di Salerno si posiziona nella parte più bassa delle tre classifiche basate sugli “indici generazionali”: il Salernitano è al 91esimo posto nella graduatoria per la qualità della vita dei bambini (target di riferimento fra gli 0 e i 10 anni); è 95esimo per la macro-area dei “giovani” (valutazioni sui residenti fra i 18 e i 65 anni); è 87esimo nello speciale elenco sugli anziani (report su tutti i residenti “over 65”).

I dati per i bambini e i giovani

I dati negativi per i bambini riguardano principalmente la spesa pro-capite per servizi e interventi sociali, che è inferiore alla media nazionale, così come l’incidenza percentuale delle rette della mensa scolastica sul reddito pro-capite. Tuttavia, alcuni indicatori come i delitti denunciati a danno di minori e i metri quadri di giardini scolastici per bambino si collocano sopra la media italiana.

Nella classifica della qualità della vita per i giovani, la provincia di Salerno si piazza al 95esimo posto. I dati mostrano la mancanza di aree sportive per residenti fra i 18 e i 35 anni nel capoluogo, nonché una bassa soddisfazione per il lavoro e una carenza di concerti rispetto alla media nazionale. La presenza di giovani che non lavorano e non studiano (i “neet”) è superiore alla media italiana, influenzando negativamente anche il tasso di disoccupazione giovanile.

Gli over 65

Per quanto riguarda la qualità della vita degli “over 65”, la provincia di Salerno si colloca all’87esimo posto in Italia. Un dato significativo è la speranza di vita a 65 anni, inferiore alla media nazionale. Anche il numero di posti letto nelle Rsa e la spesa degli enti pubblici per l’assistenza domiciliare risultano molto bassi rispetto alla media italiana.

Tuttavia, vi sono dati positivi, come la percentuale più bassa di anziani soli rispetto alla media nazionale e il consumo inferiore di farmaci per la depressione.

Il commento del consigliere regionale Aurelio Tommasetti

Per il consigliere regionale Aurelio Tommasetti, l’analisi rappresenta “un quadro desolante che fotografa un fallimento di cui i vertici provinciali e regionali, dello stesso colore politico, dovrebbero prendere atto. E sia in Regione che in Provincia è ora di cambiare guida”.

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